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 2025  giugno 04 Mercoledì calendario

Migranti, la Corte europea: non è reato far entrare illegalmente un minorenne

Sottrarre i minori a un pericolo, facendoli entrare in Italia irregolarmente non può essere accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La sentenza della Corte di giustizia Ue è destinata a fare scuola. Tanto che il presidente della Corte, Koen Lenaerts, ha voluto illustrarla in un video (in italiano) pubblicato sui profili della Corte. Perché è proprio nel nostro Paese che questa sentenza ha le sue origini: tutto parte nel 2023 da Bologna, quando la giudice Valeria Bolici che aveva chiesto l’interpretazione dei colleghi di Lussemburgo sulla compatibilità tra la direttiva Ue in materia di favoreggiamento dell’immigrazione illegale del 2022 con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
LA VICENDA
La vicenda riguardava una cittadina congolese entrata in Italia nel 2019 con due minori (la figlie e la nipote) al seguito utilizzando passaporti falsi. La donna aveva sostenuto di avere deciso di scappare dopo le minacce dell’ex compagno e di avere portato con sé i due minori perché temeva per la loro integrità. Era stata accusata di favoreggiamento dell’immigrazione illegale, come prevederebbe la direttiva europea, ma il Tribunale aveva rimesso la decisione all’interpretazione della Corte.
«Quando un cittadino di un Paese terzo entra irregolarmente nell’Ue accompagnato da un minore affidato alla sua tutela il suo comportamento non può essere considerato come favoreggiamento all’immigrazione illegale», ha spiegato Koen Lenaerts illustrando la sentenza. Assume infatti «un obbligo legato alla sua responsabilità personale». E ha aggiunto: «Il genitore in questo caso assume un obbligo legato alla sua responsabilità personale nei confronti del bambino in conformità con i diritti fondamentali, in particolare del rispetto della vita familiare e del minore». La Corte quindi ha sostanzialmente dato ragione alla giudice Bolici, che nel suo interpello lamentava dubbi sul fatto che la direttiva «non prevedesse l’assistenza umanitaria come giustificazione per rendere non punibile il reato di favoreggiamento». Ma c’è di più. «Questa interpretazione – aggiunge Lenaerts – si impone anche per quanto riguarda il diritto d’asilo e prevede che in linea di principio un richiedente asilo non può essere considerato in posizione irregolare finché non viene presa una decisione sulla sua domanda in prima istanza e non può neppure essere sottoposto a sanzioni penali né per il proprio ingresso irregolare né per essere stato accompagnato da un minore affidato alla sua tutela».
LA REAZIONE
«È una pronuncia che costituisce un primo passo per andare a mettere in discussione l’intero impianto europeo e italiano di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare. Le norme che criminalizzano queste condotte devono essere disapplicate, in Italia e in Europa, tutte le volte che si parla di aiutare minori aiutati a entrare nel territorio», ha commentato Francesca Cancellaro, l’avvocata che ha assistito la cittadina congolese. «Per la prima volta è stato dato questo tipo di interpretazione e valutazione di questa disciplina europea: è la prima volta che il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare viene valutato in questi termini», afferma la legale.
LE CONSEGUENZE
La sentenza può riguardare potenzialmente migliaia di persone in tutta Europa: basti pensare come nel solo 2024, secondo l’Arci Porco Rosso, in Italia siano arrestati 106 migranti con l’accusa di aver facilitato l’immigrazione irregolare. La pronuncia, sottolinea Cancellaro, rappresenta «un grimaldello da usare per mettere in discussione tutti quei contesti in cui in realtà i diritti fondamentali devono prevalere». Cancellaro sottolinea anche come l’iter sia partito dal Tribunale di Bologna: «Per Bologna è un bel banco di prova, qui non ci sono molti casi come questo – nota Cancellaro – È un bel segnale per il Tribunale e anche per gli avvocati del Foro. Spero che rappresenti un bello slancio per tutta l’Europa».