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 2025  giugno 05 Giovedì calendario

Un italiano su due: a Gaza è genocidio l’Europa accusata di complicità

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nell’annunciare le celebrazioni per la festa della Repubblica del 2 giugno scorso, ha sottolineato ancora una volta come il tema della pace sia al centro dell’attenzione comune. Eppure, la battaglia politica in corso a livello internazionale non sembra – ancora – mostrare dei punti di incontro. La prosecuzione delle guerre sia in Ucraina che in Medio Oriente è angosciante.
Questi conflitti sono il risultato di lotte profonde su identità, terra e memoria. Incarnano lo scontro tra diritto e potere, tra memoria storica e trauma, tra giustizia e sicurezza. Entrambi hanno un grande impatto umanitario e attirano l’attenzione globale. Tuttavia, nella percezione dell’opinione pubblica il conflitto a Gaza, a differenza di quello in Ucraina, è asimmetrico perché trova coinvolti Israele, che ha uno degli eserciti più avanzati al mondo e Hamas, un’organizzazione – terroristica – armata che usa razzi, tunnel e guerriglia urbana. E questa differenza appare ancora più forte se i civili, ma soprattutto i bambini, risultano al centro delle ostilità. Su questo percorso, che registra delle prese di posizione politiche ben definite a differenza di quello ucraino, un cittadino italiano su quattro (26,3%) conduce un suo programma di ostilità dichiarando – ad esempio – di boicottare i prodotti e le merci israeliane. Sono per lo più delle polarizzazioni che si rendono più evidenti tra i sostenitori del Partito Democratico (40,7%), Alleanza Verdi e Sinistra (43,8%) e in minore misura del Movimento 5 Stelle (30,6%). Nel medesimo sondaggio di Only Numbers, tre cittadini su quattro (77,1%) non ritengono giustificata la forte reazione di Israele, e uno su due di questi la definisce genocidio (52,0%). Solo una piccola minoranza dell’8,2% crede che questa sia la «giusta vendetta» in risposta alla carneficina del 7 ottobre 2023 ad opera di Hamas. In questo caso non si registrano importanti variazioni tra gli elettorati, se non rilevanti sfumature sulla definizione di genocidio maggiormente individuate nelle polarizzazioni delle percentuali del Partito Democratico (67,8%), Alleanza Verdi e Sinistra (87,4%), del Movimento 5 Stelle (77,4%) e per un elettore su due della Lega (51,1%). In tutto questo le Istituzioni Europee come la Ue, il Parlamento Europeo, la Commissione e i singoli Stati membri potrebbero avere un ruolo utile e significativo nella risoluzione del conflitto a Gaza, ma attualmente il loro impatto appare limitato e giudicato in maniera molto severa dal 52,8% dei cittadini interpellati che lo definiscono «vigliacco» (28,0%) e «complice» (24,8%). Una posizione distopica è registrata nell’elettorato di Fratelli d’Italia dove, per un elettore su quattro (26,8%), la reazione di Israele è giustificata nella misura in cui sta mettendo in campo la sua potenza per fermare la forza di Hamas.
In tutto questo è come se il nostro Paese e l’Unione Europea agissero con un doppio standard nel forte sostegno all’Ucraina, ma in una riservata cautela verso le parti in Medio Oriente. Di fronte al mondo intero si riduce la credibilità europea come arbitro imparziale laddove, invece, avrebbe potuto essere utile sia sul piano umanitario, diplomatico, sia su quello multilaterale e giuridico.
Le indicazioni sono semplici: da una parte perché ha da sempre preso vigorosamente le parti di Kiev, mentre in terra di Palestina si è dimostrata più prudente. È evidente che – salendo di grado – senza una nuova riscoperta dell’Onu e di una politica di pace come ispirazione generale tutto rimane in stallo, anche perché le diverse posizioni internazionali dei leader sul piano politico appaiono spesso inconciliabili con il significato di pace.