il Fatto Quotidiano, 5 giugno 2025
Intervista a Bresh
“Era Smaila, giusto?”.
Il bambino Bresh davanti alla tv e a Colpo Grosso.
Le ragazze Cin-Cin.
Dica la verità, la sa a memoria.
Guardavo per puro caso quello show e mi chiedevo: cosa sta succedendo?
Presto capì.
Compresi anche che la cultura dell’immagine può far naufragare i progetti sociali di tirar su una generazione di giovani dotti. Prendevi il telecomando e vedevi le tette di fuori.
L’ostentazione sessista cara ai rapper odierni. E ai social.
Accusano alcuni miei colleghi di proporre testi irricevibili. Però credo ci sia un fraintendimento. Se uno racconta quelle cose è perché viene da certe realtà urbane che hanno un linguaggio ben codificato, ma non va per strada a fare catcalling, a sparare o strafarsi. Poi magari arriva la serata dove ti capita di rimorchiare, lei è consenziente, non c’è nessun abuso e tutti e due ne escono felici e contenti. Purtroppo quando si scrivono canzoni non ci si mette troppo in testa di essere esempi morali, ci si deresponsabilizza. E la scena hip-hop ha canoni tosti, come quelle punk ed emo.
Lei invece vola alto: il suo nuovo album Mediterraneo sfiora il cantautorato d’autore vecchia scuola, con qualche concessione da pop radiofonico. Una rotta a zig-zag, il risultato c’è.
Dopo tre anni dal disco precedente avevo molte cose da tirar fuori: il senso è sempre nel viaggio, nell’avventura. Il Mediterraneo è per me madre e padre, mi protegge, mi limita e mi invita ad andare.
Lei, genovese, è nato con i piedi nell’acqua.
Di Bogliasco. Giravo a piedi nudi, mi tuffavo tra le onde alte e smilzo com’ero ho rischiato spesso di annegare.
Sarà almeno un buon navigatore.
Frequentai la scuola di vela, non mi piaceva. Su un gozzo a motore me la cavo. Il mio obiettivo era diventare un portuale.
Ma come? L’album finisce in Brasile con Torcida, un’impresa che neanche Colombo.
A Rio rischiai la pelle.
Nelle favelas?
Lì mi aggiravo tranquillo tra gli spacciatori con la scimmietta sulla spalla, i mitra e le bombe a mano. Ma azzardai il parapendio meno sicuro del mondo, sopra la spiaggia di Sao Conrado. Dovevi correre verso lo strapiombo della collina e lanciarti, le gambe non assicurate al supporto. Pensai: se inciampo sull’orlo del burrone, non solo crepo, è pure una fine da coglione.
Il pericolo era il suo mestiere. Come lo è fare il tifoso in trasferta.
Ero piccolo, la prima volta fu con mio padre e mia sorella a Piacenza-Genoa. Volavano pietre sopra le teste, papà restò calmo. E che orgoglio quando la curva a Marassi intona la mia Guasto d’amore. Per me è come infilare un piumone in un sacchetto della farmacia, una cosa enorme.
Che scuola genovese c’è stata, ai suoi esordi?
I piccoli studi in cui crescevamo io, Izi, Tedua. La Drilliguria. Disme veniva da La Spezia. Olly ci seguiva, era un nostro fan, sono fiero del successo che sta avendo.
L’industria musicale è dentro una bolla che potrebbe scoppiare da un momento all’altro. Gigantismo dei concerti, la creatività degli artisti sotto scacco. Lei, a 28 anni, misura i passi. Il tour sarà in autunno nei palazzetti. Attorno, in tanti si chiamano fuori. Madame ha detto: preferisco mi si dimentichi, piuttosto che pubblicare merda.
Forse il senso della sua uscita è: aspetto il momento giusto per tirar fuori quel che mi preme, a rischio di perdere follower. Io ho sentito quel tipo di esigenza dopo anni di silenzio. Sottopelle viviamo sempre questa tensione. Il mio brano Umore marea parla chiaro: siamo esposti ad alti e bassi, all’infelicità che si presenta d’improvviso. Allora Mediterraneo è un album di speranza, voglio galleggiare nei momenti più bui, andare avanti in quelli felici, trovare un equilibrio.
Nel disco canta anche in genovese. A Sanremo eseguì, più volte per problemi tecnici, Creuza de Ma con Cristiano De André.
Il giorno dopo Cristiano mi disse: se mio padre fosse qui con noi ne riderebbe. Lo sento che è contentissimo, lo percepisco.
Se potesse duettare in una sola canzone con Faber tornato nell’al di qua?
Quel meraviglioso bastardone ha fatto capolavori fino all’ultimo. Direi Anime salve. Mi servirà il numero di Ivano Fossati.