il Fatto Quotidiano, 6 giugno 2025
“Meta non avvisi gli spiati”: il Copasir chiede una legge
Chiedere al Parlamento e al governo di intervenire, con una legge, per regolare la materia delle intercettazioni e creare un filtro per evitare che si ripeta un nuovo “caso Cancellato”. Cioè che i proprietari dei software di messaggistica – come Meta – avvertano gli intercettati come avvenuto con il direttore di Fanpage Francesco Cancellato e con alcuni attivisti tra cui Luca Casarini della ong Mediterranea. È questa la novità più importante della relazione conclusiva sul caso Paragon che il Copasir ha approvato all’unanimità mercoledì e consegnato al Parlamento: una proposta che potrebbe suscitare polemiche. Ventiquattro pagine in cui viene confermato quanto anticipato dal Fatto il 23 maggio: i Servizi italiani non hanno intercettato il giornalista e don Mattia Ferrari, ma lo hanno fatto con legittime attività di indagine con Luca Casarini e altri attivisti.
Per questi l’attività di intercettazione autorizzata dalla Procura generale di Roma è iniziata a dicembre del 2019 fino a marzo 2020 – durante il governo Conte 2 (M5S-Pd-Leu) – continuata una seconda volta nel maggio 2020. Casarini è stato intercettato per cinque anni, ma non sempre con il software Paragon (con cui l’Italia ha rescisso il contratto in uso agli 007 dal ‘23).
Dopo aver chiarito questi punti con una relazione analitica sul lavoro fatto, il Comitato parlamentare nelle sue conclusioni chiede anche al Parlamento di intervenire dal punto di vista legislativo per risolvere due questioni relative alle intercettazioni. La prima riguarda i messaggi con cui Meta ha avvertito il giornalista e gli attivisti della presenza di uno spyware sul proprio cellulare. Per il Copasir le società di messaggistica – pur “nel comprensibile, condivisibile e doveroso obiettivo di salvaguardare prioritariamente la riservatezza dei propri utenti” – possono tuttavia “trovarsi a disvelare operazioni degli apparati di intelligence, legittimamente autorizzate, nel rispetto della Costituzione e delle leggi italiane” “con potenziale pregiudizio per le operazioni stesse o per le indagini”. Il comitato specifica che per quanto le società debbano essere considerate “un presidio di libertà nei regimi autoritari”, non possono “incidere sulla sicurezza” nazionale.
Per questo, dunque, si chiede alle Camere e al governo di “approfondire tale questione” ipotizzando una legge per “impedire il disvelamento di operazioni e indagini pienamente legittime” (sia degli 007 sia della magistratura) con una sorta di filtro attribuendo a “soggetti istituzionali” la verifica della legittimità delle intercettazioni. Inoltre il Copasir chiede anche di regolamentare le captazioni per quel che riguarda la messaggistica che, secondo la sentenza della Consulta relativa all’inchiesta Open su Matteo Renzi, sarebbe “da qualificarsi come corrispondenza”. Per acquisire messaggi o altri dati informatici si chiede di estendere l’autorizzazione alla Procura generale.