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 2025  giugno 08 Domenica calendario

Intervista a Federico Zampaglione

Correva l’anno Duemila. Il gladiatore giurava vendetta al cinema. Agli Europei l’Italia perdeva in finale con la Francia. Alla radio non si sentiva che La descrizione di un attimo. «Ma che dite? All’inizio non se la filava nessuno, fu un mezzo flop». Lo dice Federico Zampaglione, frontman dei Tiromancino e tante altre cose: cantautore, regista horror, fumettista, ex compagno di Claudia Gerini, padre innamorato di Linda, la sua “bambina” di 21 anni. Marito di Giglia Marra, attrice, sposata in un giorno d’estate cinque anni fa in Puglia, tra amici, ulivi e taralli. Ora ci sono i palchi. L’11 giugno parte “La descrizione di un viaggio – Tour25”, prima tappa a Castel Raimondo in provincia di Macerata. Perché, se è vero che La descrizione di un attimo stentò a decollare, dall’anno successivo macinò successi. Per festeggiare i 25 anni si riparte.
Come avvenne la svolta?
«Fu il video a rendere la canzone virale. A vederlo oggi, ancora fa ridere: Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea fanno la parodia della parodia con cui Raimondo Vianello e Sandra Mondaini chiudevano un varietà del sabato sera, lui Tarzan, biondissimo, lei Jane».
Il varietà era “Noi no!”. Lo vedeva?
«Facevo le elementari e non perdevo una puntata. Mandai la cassetta a Sandra e Raimondo, risero come matti».
Nel tour canterà anche “Mi rituffo nella notte”, il nuovo singolo. Lei ha cominciato a fare musica proprio nelle notti romane di fine millennio.
«La sera si andava al Locale, in un vicoletto dietro piazza Navona. Un posto magico, incontravi chiunque avesse un sogno. Eravamo pischelli: Pierfrancesco Favino faceva il buttadentro, Flavio Insinna staccava i biglietti, sul palco si esibivano i Subsonica con le sigle dei cartoni animati. Poi Max Gazzè, Daniele Silvestri, Marco Giallini, Niccolò Fabi, Edoardo Leo...».
Giallini, Leo, Favino… Il “circoletto” degli attori che lavorano sempre è nato là?
(Ride) «Guardi, se certe persone continuano ad avere successo dopo trent’anni, è perché si sono fatte un gran c..o. Sono bravi».
Ha 56 anni: è diverso il modo di affrontare un concerto?
«Lo spirito è lo stesso. Certo, ora sul palco trovo tutto pronto. Un tempo c’era un furgone in cui caricavamo ogni cosa. Noi compresi».
Invecchiare le fa paura?
«No. Acquisisci consapevolezze e ti commuovi di più».
Cosa la fa piangere?
«Anche una canzone. E le ingiustizie. Non riesco a pensare ai bambini di Gaza...».
Ieri la manifestazione a Roma. È vero che sta organizzando un concerto per la Palestina?
«Sì, e non c’è nulla di politico dietro. Quando c’è stata la strage del 7 ottobre ho pianto, ero con un amico israeliano. Ma non si può restare fermi vedendo tanta morte e distruzione. L’evento sarà per raccogliere fondi».
Lei è un regista “de paura”, come avrebbe detto Corrado Guzzanti.
Come mai l’horror? E film romantici?
«Li odio. L’horror e il mistero invece...La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati è un punto fermo. Per non parlare di Suspiria,di Dario Argento».
A proposito di Argento. È vero che una volta, mentre era insieme a lui, Tim Burton lo ha visto e si è inginocchiato?
«Eravamo a una prima al cinema Adriano. Ha fatto bene a inginocchiarsi: Dario è un maestro».
Lei ha paura?
«Quando giro un film e immagino le scene ho gli incubi, mi agito. Ma l’horror mi dà adrenalina. Da ragazzino facevo disegni con scheletri e zombi e li regalavo ai compagni di classe. La preside chiamò mio padre, “gli dica di smettere”. Nella vita però, non ho paura».
Nemmeno della morte?
«Ci sono andato vicino. Un intervento che sembrava semplicissimo ma sono subentrate complicanze e dolori allucinanti.
Tutti preoccupati».
Anche lei?
«Sì, ho sempre immaginato che la morte arriva ma prima ti ammali, vivi con gli acciacchi, poi passi a miglior vita. Invece ero incredulo.
Pensavo: “ma tu guarda che me ne vado così, in quattro e quattr’otto”.
In corsia ho scritto la canzone Il cielo.Il che mi faceva temere ancora di più: “se non torno a casa, chi la sente?».
Cosa la spaventa per sua figlia?
«Il mondo di adesso. Quando esce la sera le dico stai attenta qua, stai attenta là. Chiedo la posizione su whatsapp per controllarla».
Califano ha voluto come epitaffio “Non escludo il ritorno”, titolo di una brano scritto insieme.
«Quanto era ironico. E malinconico. Mi dispiace che in vita non abbia avuti i giusti riconoscimenti».
La sua ex compagna Claudia Gerini, mamma di Linda, è amica di Giglia, sua moglie. Le donne della sua vita sono state brave…
«Ma sono stato bravo anche io… Gli equilibri non si creano da soli. Bisogna stare attenti a cosa si dice, a cosa si fa. Insomma, l’armonia c’è ma bisogna saper camminare tra le uova».