Il Messaggero, 6 giugno 2025
Voli, la Ue cambia le regole su ritardi, rimborsi e trolley
Oltre vent’anni dopo, l’Europa riscrive i diritti dei passeggeri aerei. E potrebbero non bastare più le classiche tre ore di ritardo per vedersi riconoscere un indennizzo economico, finora compreso tra i 250 e i 600 euro. I governi Ue vogliono cambiare il requisito in almeno quattro ore per i voli a medio e corto raggio, cioè sotto i 3500 chilometri, e sei per quelli a lunga percorrenza, riducendo drasticamente il numero di passeggeri idonei alla compensazione. Nel primo caso il risarcimento sarebbe di 300 euro, nel secondo di 500.
Al consiglio Trasporti riunito ieri a Lussemburgo, i 27 Stati Ue hanno sbloccato 12 anni di stallo trovando un’intesa sulla riforma. La Polonia – che fino al 30 giugno ha la presidenza di turno – ha deciso di andare alla conta, nonostante le divisioni registrate ancora nel pomeriggio, con la forte opposizione di Germania, Spagna, Portogallo e Slovenia. Non c’è stato un voto formale, ma Varsavia ha ottenuto luce verde al compromesso dalla maggioranza dei Paesi Ue, tra cui l’Italia, dopo alcune modifiche dell’ultimo minuto.Tra le novità, l’introduzione di un modulo di risarcimento online che sarà automaticamente fornito ai passeggeri in caso di disguidi, mentre l’attuale limite delle tre ore di ritardo resta valido solo per i viaggi andata/ritorno completati entro 24 ore. Il testo, inoltre, stabilisce per legge la gratuità del solo oggetto personale, come lo zainetto a bordo, di fatto legittimando la diffusa pratica delle low cost di far pagare per i trolley usati come bagagli a mano. A motivare il ripensamento su un dossier-simbolo, anche il crescente numero di cancellazioni da parte dei vettori, mappato dalla Commissione: dovendo scegliere tra compensare i ritardi e cancellare i voli, fanno notare a Bruxelles, in questi anni molte compagnie hanno infatti optato per l’opzione più radicale, senza cercare alternative in grado di garantire la partenza, come un diverso velivolo o altri membri dell’equipaggio. Nella fase interlocutoria, il governo italiano aveva proposto una soluzione di mediazione, cioè il rimborso del prezzo del biglietto in caso di tre ore di ritardo e l’indennizzo dopo cinque. «Le norme attuali sono obsolete» e hanno prodotto molte cause e ricorsi, ha detto il ministro ha detto il ministro polacco Dariusz Klimczak, soffermandosi sulla «trentina di nuovi diritti» per i passeggeri introdotti dal provvedimento: da più informazioni a una maggiore assistenza a terra in caso di disagi.
PASSAGGIO INTERMEDIO
I viaggi dell’estate 2025, per il momento, sono salvi: ad essi continueranno ad applicarsi le regole in vigore. Quello raggiunto ieri, infatti, è un passaggio intermedio, un primo sì. Perché la modifica diventi legge, i governi dovranno trovare una quadra definitiva con Parlamento e Commissione Ue. A dimostrazione di quanto il dossier sia delicato, però, il Consiglio ha deciso di passare direttamente alla fase due della procedura, di fatto limitando i poteri dell’Eurocamera: gli eurodeputati dovranno adottare il loro testo negoziale entro quattro mesi e a maggioranza assoluta. La mossa è stata interpretata come una forzatura dai popolari del Ppe (il principale gruppo d’Aula, di centrodestra, nonché perno dell’esecutivo Ue), che hanno annunciato battaglia in difesa dello standard delle tre ore. Il compromesso, insomma, finisce per scontentare tutti. Sono sugli scudi le organizzazioni dei consumatori, rappresentate dalla Beuc: «Se da una parte l’accordo rafforza alcuni diritti, su altri punti fondamentali si registra un netto passo indietro», ha affermato il direttore generale Agustín Reyna. «Con le nuove soglie, la maggior parte dei passeggeri che subiscono ritardi – spesso compresi tra due e quattro ore – rischia di vedersi negato il risarcimento». Insoddisfatte pure le compagnie aeree. Secondo Ourania Georgoutsakou, direttrice generale di Airlines 4 Europe (associazione di cui fanno parte Lufthansa, Air France, easyJet e Ryanair), «anziché fissare soglie di ritardo di 5 e 9 ore, che avrebbero permesso di salvare fino al 70% dei voli cancellati, i governi hanno annacquato la proposta della Commissione, introducendo ulteriore complessità».