il Fatto Quotidiano, 8 giugno 2025
“Intenso utilizzo” e pure “guerra dei dazi”: il Veneto compra già i pc per il dopo-Zaia
La corsa per la successione al doge Luca Zaia ancora non è nemmeno iniziata ma in Veneto è tutto già pronto per l’avvio della prossima legislatura. La Regione già ha speso per ciascuno dei 50 futuri consiglieri – riconfermati o al primo giro – oltre 2.500 euro per i notebook ultimo modello che avranno in personale dotazione e con tutti gli accessori del caso, compreso il trasportino in materiale ecologico. Per un conto di 127.368 euro, servito per acquistare 60 dispositivi in tutto (10 in più per stare larghi), un po’ po’ di corredo “scolastico” che a quanto pare era indispensabile rinnovare.
Sì, perché i notebook per i consiglieri ormai uscenti dopo “cinque anni di intenso utilizzo devono essere sostituiti” si legge nella delibera che ha disposto l’affidamento all’esito di una procedura all’insegna del “presto che è tardi”. Ora manca solo un dettaglio: per chi suonerà la campanella?
Ad ogni modo la spesa vale l’impresa vista l’evidenza che “tali dispositivi risultano indispensabili per l’efficace svolgimento delle attività istituzionali dei consiglieri regionali, anche in considerazione dell’ormai avanzata digitalizzazione dei procedimenti istituzionali e amministrativi”, ha scritto nero su bianco il dirigente capo del Servizio Bilancio del Consiglio regionale del Veneto nella delibera adottata alla luce dell’urgenza e da Trump.
Come, come?
I notebook dovranno essere pronti e configurati “per i primi di ottobre/novembre, periodo nel quale si insedierà la XII Legislatura. Pertanto è opportuno, considerati i tempi di consegna e di installazione stimati dall’Ufficio sistema informativo, provvedere con congruo anticipo a tale acquisto”. Anticipo giustificato non solo dall’avvicinarsi delle urne ma pure dalla situazione geopolitica visto che “su tali tempi di approvvigionamento incidono anche le incertezze indotte dalle tensioni internazionali in materia di importazione/esportazione di beni e servizi (c.d. guerra dei dazi)”.
E allora che fare? Facilissimo: scartata a monte l’ipotesi di tenersi quelli vecchi, non potendo aspettare la nuova edizione della convenzione di acquisto Consip prevista per luglio, ed evitata come la morte quella ormai chiusa a febbraio (che avrebbe consentito di accedere a modelli di portatili risalenti al 2022 e dunque “non in linea con le più recenti evoluzioni tecnologiche e di mercato”), spippolando un po’ sulla rete è stata trovata un’offerta degna, sotto il profilo tecnico e pure a quanto pare conveniente.
Comunque da prendere al volo “appurato su indicazione dell’Ufficio sistema informativo, che i dispositivi acquisiti nel 2020, dopo 5 anni di intenso utilizzo devono essere sostituiti, anche in considerazione dell’avvenuta scadenza dei contratti di manutenzione che ne garantivano la riparazione nonché dell’inevitabile e rapida obsolescenza che caratterizza tale genere di dispositivi.” Nel 2020 i notebook acquistati erano stati 152, di cui 50 destinati ai consiglieri rientranti all’avvio della XI Legislatura e 24 da destinarsi a scorta di magazzino. Che fine faranno?