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 2025  giugno 06 Venerdì calendario

Cosa c’è dietro la guerra della «Nutella» algerina che in Francia è stata vietata

C’è una crema spalmabile alla nocciola che divide la Francia e l’Algeria e soprattutto fa sentire i franco-algerini esclusi dal Paese in cui vivono. Si chiama El Mordjene, ma molti la conoscono come la «Nutella algerina», e parte del problema – che chiama in causa anche l’Italia – è proprio questo. Così la crema algerina alla nocciola è diventata il simbolo di tutta una serie di tensioni che attraversano il mondo contemporaneo: la forza propulsiva della viralità online, la globalizzazione a senso unico del capitalismo, il neo-protezionismo, gli strascichi del colonialismo con le tensioni geopolitiche tra Europa e Africa, il ruolo degli immigrati e dei loro discendenti nei Paesi europei. Lo racconta Lauren Collins in un articolo magistrale sul New Yorker.
La crema dolciaria prodotta dalla Cebon
La crema alle nocciole El Mordjene è prodotta dal 2021 dall’azienda dolciaria algerina Cebon. Disponibile anche in Francia, fino all’anno scorso era poco conosciuta. Poi in estate hanno iniziato a parlarne una serie di influencer in particolare di origine algerina e in particolare su TikTok. Le vendite di El Mordjene – soprattutto la sua versione bianca al cacao – sono esplose: i piccoli negozi di alimentari stranieri, dove si trovava fino ad allora, hanno iniziato a venderne migliaia di barattoli al giorno, il prezzo è raddoppiato e la catena di supermercati Carrefour ha annunciato che avrebbe venduto la crema algerina. Poi all’inizio di settembre le dogane francesi (dal porto di Marsiglia all’aeroporto di Parigi) hanno bloccato le importazioni di El Mordjene. All’inizio, non era chiaro perché i carichi fossero stati fermati.
Il divieto del ministero dell’Agricoltura francese
«Su un modulo, i funzionari doganali hanno scritto che la crema da spalmare sembrava «violare il marchio, i disegni e il modello del Gruppo Ferrero», i produttori di Nutella, che vendono decine di milioni di vasetti in Francia ogni anno. Per diversi giorni i bancali sono rimasti nel limbo. Poi è arrivata la decisione del Ministero dell’Agricoltura francese, che assicura la sicurezza alimentare, che ha formalizzato il divieto. A quanto pare, il problema non era la violazione del marchio, ma il latte in polvere e il siero di latte, ingredienti presenti in El Mordjene, insieme a zucchero, nocciole, grassi vegetali ed emulsionanti. La legge dell’Unione Europea limita l’importazione di prodotti che contengono anche solo una piccola quantità di latticini; l’Algeria non figura nell’elenco dei Paesi approvati» scrive il New Yorker.
Violenti reazioni online
Le reazioni online hanno chiamato in causa la xenofobia e una presunta ostilità degli italiani per l’Algeria, che ha fatto riemergere anche il caso dello scontro tra la pugile algerina Imane Khelif e quella italiana Angela Carini. «Sui social media, l’orgoglio si è trasformato in esasperazione: «Siete invidiosi perché questo marchio è algerino al 100%, la produzione è algerina al 100%, e vedere l’Algeria avere successo vi fa davvero incazzare», ha detto un utente. Sono circolati dei meme che paragonavano El Mordjene a Imane Khelif, la pugile algerina che durante le Olimpiadi di Parigi 2024 è stata oggetto di speculazioni così odiose sul suo sesso da spingerla a sporgere denuncia per molestie informatiche. 
La metafora col caso di Imane Khelif e la nostra Carini
L’implicazione era che El Mordjene alla fine avrebbe messo al tappeto Nutella, così come Khelif aveva dominato l’avversaria italiana e vinto la medaglia d’oro. Un altro meme alludeva all’eredità coloniale dei problemi di immigrazione e delle asimmetrie amministrative tra i Paesi. Raffigurava El Mordjene come una donna che sposa Nutella per ottenere i documenti. «L’unica soluzione per far tornare El Mordjene in Francia», recitava la didascalia. «Congratulazioni, sposini!».
