il Fatto Quotidiano, 9 giugno 2025
Concordato. Tremonti inventò l’8 x mille e Bettino guardò il ritratto di Garibaldi: “Ti chiedo perdono”
Fu Giulio Tremonti, non ancora ministro colbertista del berlusconismo andreottiano, a inventare nel 1984 la formula dell’8 per mille alla Cei. Racconta Giambattista Scirè: “Fu questo uno strumento, ideato da Giulio Tremonti, presente nello staff di Craxi, che scartava la soluzione ch’era stata proposta in ambito ecclesiale e che avrebbe preferito la devoluzione dei patrimoni dei benefici ecclesiastici ai rispettivi istituti diocesani e l’accorpamento delle ex congrue in un’unica somma da versare alle singole diocesi, e che faceva emergere – forte e finanziariamente autonomo – il ruolo della Cei: una forza ‘parapolitica’, ben sostenuta e organizzata”.
Non un partito, dunque, ma un’impresa decisamente sì. Vent’anni dopo, nel 2004 – continua Scirè – fu Alberto Melloni, storico della Chiesa, ad annotare che l’8 per mille dell’Irpef dei cittadini contribuenti (più la quota ripartita dalla somma dei cittadini che non scelgono) “permise alla Chiesa di ricevere gran parte del gettito fiscale, trasformandola in una delle prime ‘imprese’ italiane per utile netto”.
Giambattista Scirè è uno storico e ha scritto il primo libro in assoluto che analizza sotto l’aspetto sociale e politico l’iter di revisione dei Patti Lateranensi del 1929 tra fascismo e Chiesa e che si concluse con l’accordo di Villa Madama a Roma del 18 febbraio del 1984. Due i protagonisti sulla scena, alle dodici di quel giorno: Bettino Craxi, primo presidente socialista del Consiglio, e il cardinale segretario di Stato Agostino Casaroli, l’equivalente del premier italiano. Il libro s’intitola Laicità tradita. La revisione dei patti tra Stato e Chiesa in Italia (1967-1984) (Carocci, 128 pagine, 15 euro), esce venerdì 13 giugno ed è molto attuale dopo le recenti polemiche sull’8 per mille suscitate dal cardinale Matteo Zuppi, capo dei vescovi italiani, che ha accusato lo Stato di aver cambiato unilateralmente la legge sull’8 per mille, aggiungendo una sesta tipologia di destinazione alle cinque esistenti.
Scirè parla di laicità tradita perché l’accordo del 1984 fu al solito frutto delle sole diplomazie concordatarie, escludendo Parlamento, fedeli cattolici e società civile, e figlio di un opportunismo improvvisato di Craxi nel perimetro di un ambizioso riformismo in competizione coi comunisti (non dimentichiamo che il Pci di Togliatti a sorpresa votò per l’inserimento in Costituzione, all’articolo 7, dei Patti del 1929).
In realtà, il libro ripercorre tutti i tentativi fatti per revisionare il Concordato clerical-fascista a partire dai Sessanta, le divisioni che attraversarono maggioranza e opposizione e l’impatto avuto dalla vittoria del frone laico nel referendum sul divorzio (1974). Scirè incasella organicamente i retroscena di questi fallimenti fino al revisionismo craxiano che si avvalse di collaboratori decisivi come Gaetano Arfè, Gennaro Acquaviva e Francesco Margiotta Broglio. E quando nell’ottobre del 1983 l’accordo venne in pratica siglato, Craxi nel suo ufficio guardò il ritratto di Giuseppe Garibaldi e disse beffardo: “Ti chiedo perdono”.