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 2025  giugno 06 Venerdì calendario

Il videogame sul calcio che scopriva campioni e anticipava i risultati

Era il 5 novembre del 2004 quando uscì il primo Football Manager della storia, FM05. Un gioco rivoluzionario, che divenne in pochissimo tempo uno dei più venduti di tutti i tempi. Merito di una grafica accattivante e di una realtà simulata clamorosamente vicina a quanto succede sui veri campi e sulle panchine. Sono trascorsi poco più di vent’anni da allora e in questo lasso di tempo sono nate delle storie incredibili che vedono Football Manager come protagonista.
Nel 2006 si stavano affacciando sul panorama calcistico giovani talenti da tutto il mondo. In Sud America c’era Aguero, mentre in Spagna Sergio Ramos e Lionel Messi stavano muovendo i primi passi rispettivamente con il Real Madrid e il Barcellona. A tutti loro venne assegnato un potenziale di -10, quindi potevano avere un potenziamento non inferiore a 170, con un picco massimo di 200. In poche parole il gioco predisse che sarebbero diventati tra i migliori giocatori al mondo. Ancora più sorprendente fu la vicenda di Firmino: «Io e un mio collega lo notammo su Football Manager e ci presentammo al Figueirense con quattro milioni di euro», ha raccontato Lutz Pfannenstiel, scout dell’Hoffenheim, a TalkSport. «I tifosi pensavano che fosse un giocatore pronto, vista la cifra spesa. Alla fine lo abbiamo venduto al Liverpool per 42 milioni più bonus, quindi penso che sia andata bene».
Fin dalla sua nascita il gioco è riuscito a individuare giovani promesse diventate delle stelle assolute, ma non solo. Spesso ha anche previsto alcuni risultati poi avvenuti nella realtà. Nella stagione 2014/15, un anno prima della storica conquista della Premier League, il Leicester sembrava destinato alla retrocessione. Serviva un miracolo per centrare la salvezza, ma gli sviluppatori di Football Manager lanciarono comunque una simulazione che prevedeva la rimonta delle Foxies. Alla fine la squadra di Ranieri vinse sette delle ultime nove partite e arrivò addirittura al 14° posto. Discorso analogo per la vittoria della Coppa del Mondo della Spagna nel 2010. Dopo aver perso la gara d’esordio contro la Svizzera, gli iberici inanellarono una serie di vittorie consecutive. La più importante contro l’Olanda in finale, con un gol nei supplementari di Iniesta. Un trionfo previsto dal polpo Paul e ancor prima da Football Manager in una vecchia edizione del gioco.
Uno degli aspetti più interessanti del videogame è che ha un inizio, ma potenzialmente non ha una fine. Come nella realtà i giocatori si ritirano, lasciando spazio a dei nuovi talenti. Nomi, cognomi, volti e caratteristiche sono inventate, permettendo la continuità della storia. Il record certificato dal Guinness per il maggior numero di stagioni calcistiche trascorse giocando è di 460. Lo ha registrato Pawel Sicinski, simulando 22.300 partite, segnando 58.900 gol e conquistando 1258 trofei. Il polacco ha superato il primato che apparteneva al tedesco Sepp Hadel, in grado di disputare 333 stagioni per un totale di 1940 ore reali. Nello speciale “An alternative reality: the Football Manager documentary”, invece, un ragazzo ha dichiarato di aver giocato una media di tre ore al giorno per un periodo di 20 anni, quindi più di un anno della propria vita. Insomma, per alcune persone è più che una semplice passione e a volte questo le ha aiutate anche a trovare lavoro nella realtà.
Un esempio è quello di Matt Neill, che è riuscito a catturare l’interesse del Plymouth. Il club era alla ricerca di un analista e il ragazzo inglese ha presentato un file Excel ricco di dati, statistiche e annotazioni sui calciatori della squadra che conosceva approfonditamente proprio grazie alla sua esperienza con il videogame. Anche Will Still, allenatore del Lens in Ligue 1, ha iniziato giocando a Football Manager: «Non avrei mai pensato che avrebbe influenzato la mia carriera nella vita reale, ma è stato chiaramente così. Il videogame è diventato il mio chiodo fisso, accendendo la mia passione. Giocavo senza sosta con mio fratello, creando squadre e organizzando allenamenti», ha raccontato al Guardian.