Ma il latte in polvere era stato prodotto in Francia
Il blocco delle importazioni non è stato tolto neppure quando è venuto fuori che il latte in polvere dichiarato fuori legge dalla Ue era stato in realtà prodotto in Francia e poi esportato in Algeria. «La rivelazione sembrava presentare una facile risoluzione della controversia – se la Francia inviava il latte all’Algeria, sicuramente l’Algeria poteva rispedire il latte alla Francia – ma, stranamente, non ha avuto un grande impatto. Il divieto è rimasto in vigore. Il portavoce di Cebon Amine Ouzlifi, lasciando intendere di credere che Ferrero avesse influenzato quella che era una decisione essenzialmente politica, mi ha detto: «Le aziende europee si proteggono sempre”. (Un portavoce della Ferrero si è limitato a dire che “l’Unione Europea autorizza la commercializzazione di prodotti di consumo in Francia o altrove nel continente”)» scrive il New Yorker.
Francesi grandi consumatori
I francesi sono i maggiori consumatori pro-capite al mondo di Nutella, dopo i tedeschi. «El Mordjene ha iniziato a rappresentare un problema nel momento in cui è diventato una star», ha detto al New Yorker Habib Merouane Hadj Bekkouche, portavoce dell’Organizzazione algerina per la protezione dei consumatori e dell’ambiente. «La vicenda di El Mordjene illustra perfettamente le contraddizioni di un’economia globalizzata in cui le frontiere scompaiono per il capitale ma si innalzano contro i prodotti innovativi dei Paesi emergenti» ha scritto il sito Maghreb Émergent. 
Il rischio protezionismo
«Il divieto imposto a El Mordjene solleva importanti interrogativi sull’intersezione tra normative commerciali, diritto della concorrenza e politica internazionale. Sebbene la giustificazione della Commissione europea sia incentrata sulla sicurezza alimentare, il contesto più ampio suggerisce che potrebbero essere in gioco anche il protezionismo economico e le manovre politiche. Le restrizioni alle importazioni imposte dalla stessa Algeria hanno probabilmente contribuito ad alimentare la tensione, ponendo le basi per una controversia commerciale complessa e potenzialmente lunga tra le due regioni» ha scritto International Supermarket News.
Le tensioni tra Francia ed Algeria
La disputa sulla crema spalmabile è arrivata in un momento in cui la tensione tra Francia e Algeria, sempre latente, è al massimo, dopo che il presidente francese Emmanuel Macron a luglio scorso ha annunciato che avrebbe appoggiato il piano marocchino per il Sahara occidentale (osteggiato dall’Algeria).
Il simbolo della mamma e della patria
Ma secondo la giornalista del New Yorker la disputa tra Francia e Algeria e quella tra i sostenitori della Nutella e sostenitori di Mordjene è molto più che un conflitto economico e geopolitico. La Nutella, secondo Collins, nell’immaginario europeo rappresenta «la mamma, la patria, il grembo immutabile di tutto ciò che è caldo e buono. La vicenda di El Mordjene era molto più profonda di una stravagante lotta per il cibo o di un’astrusa disputa commerciale. Non si trattava di crema di nocciole. Si trattava di nostalgia, memoria, ingiustizia, nazionalismo, globalizzazione, decolonizzazione, protezionismo, razzismo, identità, immigrazione, invasione: le stesse cose di cui si parla oggi, trasposte nel regno degli snack spalmabili. Il corollario alla domanda “Che mondo sarebbe senza Nutella?” è “Che mondo sarebbe con El Mordjene?”».
Le imitazioni sul mercato francese
Intanto la globalizzazione ha fatto comunque il suo corso: il mercato francese è stato inondato di creme che imitano El Mordjene o addirittura di barattoli taroccati di crema algerina. Sono per lo più prodotte in Turchia, uno dei maggiori esportatori di merci contraffatte e il Paese che produce il 75% delle nocciole mondiali. Lo «scontro di civiltà» sulle creme spalmabili non fa che complicarsi.