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 2025  giugno 11 Mercoledì calendario

Margherita o capricciosa a casa la pizza è più buona Roma capitale dell’asporto

Quasi un locale su quattro ha deciso di darsi all’asporto. Il take away della pizza nella Capitale coinvolge 4mila delle 17mila pizzerie romane. Che sia Margherita, Napoli, capricciosa, diavola, o le più bizzarre dai cornicioni alti, dagli impasti ai cereali, ebbene, la pizza muove nella Capitale un giro d’affari da 3 miliardi di euro. E riesce a dare lavoro a 80 mila persone, di cui 70 mila a tempo pieno. È quanto emerge da uno studio di Fiepet-Confesercenti della Capitale sul mondo della pizza a Roma, realizzato in occasione di “Pizza Convention”, un evento che si terrà oggi e domani proprio in città.
I NUMERI
I romani hanno una passione: prenderla e portarsela a casa. Basti pensare che in un anno si consegnano 1,5 milioni di chili di pizze a domicilio: un quarto del totale delle pizze consegnate a casa in tutta Italia. «L’Osservatorio della Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio evidenzia la grande ascesa del comparto pizza, numeri positivi che confermano il momento più che positivo che sta vivendo uno tra i prodotti più iconici dell’agroalimentare italiano – commenta il presidente dell’associazione di categoria, Claudio Pica – Anche nei consumi, non più una tendenza del fine settimana ma un incremento almeno nella Capitale verso il consumo infrasettimanale. Questo incremento si coniuga con il sapiente lavoro di trasformazione e sperimentazione dei pizzaioli italiani, dagli impasti alle materie prime, che negli anni hanno portato la pizza a livelli importanti».
Secondo Fiepet-Confesercenti a Roma c’è una specificità da tener presente che, però, è più tradizione da forno: la pizza è (rigorosamente) bassa e scrocchiarella. Può non piacere, ma così è. Ed è una tipicità che si va ad aggiungere a un altro classico: la pizza bianca (che non è come la schiacciata toscana o come la focaccia genovese) che viaggia di pari passo al companatico: la mortadella tagliata sottile. Poi, si punta sui grandi classici: la Margherita, la capricciosa, la Napoli, la marinara.
L’EVENTO
Come detto, oggi e domani Roma sarà la capitale italiana della Pizza. L’appuntamento di Pizza Convention è a Officine Farneto in via Monti della Farnesina. Si tratta del congresso fieristico interamente dedicato a uno dei simboli del Made in Italy, che si preannuncia per il settore come evento dell’anno. Organizzato da Excellence, la piattaforma ideata dall’imprenditore Pietro Ciccotti, e realizzato in coproduzione con Officine Farneto e curato da Laura Mantovano, giornalista con una trentennale esperienza nel mondo dell’enogastronomia, è un progetto unico ed esclusivo nel suo genere. Un’iniziativa che punta ad approfondire, tutte le sfaccettature del mondo pizza. «Un sogno che avevo nel cassetto da anni e che finalmente vedo concretizzarsi grazie alla collaborazione di Excellence con Officine Farneto, coproduttore dell’evento – dice Pietro Ciccotti, fondatore di Excellence – Credo che sia un’opportunità anche per la città, un passo importante per porsi al centro del dibattito enogastronomico. Pizza Convention, oltre ai contenuti di livello e agli ospiti di grande rilievo, può contribuire a posizionare la Capitale come polo fieristico, un punto di riferimento attrattivo sia per le imprese che operano nel settore dell’agroalimentare che per la promozione delle eccellenze del territorio laziale e di tutta la filiera». Laura Mantovano spiega come si tratti di «un progetto ambizioso e complesso con il quale Roma vuole avviare una riflessione sistematica e articolata sul mondo della pizza coinvolgendo i migliori esponenti del settore, giornalisti, aziende leader dell’agroalimentare e nutrizionisti». «La prima edizione non poteva non aprirsi con un omaggio speciale, il riconoscimento del titolo di “padri della pizza contemporanea” a quattro maestri, Renato Bosco, Gabriele Bonci, Simone Padoan e Franco Pepe: quattro storie, quattro percorsi molto diversi fra loro ma che sono stati fondamentali per l’evoluzione e la crescita del mondo pizza – aggiunge – Senza di loro oggi la pizza italiana non sarebbe un modello nel mondo. Ogni anno cercheremo di approfondire i temi più caldi del momento con l’obiettivo di contribuire a un ulteriore salto di qualità di una delle bandiere del made in Italy nel mondo, al di là di stili e personalismi».