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 2025  giugno 04 Mercoledì calendario

Acciacchi, Amplifon e bare

Meglio portarsi avanti con il lavoro. Tutti gli artisti favoleggiano di voler morire sul palco, no? Così Iggy Pop chiude i concerti britannici uscendo di scena dentro una bara. Niente zinco e chiodi per occultare la cara salma, certo: arriva uno dello staff e lo scarrozza con il feretro inclinato, mentre il Padrino del Punk saluta con la manina. Adesso continuerà il giro nel resto del pianeta, un tour già ribattezzato dai fans Lust For Afterlife, per ampliare in chiave oltremondana il senso del suo vecchio classico epicureo. Niente piani per un addio definitivo, non artistico almeno e tantomeno biologico. Salute orgogliosamente malconcia a 78 anni, però l’Iguana Iggy non ci si vede, giura, a starsene sdraiato in riva al mare e neppure a pompare muscoli e ingozzare vitamine per schiattare da centenario salutista. Il messaggio è arrivato forte e chiaro a tutta la pattuglia dei decrepiti eroi del Gerontorock: prendiamoci per il culo in allegria, fottiamo la Commare Secca e diamoci dentro finché ce n’è, senza pagare la retta a Villa Arzilla. E lui, Iggy, ne ha viste talmente tante, di croci piantate e di feriti di guerra, che davvero meglio cantare e suonare fino a che non ti ferma un enfisema. Ha solo smesso di tuffarsi tra la folla, perché lo stage diving è un rischio serio: una volta quelli in transenna mancarono la presa e lo fecero spiaccicare al suolo, un’altra ci rimise un dente. Comunque bazzecole, per uno in cima alla top list dei prossimi defunti r’n’r, secondo solo a Keith Richards che non viene più quotato dai bookmakers. Come il chitarrista dei Rolling Stones, Iggy è stato immunizzato dalle droghe anni 70 (“oggi non ce ne sono più di così buone”, giura Keith): eroina, cocaina, speed. E Ketamyna a secchi, roba che Elon Musk in confronto è un chierichetto. Più i ricoveri volontari in cliniche psichiatriche. Però, davvero, se si ferma a ricordare gli amici scomparsi, Mr. Pop visualizza un camposanto sold-out: passati a miglior vita due della sua band storica, gli Stooges; e il giovane Jim Morrison, da Iggy visto live con i Doors nel ‘67 per un imprinting decisivo; polvere e cenere Andy Warhol, cui il Nostro si era avvicinato fornicando con la musa Nico; trapassati gli altri due compari della cosiddetta “Trinità Profana”, Reed e Bowie. Nella leggendaria foto di Mick Rock potresti scommettere che quello destinato ad avere il primo appuntamento con Satana sia Iggy, al centro dello scatto con un pacchetto di sigarette in bocca. Lou e David erano già nei loro inferni privati, tossici marci eppure capaci di sostenersi a vicenda per degli album eterni. A Londra, a Monaco, infine a Berlino, in un appartamento dove “chiunque fosse vivo cercava di tornare pulito tuffandosi sul divano per vedere alla tv Starsky & Hutch”, furono concepiti capolavori. Tra questi The Idiot e Lust For Life. Iggy sempre a torso nudo, provocatorio, beffardo, ostentatamente sexy come quando si infilava il microfono nei jeans e invitava ragazze a raggiungerlo alla ribalta. Un figliodiputtana Doc, dell’epoca in cui il circo rock non prevedeva il politicamente corretto: finì nei guai per la storia con una groupie tredicenne, lui di anni ne aveva 23. Iggy lo Zoppo, per via della scoliosi che lo costringe a camminare con una gamba ben più corta dell’altra, e un torso che sembra intagliato, come i totem indiani. Spiega: “L’unica grana della vita è che a un certo punto si interrompe”, e allora fanculo, cantiamola via. Evitando però le menate degli addii senza fine della sua generazione. Ovvio, se uno non ce la fa più meglio una festa in grande stile e ciao, come quella per Ozzy Osbourne a Birmingham il 5 luglio: una manciata di pezzi con i Black Sabbath, a far da corona dieci ore di live con il gotha del metallo. Un evento, ma uno solo: non come le truffette del business musicale che paiono piani quinquennali, vedi Elton John ora afflitto da una straziante cecità. Stesso problema di Roger Daltrey, che ci vede poco e smania per archiviare gli Who (con cacciata-bis di Zak Starkey, il batterista figlio di Ringo) e i litigi con Pete Townshend, sordo come una campana. Patologia acustica grave condivisa con Paul Simon, tornato on the road perché da ottuagenario non ce la faceva a stare sulla sedia a dondolo con il plaid. Se proprio devi sfangare la pensione, viva i vecchietti tonici Eric Clapton, Neil Young, Paul McCartney (al netto della voce consunta), il paraculo Dylan e naturalmente Springsteen, che nel circolo degli anziani fa la figura del pischello. Come Iggy.