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 2025  giugno 08 Domenica calendario

Ultimo valzer nello spazio

Cosa penserebbero gli alieni del valzer? L’interrogativo era nell’aria qualche sera fa, mentre l’Orchestra sinfonica di Vienna eseguiva il famoso valzer Il bel Danubio blu di Johann Strauss al Museo di arti applicate (Mak) di Vienna e un’antenna di 35 metri a Cebreros, in Spagna, trasmetteva contemporaneamente la registrazione nello spazio.
Secondo l’ente del turismo di Vienna, che ha organizzato l’evento al Museo di arti applicate in collaborazione con l’Orchestra sinfonica di Vienna e l’Agenzia spaziale europea, trasmettere la musica nel cosmo è stato un tentativo di correggere, per così dire, la storia. Nel 1977, quando le sonde spaziali Voyager 1 e 2 lasciarono la Terra con due copie del Golden Record, che contiene immagini, suoni e musica della Terra, il valzer Il bel Danubio bludi Strauss non fu incluso. Per l’ente turistico di Vienna, che quest’anno celebra il 200° anniversario dalla nascita di Strauss, si trattò di un errore. Dopotutto, Strauss era l’equivalente ottocentesco di una popstar. E Tim Dokter, direttore artistico dell’Orchestra sinfonica viennese, conferma che all’epoca ogni composizione per valzer era come un nuovo singolo di successo. «La gente lo aspettava con ansia, dicendo: oh, oggi è uscito un nuovo valzer», spiega Dokter e aggiunge: «Era qualcosa di nuovo su cui ballare, come una nuova canzone techno». Con Voyager 1 già a oltre 15 miliardi di miglia dalla Terra (il più lontano oggetto mai lanciato dall’uomo nell’universo) non c’è modo di apportare modifiche al Golden Record. Invece Il bel Danubio blu – che viaggia come un’onda elettromagnetica alla velocità della luce – supererà la navicella spaziale e continuerà a volare nello spazio profondo. Gli alieni potranno accedere alla registrazione? «Se gli alieni avessero una grande antenna, ricevessero le onde e leconvertissero in musica, potrebbero sentirla», chiarisce Josef Aschbacher, direttore generale dell’Agenzia spaziale europea. Mentre l’altra sera l’Orchestra sinfonica di Vienna si esibiva al Museo di arti applicate, a pochi passi di distanza, su uno schermo gigante dello Strandbar Herrmann – un locale alla moda situato sulle rive del canale del Danubio e dotato di ombrelloni, tavoli, una spiaggia di sabbia con sedie a sdraio e una serie di bar – veniva trasmesso un video del concerto. Con temperature che sfioravano i 30 °C, sembrava l’inizio ufficiale dell’estate a Vienna e il locale all’aperto era gremito.
Tra decine di file di sedie pieghevoli in tela, Matej Sirotek, 27 anni, e la sua ragazza, Alzbeta Malkova, 26 anni, hanno aspettato l’inizio dello spettacolo, con una bottiglia di vino in un contenitore termico infilato nella sabbia tra di loro. I due sono venuti da Praga per il fine settimana per festeggiare il compleanno di Malkova. Sirotek si è chiesto come un essere alieno che ricevala musica possa interpretarla. «Potrebbero vederla come una minaccia, forse» ha ipotizzato. Malkova ha riso. «E poi domani ci sarà l’apocalisse o qualcosa del genere», ha aggiunto guardando il cielo che si oscurava.
Quando è iniziato il live streaming del concerto, la folla sembrava divisa: metà stava seduta in silenzio, con gli occhi fissi sullo schermo, l’altra metà pareva ignara di tutto, continuando a chiacchierare, sorseggiando cocktail estivi e fumando sigarette elettroniche. Prima di suonare Il bel Danubio blu, l’orchestra ha eseguito diverse altre composizioni legate allo spazio, tra cui il quarto movimento della Sinfonia n. 41 in Do maggiore (K. 551 Jupiter) di Mozart eThe Unanswered Question di Charles Ives. Chantal Sturm, 24 anni, si è seduta di spalle allo schermo con il suo ragazzo, Fabian Bergman, 27 anni. I due sono capitati lì per caso.
Bergman era più entusiasta. «È molto tipico di Vienna accompagnare tutto con musica classica», ha detto. «Mi piace molto. Penso che faccia parte della nostra storia. C’è una lunga serie di compositori che hanno plasmato la musica così com’è oggi». Quando la luce del sole è svanita completamente e un sottile spicchio di luna ha fatto capolino, una colonna di luce proveniente dal Museo delle arti applicate è apparsa nel cielo notturno. I graffiti che decoravano le pareti del canale del Danubio sono svaniti nell’ombra; una barca da diporto che scivolava sull’acqua ha brillato di luci.
Alle 21,30, dopo che il conto alla rovescia sullo schermo è arrivato a zero e l’orchestra ha iniziato a suonare Il bel Danubio blu, sempre più persone si sono affollate ai bordi delle file di sedie per guardare. Una donna ha abbracciato la sua amica, che si asciugava le lacrime con un fazzoletto. Pochi minuti dopo, quando la musica è ricominciata, le due hanno iniziato a ridacchiare e a girare in tondo.
Vicino a loro, una giovane coppia ha posato i bicchieri di plastica con i drink per terra e ha iniziato un tentativo un po’ alticcio di valzer. Irene Stockner, 58 anni, era in piedi il più vicino possibile allo schermo, rapita. «Quasi tutti gli austriaci conoscono questo valzer», ha spiegato Stockner, che è originaria di Vienna. «Siamo cresciuti con questo brano, con Johann Strauss, e all’età di 14 anni abbiamo iniziato ad andare ai balli e a ballare Il bel Danubio blu e altri valzer. Anche ogni Capodanno. Ci sono così tanti ricordi». La sua amica, Maja Endres, 62 anni, ha aggiunto che ascoltare questo valzer è «come tornare a casa». Dall’altra parte del bar sulla spiaggia, Anna Drujan, 27 anni, stava seduta con un gruppo di amici. Si sono imbattuti nello spettacolo per caso dopo aver trascorso il pomeriggio sul Danubio, a poche fermate di metropolitana. «Per me è stata una sorpresa, un po’ postmoderna», ha commentato Drujan. «Stiamo ascoltando musica classica e allo stesso tempo la trasmettiamo nello spazio, siamo seduti qui a guardarla sullo schermo e l’orchestra è a una strada di distanza». Accanto a lei, il suo amico Jakob Moritz, 26 anni, si è detto inizialmente scettico riguardo all’evento. «All’inizio mi sembrava un po’ una trovata di marketing, finta», ha confessato, «ma con la giusta dose di spritz, è stata un’esperienza molto piacevole. Il brano sembrava proprio di nuotare o fluttuare nello spazio. L’ho ascoltato in modo completamente nuovo».