Avvenire, 12 giugno 2025
Nel mondo 7 persone su 10 “bocciano” Netanyahu
Un’opinione negativa, in progressivo peggioramento, nei confronti di Israele e una generale mancanza di fiducia verso il suo primo ministro Benjamin Netanyahu. Sono le posizioni che emergono da una serie di sondaggi nazionali che hanno coinvolto circa trentamila persone in ventiquattro Paesi. I rilevamenti sono stati condotti fra gennaio e aprile di quest’anno dal Pew Research Center di Washington che ha poi elaborato i risultati e li ha pubblicati il 3 giugno. «Mentre in alcuni Paesi le indagini hanno avuto inizio durante il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, nella maggior parte degli altri il lavoro sul campo si è svolto dopo la ripresa della violenza» sottolinea Laura Silver, direttrice associata dell’istituto di ricerca. Ai partecipanti è stata rivolta una domanda semplice e diretta: «Mi dica se ha un’opinione molto o abbastanza favorevole, oppure abbastanza o parecchio sfavorevole nei confronti di Israele». Facendo una media percentuale dei risultati nei ventiquattro Paesi, solo tre intervistati su dieci esprimono un parere positivo verso Tel Aviv. Poco più di sei su dieci (62%) ne hanno uno negativo. I partecipanti negli Stati Uniti sono stati meno severi: dà un giudizio sfavorevole metà del campione, il 53%. Si tratta però di una percentuale in forte aumento, di ben undici punti, rispetto al 42% del marzo 2022, cioè prima dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e della successiva invasione israeliana della Striscia di Gaza. Ancora più rilevante è il confronto con il 2013, quando ad avere un’opinione negativa di Tel Aviv era solo il 27% degli statunitensi. Nell’Unione Europea, oggi, il giudizio più duro proviene dai Paesi Bassi, dove quasi otto intervistati su dieci hanno un’opinione sfavorevole, poi da Spagna e Svezia (entrambe al 75%), e a seguire dalla Grecia (72%). In Italia la percentuale di sfavorevoli è del 66%, erano il 61% dodici anni fa. Ancora più marcato è il divario del dato storico nel Regno Unito, dove si è saliti dal 44% del 2013 al 61% di oggi. I pareri negativi dunque aumentano pressoché ovunque nel vecchio continente, con l’eccezione della Francia, dove diminuiscono del 2% (ma lì calano anche quelli positivi, di ben sei punti percentuali). Eppure in alcuni casi crescono contemporaneamente anche le opinioni favorevoli a Israele, e questo si spiega con la diminuzione della percentuale di indecisi e di coloro che preferiscono non rispondere alla domanda. In Italia si è passati dal 23% dei giudizi positivi su Israele nel 2013 al 29% di oggi, in Germania dal 27% al 31%. A livello globale i giudizi più negativi si registrano in Turchia, dove nove intervistati su dieci dichiarano di avere un’opinione sfavorevole. In Giappone e in Indonesia si sfiorano gli otto su dieci.
C’è poi il quesito che indaga la fiducia nella possibilità che il premier Benjamin Netanyahu «faccia la cosa giusta per gli affari mondiali». Il credito accordato al primo ministro israeliano è molto basso ovunque, con le eccezioni di Kenya e Nigeria. Facendo una media delle percentuali nazionali, sette intervistati su dieci dichiarano di non avere fiducia nell’operato del premier. Ancora più basso il gradimento che si registra in Spagna, dove afferma di non fidarsi l’84% del campione, e subito a seguire in Italia, dove otto partecipanti su dieci non gli danno credito. In Europa, è l’Ungheria a mostrare il parere meno duro, con il 57% che risponde di non avere fiducia. Percentuale vicina a quella rilevata negli Stati Uniti, che è del 52%. Lì solo un intervistato su tre si dice fiducioso che il premier Netanyahu scelga di fare la cosa giusta per gli affari mondiali.
Gli israeliani dimostrano, per ampia parte, di essere consapevoli di questi giudizi severi nei confronti del loro governo che giungono dall’esterno. I ricercatori del Pew Research Center accostano ai risultati dell’ampio sondaggio un’indagine svolta entro i confini di Israele. L’esito di questo ulteriore rilevamento è che il 58% degli israeliani pensa che il Paese «non sia molto» o «non sia affatto» rispettato a livello internazionale. Percepisce, invece, un certo rispetto il 39% del campione. Queste opinioni sono rimaste sostanzialmente invariate dall’anno scorso. Tuttavia, da allora la specifica percentuale di israeliani per i quali il Paese «non è affatto rispettato» è aumentata di nove punti percentuali, passando dal 15% al 24%.