repubblica.it, 11 giugno 2025
Vaticano, utili in crescita per lo Ior: “Abbiamo voltato pagina rispetto ai guai del passato”
Utili in crescita, “cambio generazionale” del personale, recupero degli ammanchi creatisi in passato, e anche un nuovo sito internet con servizi potenziati di home banking: si presenta così lo Ior, l’Istituto per le opere di Religione, un tempo porto delle nebbie delle finanze vaticane, oggi ampiamente ripulito per l’azione congiunta di Benedetto XVI e Francesco.
I “guai” del passato
“Sono lontani i tempi nei quali l’Istituto scambiava l’autonomia per indipendenza”, scrive monsignor Giovanni Battista Ricca, prelato dello Ior, in introduzione del bilancio 2024 pubblicato oggi: “Questo sbaglio di prospettiva portò non pochi guai, ad alcuni dei quali si sta cercando ancora oggi di porre rimedio nelle sedi opportune”. Il cardinale Chistoph Schoenborn, che dello Ior è presidente della commissione cardinalizia, scrive che “la riorganizzazione e l’evoluzione dell’Istituto dal 2014 ai giorni odierni, di cui sono stato testimone diretto, ne fanno oggi un punto di riferimento sicuro per tutta la Chiesa che serviamo nel mondo, soprattutto in periodi difficili come quelli che stiamo vivendo”.
Utile in crescita
Il bilancio di esercizio 2024 registra 32,9 milioni di euro di utile netto (erano 30,6 nel 2023), +5,8% di margine d’interesse, +13,2% di margine commissionale, +3,6% di margine di intermediazione rispetto al 2023. Sono 5,7 i miliardi di euro di raccolta complessiva (depositi, conti correnti, gestioni patrimoniali e titoli in custodia) gestita dall’Istituto rispetto ai 5,4 miliardi di Euro del 2023. Il patrimonio netto è di 731,9 milioni di euro, in crescita di 64,3 milioni di euro rispetto al 2023. “La crescita dell’utile netto”, si legge nel rapporto, “è stata ottenuta con il contributo positivo del margine di interesse, del margine commissionale e del margine d’intermediazione, unitamente a un attento controllo dei costi”.
I soldi per il Papa
La commissione cardinalizia “ha deliberato la distribuzione al Santo Padre di un dividendo pari a 13,8 milioni di euro”. Erano 13,6 l’anno scorso, 5,2 nel 2022, mentre in passato il “dono” dello Ior al Papa, che appianava una parte consistente del debito della Santa Sede, poteva raggiungere i 50 milioni. Secondo il direttore generale dello Ior Gian Franco Mammì, citato dall’agenzia Bloomberg, negli ultimi anni i dividendi sono stati inferiori a causa degli sforzi dello Ior di controllare meglio le proprie finanze.
I nodi del personale
Se il rapporto non menziona la controversia intentata dinanzi al tribunale vaticana da una coppia di dipendenti che, in applicazione di una nuova normativa interna, hanno perso il lavoro dopo essersi sposati, il prelato dello Ior elogia, nell’introduzione, il “cambio generazionale”: “I progressi nell’osservanza dello Statuto e dei Regolamenti interni, nonché delle leggi internazionali che regolano le attività degli istituti finanziari”, scrive monsignor Ricca, “sono ormai consolidati. In ciò ha giovato, in questi ultimi anni, un cambio generazionale che oltre ad aver apportato una concezione operativa svincolata dagli schemi sia di pensiero che di operatività, applicati in passato e non sempre corrispondenti al meglio per finalità di immagine e risultati, ha portato con sé un maggior impegno, forse entusiasmo, legato alla stessa età degli assunti”.
Recuperare gli ammanchi
In quello che sembra un trasparente riferimento tanto alla condanna dell’ex presidente dello Ior Angelo Caloia, per una vicenda di svendita del patrimonio immobiliare, quanto dell’ex direttore generale e del suo vice, Paolo Cipriani e Massimo Tulli, il presidente dell’Istituto, Jean-Baptiste de Franssu, rende noto che “le azioni legali promosse dall’istituto contro gli abusi perpetrati ai suoi danni prima del 2014 sono proseguite positivamente. Lo Ior è riuscito a recuperare negli ultimi dieci anni un importo complessivo di oltre 33 milioni di euro; 1,6 milioni di euro sono stati recuperati nel 2024 e sono stati fatti significativi progressi nelle varie cause in corso”.
La centralizzazione contestata
De Franssu fa anche riferimento ad una decisione assunta da papa Francesco, e non gradita da tutti Oltretevere, di centralizzare presso lo Ior i liquidi da investire: i progressi registrati “risultano particolarmente importanti per il processo di centralizzazione, in corso in Vaticano, di tutti gli asset presso lo Ior, come previsto dal nuovo quadro giuridico e normativo in vigore”, scrive De Franssu, che sottolinea però come sia necessario “continuare a collaborare con tutti i dicasteri vaticani, le istituzioni vaticane e il comitato vaticano per gli investimenti”. Lo Ior ha da oggi anche un nuovo sito internet che offre, scrive il presidente dell’istituto, “un servizio di home banking migliorato”