Libero, 6 giugno 2025
Il comune salutista contro le salamelle della sagra
Via la fiera zootecnica: la sostituirà una fattoria didattica. Passi. Depennata anche la sfilata dei trattori. Passi anche questo. Stop alla «Gran busecada», il concorso per eleggere la miglior “busecca”, ovvero la miglior trippa, e stop pure all’“urtaja”, il concorso che premia i migliori ortisti. E qui si vacilla fortemente. Niente “salaminata” offerta agli anziani perché le salamelle «fanno male alla salute». È chiaro, siamo al delirio. Il cambio del nome, da Sagra di San Fermo a Sagra della Salute. È ufficiale: la sinistra ha deliberatamente deciso di calpestare 415 (quattrocentoquindici!) anni di storia, cultura e radici profonde.
Albiate, nemmeno settemila anime in Brianza (monzese), è in subbuglio. In piazza, nei negozi, nelle corti: tutti parlano delle follie messe nero su bianco dalla nuova amministrazione comunale (civici di area progressista) a proposito della festa patronale di San Fermo in programma come ogni anno ad agosto. Uno stravolgimento totale che agli “Amici di San Fermo”, l’associazione nata nel ’99 che si è sempre occupata della gestione dell’evento, è andato di traverso. Il consiglio direttivo ha così deciso di sfilarsi: verrà organizzata solo la rassegna di “Aspettando San Fermo”, seppur non più nella cornice di Villa Campello, con quattro appuntamenti da stasera a fine luglio (una sfilata sotto le stelle, una passeggiata sul Lambro, uno spettacolo in dialetto brianzolo, un concerto musicale).
«Fino allo scorso anno si è sempre lavorato d’intesa con il Comune. Il clima è cambiato con la nuova amministrazione comunale: fin dai primi incontri, in vista dell’edizione 2025, la giunta ha sollevato critiche sulla passata gestione della sagra, dal bar che deturpa l’estetica di Villa Campello a problemi di sicurezza, anche per gli animali», ha spiegato alla stampa locale il presidente dell’associazione, Sergio Sala. Aggiungendo: «In verità anche noi eravamo convinti che fossero necessari alcuni cambiamenti e che la nuova amministrazione avesse il diritto e il dovere di proporre iniziative, ma la discussione non è stata neppure aperta: gli incontri si sono ridotti a mere comunicazioni su come si sarebbe dovuta fare la sagra, senza chiedere un parere a noi che la sagra la facciamo da tanti anni. Insomma, ci hanno trattato come pura manovalanza». Non solo: «L’amministrazione comunale era arrivata addirittura a imporci di cambiare il nome da “Aspettando San Fermo” a “Estate Albiatese”», ha sottolineato Sala. Il futuro? Chissà.
Intanto, l’ideologia iper-salutista e green della sinistra è riuscita nell’impresa di cancellare le tradizioni contadine della Brianza. E non regge la giustificazione del sindaco, Vanessa Gallo, che ha spiegato di aver voluto «dare un approccio più olistico alla sagra, arricchendola con il tema salute» visto che Albiate «fa parte della Rete delle città sane». La Lega non ci sta: «Il centrosinistra dimostra la consueta mancanza di buon senso e va a sacrificare sull’altare delle proprie visioni ideologiche una delle sagre più antiche e rinomate della Brianza. Ma veramente siamo arrivati al punto di cancellare da una sagra che lo scorso anno ha compiuto 415 anni anche i principali piatti della nostra cucina tipica, che peraltro si fonda sui derivati della carne del maiale? È davvero incredibile anche solo pensarle certe idiozie», ha attaccato Alessandro Corbetta, capogruppo del Carroccio in Consiglio regionale. Gli anziani, quest’anno, dovranno accontentarsi di una fettina di torta anziché della canonica salamella. «Se gli diciamo che in piena estate è bene evitare di uscire nelle ore più calde, meglio una scelta più light per la merenda pomeridiana», ha sentenziato il sindaco. Siamo certi che agli arzilli vecchietti di Albiate e dintorni farà più male (al cuore, ed è molto peggio) la tradizione buttata nel cestino piuttosto che un’innocua salaminata per festeggiare San Fermo.