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 2025  giugno 11 Mercoledì calendario

Premio Nobel Italia, come ti frego l’aspirante scrittore

Per chi non lo sapesse: esiste un premio Nobel Italia, e può aspirare ad esserne insignito anche chi non ha mai pubblicato un’opera in vita sua. Il concorso se l’è inventato la EventoFestival, società di Roma che non ha nulla a che fare con il prestigioso riconoscimento assegnato ogni anno a Stoccolma, e l’ha chiamato «Premio Nobel Italia». Sia chiaro: quello intitolato ad Alfred Nobel, l’inventore della dinamite, è un marchio registrato dall’Accademia Svedese, ma la EventoFestival precisa che, per come la vedono loro, la parola Nobel è soltanto «l’acronimo della più estesa dizione Nostra Bella Italia». Ad ogni modo, sul bando c’è scritto che se vinci puoi presentarti «con la seguente dicitura: “Insignito del Premio Nobel Italia..."». Ovviamente, per farlo devi prima pagare: candidare un poesia o un romanzo, anche inedito, costa 150 euro; se presenti 5 opere hai diritto a uno sconto: 500 euro. Per chi vuole diventare scrittore il giudizio altrui è molto importante, e gli organizzatori lo sanno, al punto da definire il premio come «un riconoscimento tangibile per il loro talento e la loro dedizione». Ma chi sono gli organizzatori? 

Dal premio Nobel al premio Luzi
Il sito Premionobelitalia.it è stato registrato il 14 gennaio 2023 da Mattia Leombruno per conto di EventoFestival. La storia è davvero interessante.
Mattia Leombruno, 45 anni, già candidato consigliere municipale a Roma per Forza Italia, è presidente della Fondazione Mario Luzi nonché direttore del «Premio internazionale di poesia Mario Luzi», uno dei fondatori dell’ermetismo scomparso nel 2005. Il concorso nasce l’anno successivo proprio su iniziativa di Leombruno e della sua EventoFestival, e da allora si presenta come uno dei più prestigiosi e importanti riconoscimenti nell’ambito della poesia. E così è stato, almeno nei primi anni. Fra i giurati c’era Nino Petreni, allievo di Mario Luzi e presidente del Centro Studi che custodisce l’archivio del Maestro. Poi però ha preso le distanze: «Cominciarono ad arrivarmi lamentele in merito a richieste di soldi ai partecipanti e somme non corrisposte ai vincitori. Diedi le dimissioni. Ho anche suggerito a Gianni Luzi, il figlio di Mario, di promuovere un’azione legale a tutela del buon nome di suo padre».
C’era la poetessa Anna Buoninsegni: «Ho lasciato la giuria dopo aver capito che Leombruno di poesia non ci capisce granché, eppure offre la possibilità di rilasciare recensioni, ovviamente dietro compenso. Questa storia va avanti da anni, ora ne parlo proprio perché spero finisca una volta per tutte». C’era il drammaturgo Davide Rondoni: «Sono tra coloro che, per amore di Luzi, aiutarono Leombruno a far nascere il premio in sua memoria. Poi alcuni giovani poeti mi raccontarono che, dopo essersi candidati, ricevevano telefonate con richieste di denaro in cambio di pubblicazioni. Quando capii che il premio non aveva lo standing necessario me ne sono andato”.
Oggi chi sono i giurati? La EventoFestival si limita a dire che la giuria è composta «per metà da esperti tecnici designati, e per metà da una componente a carattere popolare», e che i nomi non li fa per evitare pressioni. Sul sito compare un solo nome: proprio sotto il nuovo bando 2025, si legge che la presidente della giuria è la grande poetessa Maria Luisa Spaziani. Ma Spaziani – che per qualche anno ha effettivamente guidato la commissione del premio – è deceduta nel 2014.

