Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  giugno 07 Sabato calendario

“Gangs of Gaza”: i clan armati spadroneggiano grazie ai raid di Israele

Un oscuro criminale di origini beduine capobanda di una gang di rapinatori, contrabbandieri, trafficanti e molto altro, è l’uomo scelto dagli strateghi dell’Idf per minare il potere di Hamas nella Striscia di Gaza. Yasser Abu Shabab è il leader di una milizia palestinese nel sud di Gaza che è stata armata nell’ambito di un’azione per gli aiuti umanitari volta a indebolire Hamas. Abu Shabab, il cui gruppo ha negato di aver ricevuto armi da Israele, è un beduino sulla trentina.
Ha potere nella parte orientale di Rafah, un’area vicina a un importante valico di confine tra Israele e Gaza. Per mesi, palestinesi e funzionari umanitari internazionali lo hanno accusato di aver saccheggiato i camion degli aiuti umanitari diretti ai centri di distribuzione in tutta Gaza, dove la fame è molto diffusa. Ora l’accordo con gli israeliani lo proteggerebbe. Il suo è uno dei clan emergenti nel caos dell’enclave palestinese, si stanno affermando sfidando l’autorità di Hamas.
In realtà l’influenza di questi clan è precedente all’attuale conflitto ed è radicata in reti di contrabbando che trafficano armi, droga, sigarette e prodotti elettronici provenienti da Egitto e Israele. La capitale di tutti i traffici è sempre stata Rafah – la città tagliata in due dal confine con l’Egitto.
Nel corso degli anni, Hamas ha raggiunto accordi con alcuni clan, arrivando talvolta a collaborare con loro. Negli anni d’oro del contrabbando, quando in Egitto comandava il presidente Morsi, i tunnel sotto il confine sono arrivati a essere più di 600. Passava di tutto: dai camion alle auto, frigoriferi, mobili, computer, telefonini, benzina, uomini e animali per lo zoo. Su tutto Hamas – che aveva i suoi tunnel per le armi – prendeva una tassa del 7 per cento.
Il clan più influente in questo momento sembra essere quello guidato da Yasser Abu Shabab. La sua famiglia Tarabin, una tribù che estende le sue propaggini nel Sinai, è una delle 12 che popolano la penisola egiziana – che ha ampliato la propria presenza nel sud di Gaza, operando all’interno di un’area sotto il diretto controllo delle Forze di difesa israeliane.
Il gruppo è composto da circa 300 uomini armati. Dopo essere stato espulso da Rafah, il clan ha operato con aggressività nel nord e nel sud della Striscia. Fonti palestinesi indicano che il gruppo Abu Shabab si occupa sia di proteggere i convogli umanitari, sia di saccheggiarli. A metà aprile, quattro membri della milizia sono stati uccisi da un ordigno esplosivo piazzato da Hamas.
Sebbene Hamas abbia inizialmente affermato che l’attacco avesse preso di mira un’unità israeliana sotto copertura, è emerso in seguito che le vittime erano invece membri del gruppo di Abu Shabaab.
Un altro clan influente è quello di Dughmush, noto anche come Dajmash, proveniente da Tel al-Hawa e al-Sabra a Gaza City. Un tempo li avevano soprannominati i “Sopranos” della Striscia. È una “famiglia” numericamente importante, sono quasi 6.000 i suoi membri, impegnati da sempre in quasi tutti i traffici della Striscia. Questo clan fu coinvolto nel rapimento del caporale israeliano Gilad Shalit nel 2006 ed è stato infine protagonista di violenti scontri con Hamas. Il suo leader è stato ucciso lo scorso anno, C’è poi il clan Abu Tir, che operava a Khan Younis ed era specializzato nel contrabbando dal Sinai. Quindi il clan Al Kashk, di Gaza City, strettamente legato ai centri di autorità locali. Poi il clan Abu Risha, attivo a Rafah e legato a gruppi salafiti filo-Isis, il clan Shawish, relativamente piccolo, ma attivo nel nord di Gaza. Infine il clan Baraka, affiliato in qualche modo ad al-Fatah e operante principalmente a Gaza City. La motivazione comune di queste gang islamiche è il desiderio di potere e ricchezza piuttosto che l’ideologia. In questo momento stanno sfruttando la posizione indebolita di Hamas per espandere la propria influenza. Creano caos e dietro di loro c’è il vuoto. Esattamente quello che vuole Benjamin Netanyahu.