Il Messaggero, 10 giugno 2025
«Il padel ai giochi e io non smetto più»
Dalla terra rossa del Roland Garros ai campi blu del Foro Italico, senza sosta. Sara Errani, a 38 anni, è pronta per una nuova sfida: l’Italy Major Premier Padel. Dopo aver conquistato due titoli Slam in quattro giorni al Roland Garros il doppio misto con Andrea Vavassori e quello femminile con Jasmine Paolini la romagnola è subito volata al Foro Italico.
Errani, come si approccia un Major di Padel dopo i due trionfi di Parigi?
«Di solito dopo eventi importanti come il Roland Garros ci si rilassa un po’, io invece ero già preparata mentalmente a venire qui. Ho voglia di giocare e farlo al Foro Italico è sempre unico».
Cosa si porta da Parigi e Roma?
«La tranquillità e la felicità di aver fatto bene. Quando ho saputo che mi avrebbero dato la wildcard ero felicissima, lo dicevo a tutti. Non vedevo l’ora. Giocare mi diverte e questa per me è la cosa più importante».
Quanto è complicato passare dalla terra rossa a questi campi veloci?
«In realtà sono abbastanza abituata. Quando sono a casa, in Spagna, lo faccio spesso: mi alleno la mattina e poi gioco a padel nel pomeriggio. Era un po’ che non giocavo perché avevo tanti impegni, ma ormai porto sempre anche la “pala” in borsa quando viaggio».
Giocherà in coppia con la giovane promessa Giulia Dal Pozzo. Avete avuto modo di allenarvi insieme?
«Conosco Giulia da tempo perché abita vicino a casa mia e mi piace molto il suo atteggiamento in campo, ha un grande talento. Ci siamo allenate oggi, anche se non abbiamo avuto molto tempo per provare. Dobbiamo giocare subito quindi ci adatteremo alla situazione».
Otto titoli Slam, due solo negli ultimi giorni. Quali sono le sue aspettative per questo Major?
«Sinceramente non ho aspettative. Sono qui per divertirmi e fare del mio meglio. Sono curiosa di vedere il livello delle giocatrici più forti, non vedo l’ora».
Com’è nata la sua passione per il padel? E l’idea di partecipare a questo torneo?
«Ho iniziato giocare in Spagna da quando mi alleno lì, vent’anni fa. Quest’anno ho giocato a Melbourne e a Dubai. Quando ho visto che il Major di Roma ci sarebbe stato subito dopo Parigi, ne ho parlato subito con Luigi Carraro (presidente della Federazione Internazionale Padel n.d.r.)».
Ora la wild card al Foro Italico, nel suo futuro ci sarà una carriera padelistica?
«Non è facile conciliare i tanti impegni, ma sicuramente mi piacerebbe giocare qualche torneo in più quando se ne presenta l’occasione, come questa settimana».
A proposito di futuro, gli ultimi grandi successi negli Slam la motivano o le fanno considerare l’idea di lasciare il tennis nel suo momento migliore?
«Mi danno voglia di continuare. Quando le cose vanno così bene, è difficile dire “smetto”. Il doppio, rispetto al singolo, è meno impegnativo fisicamente. Dopo un singolare mi sveglio con dolori ovunque, mentre col doppio riesco a gestire meglio il fisico. Questo, per me, è un aspetto fondamentale».
Il padel ha influenzato il suo tennis?
«Sì, il padel mi aiuta molto. Non è impegnativo come un singolare di tennis, ma quando gioco le pulsazioni vanno comunque a mille. È un allenamento eccellente. Secondo me aiuta molto anche nel tennis, per via del gioco di mano».
È competitiva nel padel tanto quanto lo è nel tennis?
«Sono competitiva in tutto. Quando entro in un qualsiasi campo, non voglio mai perdere. So che sarà difficile in questo Major, ma la voglia di vincere c’è sempre».
L’obiettivo del padel è quello di entrare a far parte delle Olimpiadi. Cosa ne pensa?
«Lo spero tantissimo. È il mio desiderio più grande da un anno a questa parte. Mi farebbe davvero molto piacere. Se il padel entrasse a far parte delle Olimpiadi, cambierei sport subito. Scherzi a parte, è uno sport bellissimo, in forte crescita in tutto il mondo. Penso che quella sia la direzione giusta».
Ha visto la finale di Sinner contro Alcaraz? Che idea si è fatta?
«L’ho vista a tratti, perché stavo andando in aeroporto. È un grande peccato perdere con match point. Anche a me è capitato a Parigi in qualificazione ed è successo anche a Jasmine. È dura, sei lì a tre centimetri dalla vittoria e poi la partita gira male. Sarà difficile da digerire, ma Jannik è forte».