il Fatto Quotidiano, 9 giugno 2025
Ma mi faccia il piacere
Ollio e Ollio. “Renzi a Calenda a Milano: ‘Due popoli e due stati’” (Repoubblica, 7.6). Uno per Renzi e uno per Calenda.
Un grande vuoto. “Oggi, a piazza San Giovanni, non ci saremo” (Michele Magno, Riformista, 7.6). Ma infatti, in piazza era tutto un passaparola: “Ma ‘ndo sta Michele Magno? E soprattutto: chi cazzo è?’”.
Strepitoso successo. “La città che cambia. Giubileo, corsa contro il tempo per chiudere metà dei cantieri. Resta il 54% da finire” (Corriere della sera, 4.6). Con calma, tanto il Giubileo è iniziato appena sei mesi fa e finisce tra soli sei mesi.
Bis. “Gualtieri all’evento del Messaggero: ‘Roma pensi in grande: modello Giubileo bis’” (Messaggero, 5.6). Grazie, ma ci è bastato il primo.
La valanga. “Travolti dalle adesioni. Già oltre duemila firme sotto scrivono l’appello ‘Dalla parte di Israele’” (Riformista, 4.6). Transennate la buca delle lettere.
Gentildamus. “Se confermata dai risultati finali, la vittoria del sindaco di Varsavia Trzaskowski, e di Tusk, sarebbe un duro colpo all’offensiva per esportare i valori Maga in Europa” (Paolo Gentiloni, Repubblica cartacea, 2.6). “In Polonia, al contrario di quanto era avvenuto in Canada e in Romania, il candidato di Donald Trump ha avuto la meglio, contraddicendo i primi exit poll” (Gentiloni, Repubblica web, 2.6). E pazienza, è andata così.
Rigor Pauli. “Gentiloni, il Calmo. Non dice come vota al referendum (ma vota) e fa asse con Fitto. Il suo ‘grande’ futuro” (Foglio, 3.6). Pare che dorma.
Non vale. “Tajani cerca un ‘dialogo’ con Tbilisi. L’eurodeputata lituana del Ppe: ‘Non cedete al governo georgiano’” (Foglio, 5.6). Se passa l’idea che vince chi ha più voti, è la fine.
È fatta. “Kiev, la mossa perfetta. Putin non può più imporre la sua pace” (Stefano Stefanini, Stampa, 7.6). “La Russia ora è più debole” (Messaggero, 3.6). “La guerra è un vero disastro per l’armata russa” (Dubbio, 5.6). “L’operazione Ragnatela ha cambiato la guerra. L’attacco ucraino in Siberia ha spezzato l’attuale ritmo di lanci missilistici delle forze armate di Mosca” (Domani, 7.6). “Il Cremlino è ridotto a una tigre di carta. Ora l’Ucraina può vincere” (Bernard-Henry Lévy, Stampa, 8.6). “Kharkiv, l’attacco più duro” (Stampa, 8.6). “Kharkiv, missili a raffica” (Repubblica, 8.6). “Ondate di missili russi più potenti per terrorizzare l’Ucraina” (Repubblica.it, 7.6). “Attacchi su Kharkiv e Kherson: ‘Tra i più potenti finora’” (Corriere.it, 7.6). Ma vi drogate?
Il passante. “Caltagirone: ‘Nuove regole per cambiare. Rompere con gli interessi particolari’” (Messaggero, prima pagina, 6.6). Per dire gli interessi particolari, c’è persino qualche malalingua che insinua qualche interesse di Caltagirone nel Messaggero.
La confessione. “Zelensky: ‘Chi dà alla guerra più tempo è complice di Putin’” (Ansa, 6.6). Ma quindi Zelensky e l’Ue sono complici di Putin?
La pistola fumante/1. “Ermanno Cappa, l’influente e austero avvocato sulla rubrica dell’amata nipote Chiara – che da sempre lo ‘idealizza’ come preciserà Stasi – è presente come ‘Zio Erman’ o ‘Erman Uff’ con ben cinque numeri. Tre dell’ufficio a Milano e due cellulari. E un secondo apparecchio, ‘apribile e di piccole dimensioni’, avrebbe pure Chiara a sentire la sua collega d’ufficio Francesca Di Mauro” (Repubblica, 1.6). Beh, se la nipote ha memorizzato i numeri dello zio, è ovvio che Stasi non può averla uccisa.
La pistola fumante/2. “E papà Cappa disse a Stefania: ‘Quel cretino lo incastreranno’” (Repubblica, 3.6). Quindi non ci piove: se è cretino, è innocente.
La pistola fumante/3. “Garlasco, ecco gli audio di Sempio: ‘I magistrati vogliono finire in fretta’” (Repubblica, 4.6). Beh, ma allora è chiaro che l’assassino è lui.
Legalizzare la mafia. “La bufala sulla ‘legalizzazione del terrorismo di stato’ e il vero ruolo dei servizi segreti. Parla Mori” (Foglio, 6.6.). Preferiva quando si legalizzava la trattativa Stato-mafia.
Rivedere. “Ora voglio rivedere il codice di procedura” (Carlo Nordio, ministro FdI della Giustizia, Stampa, 6.6). Ecco, bravo, ridagli un’occhiatina, così magari ti ricordi qualcosa.
Il titolo della settimana/1. “Salis, immunità a rischio. ‘È una persecuzione’” (manifesto, 5.6). No, è un processo.
Il titolo della settimana/2. “Due popoli, due stati. Il mantra europeo gradito a Hamas” (Giuliano Ferrara, Foglio, 2.6). Ma non era gradito all’Onu dal 1947?
Il titolo della settimana/3. “L’Europa è davanti a una svolta epocale. Ma il monito di Draghi resta inascoltato” (Alessandro Penati, Domani, 2.6). Oh no, e adesso come facciamo?
Il titolo della settimana/4. “Brusca è libero: ma rimane il pentito che compiace i pm” (Dubbio, 6.6). Perché si ostina a dire la verità.
Il titolo della settimana/5. “Salvini: ‘Ponte sullo Stretto al via entro l’estate’” (Verità, 6.6). Ma si scorda sempre di precisare l’anno.
Il titolo della settimana/6. “Meloni-Macron, lunga vita all’agenda Macroni” (Foglio, 4.6). È sepolta accanto all’agenda Draghi.