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 2025  giugno 09 Lunedì calendario

“La cafoneria comanda: è meglio il cachemire comunista che la destra”

È un tempo cafone, vero Carlo Rossella?
Chi come me ha sempre avuto un certo stile, osserva in silenzio tutta questa cafoneria.
Seta, lana merino, stoffe pregiate e vestiti di altissimo rigore sartoriale. Sia nel parlare che nel vestire Rossella si tiene ai piani alti della società.
Utilizzo parole dalla tonalità contenuta, non serve gridare e non serve eccedere. Le parole poi sono sempre coniugate al piacere dell’apparire in modo elegante. La ricercatezza è virtù ormai consegnata a una minoranza.
Grandi sarti per grandi firme.
E camiciai di enorme spessore, questo va detto.
Una camicia almeno duecento euro.
Ma che dice? Molto di più.
Il suo armadio sarà equiparabile a un caveau.
Non esageri. Ma le mie cose le ho tutte pagate.
Intransigente e di sinistra.
Sono sempre stato comunista. Pienamente, compitamente, fervidamente.
Di là dicono che i comunisti spesso hanno il cuore a sinistra e il portafogli a destra.
È il modo di dire di chi non ha altro da dire.
Fa effetto, però.
Ho guadagnato bene e i lussi me li sono pagati da me. Nessuno sconto. Tutto fatturato. Le idee non hanno prezzo
Eppure amico di Silvio Berlusconi.
Stima professionale, grande vicinanza ma lui sapeva che non ci sarebbe stata alcuna possibilità di farmi cambiare idea. Diceva: “Carlo è un mio amico anche se non mi vota”.
Rossella non è mai stato elettore di Forza Italia? Dica lo giuro.
Giuro e stragiuro. Sempre Pci e i suoi eredi legittimi, fino all’odierno Partito democratico.
Quelli di destra, che lei deplora così spesso fino a rabbrividire per i loro modi un po’ troppo grossier, dicono che lei è il capofila del partito del cashemire contro Giorgia Meloni.
In realtà dicono cosacce assai più grevi sul mio conto che non mi va di riferire.
Un giornalista che non riferisce è come l’attaccante che rifiuta di tirare il calcio di rigore. Può Rossella negarsi al dovere di cronaca? Io non voglio crederci.
Beh, dicono che non capisco un cazzo di politica.
E se pure fosse?
Vabbè, lo dicono ma non mi addolora questa considerazione. Resto concentrato e convinto che tutta questa cafoneria ha un odore indiscutibile.
Lei dice che il tempo cafone è perchè la destra è cafona?
Grossier è la parola che illumina il concetto. La destra è concettualmente sguaiata ed è formidabile nel farsi rappresentare da personalità che definiscono l’idea.
Per esempio?
Ignazio La Russa: la destra è questa qui.
La società è più inviperita, la televisione più scurrile, i social più violenti.
Non mi parli dei social, mi allontano anche fisicamente da chi li frequenta.
Vede uno che clicca sull’ipad e si allontana per paura di essere contaminato?
Pratico la solitudine ingegnosa e liberatoria.
Chi è solo spesso è perchè vorrebbe stare in compagnia e non ci riesce.
Pensa che sia invidioso? L’invidia è una perdita di tempo. Quel che ho fatto ho fatto. Adesso osservo e guardo un’Italia che ha i caratteri alquanto ripugnanti.
Secondo me l’abito non fa il monaco.
Sul punto la correggo: l’abito spesso fa il monaco e viceversa. Ogni monaco per dirsi tale abbisogna dell’abito che ne interpreti la vocazione.
Rossella è inviperito con la destra. Ma perché?
Si può sapere la destra cosa ha fatto di buono nel mondo quando ha governato? Solo cose terribili.
Oggi si vota per il referendum.
Si, sì, sì, sì, sì. Si va al seggio e si vota come si deve.
Ma lei ha tanto ammirato Matteo Renzi. I quesiti contestano proprio le sue scelte al tempo in cui fu premier.
Che c’entra? Mi piaceva per la chiarezza della sua esposizione, la limpidezza delle posizioni. Oggi mi piace Mario Draghi.
Ora c’è Giorgia Meloni al timone della Repubblica.
Per l’appunto dico: sono e resto comunista, fino alla fine.