E le chiamano «donazioni»
Il Premio Luzi si divide in sei sezioni: poesia edita, inedita, raccolta di poesie; tesi di laurea, saggi, narrativa edita e inedita. Per partecipare è obbligatoria una «donazione» di 130 euro. Se vinci, però, a seconda della categoria ti spettano tra i mille e i 2mila euro. Ma nel bando le cifre sono sempre seguite da un asterisco. All’ultima riga, con un carattere più piccolo, se ne spiega il significato: non c’è alcun premio in denaro, gli importi economici si intendono convertiti in un contratto per la pubblicazione dell’opera.
Aggiungendo 99 euro puoi chiedere «l’attestato di partecipazione nella Repubblica Italiana», che «viene concesso con decreto» e che «potrà essere soggetto a pubblica diffusione». In pratica si tratta di un attestato con su scritto che hai partecipato al concorso. Sul sito del premio si trovano anche le altre proposte: con 150 euro diventi socio sostenitore; con 199 euro ti dedicano un capitolo dell’Agenda dello Scrittore; fino a 499 euro per la «recensione» di un romanzo, e con la stessa cifra partecipi al corso di scrittura creativa. Infine, se vuoi pubblicare il tuo manoscritto, ti propongono un contratto in cui l’aspirante scrittore «si impegna a devolvere al proponente (la EventoFestival, ndr) una somma quale sua libera donazione». Arrivando al sodo: più paghi, più copie stampano.
Le testimonianze raccontano di esperienze non esaltanti. «Dopo la morte di mio marito mi sono dedicata molto più assiduamente alla poesia – racconta Marina Enrichi, una dottoressa di Padova – e nel 2023 ho pagato 180 euro per candidare le mie poesie al concorso. Prima ancora della premiazione, mi contattarono proponendomi di pubblicarle: volevano fino a 599 euro, a seconda delle copie che avrei ordinato. Ci sono rimasta male, da allora non mi fido più dei concorsi».
È andata peggio ad Antonio Tanzillo, un professore di Caserta: «Nel 2020 partecipai al Premio con tre poesie, mi dissero che ero tra i selezionati e cominciarono le proposte editoriali. Nel 2021 ho pagato sei rate da 255 euro ciascuna, come contributo alla pubblicazione di un mio libro di poesie. Poi altri 90 euro per entrare a far parte dell’Agenda dello Scrittore. Da allora ho ricevuto solo la copertina, il resto del libro lo sto ancora aspettando. Mi rivolsi anche a un avvocato, ma le raccomandate inviate alla Fondazione tornavano indietro. E pensare che il premio è supportato dalle più alte istituzioni dello Stato…». Allora andiamo a vedere quali sono queste alte istituzioni.

I patrocini ostentati e mai concessi
Sul sito web e sulle proposte editoriali che Leombruno fa pervenire ai poeti, si legge che il concorso ha il patrocinio della Conferenza dei rettori universitari (Crui), del Comune di Roma, del Ministero della Cultura e, soprattutto, gode dell’Alto patronato del Presidente della Repubblica. Si tratta di credenziali che con ogni probabilità rassicurano anche le importanti banche e aziende che figurano tra gli sponsor. Ebbene, la Crui ci fa sapere che da 16 anni non concede più il patrocinio al premio. Il Comune di Roma: «Non risultano patrocini». Il Mibac: «Il premio non ha mai avuto il nostro patrocinio, né risulta averlo richiesto». Il Quirinale ci scrive di aver concesso l’Alto patronato fino al 2009, nel biennio successivo una targa. Poi più nulla. E comunque, precisa lo staff del Capo dello Stato, «durante la presidenza di Sergio Mattarella il premio non è mai stato destinatario di alcuna forma di adesione».

La guida ai premi letterari
In un Paese di scrittori e poeti com’è il nostro, sono centinaia i concorsi che ogni anno si rivolgono agli aspiranti autori. Per orientarsi, sul sito del Premio Luzi si trova la «Guida ai premi letterari», che avverte: non fidarti dei premi che non indicano prima chi sono i giurati; che chiedono più di 20 euro per partecipare; che non dicono chiaramente quanto e cosa si vince; che non sono trasparenti o diffondono notizie false. L’autore della guida è, ovviamente, Mattia Leombruno. Un capolavoro!