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 2025  maggio 31 Sabato calendario

Hakkinen: « La F1 del passato? Molto meglio ora. Verstappen fenomeno che non rispetta nessuno, la McLaren vince perché ha leader visionari»

Mika Hakkinen, due volte campione del mondo con la McLaren, un campione e un gentiluomo, oltre che un osservatore attento.
Verstappen sta lottando per il Mondiale e non ha la macchina migliore. Le ricorda Schumacher?«Impossibile fare paragoni fra epoche diverse. Max è impressionante per la sua velocità pura e per il controllo che ha della macchina. È coraggioso, non ha paura di nessuno e non rispetta nessuno, ma non lo dico in modo negativo: è piuttosto un pregio».
Cosa intende?«Che questo è il suo modo di guidare. A molti non piace, ma i rivali, per batterlo, devono essere svegli, trovare la giusta strategia. Non possono certo pretendere che cambi».
Max non ha ancora trovato un vero rivale, come lo era per lei Schumacher. Perché?«Perché oggi il livello dei piloti è molto alto: in tanti possono vincere il Mondiale. La competizione è durissima».
Detto da uno che ha iniziato a correre con Senna...«Sì, ma oggi la tecnologia aiuta i piloti a raggiungere livelli altissimi. Con impegno, puoi diventare un buon pilota, ma il talento è qualcosa che hai dentro. E ora in F1 ci sono diversi talenti eccezionali».
La McLaren è di nuovo vincente. È sorpreso dal dominio?«No, non lo sono. È fantastico che sia tornata in alto. Ci sono voluti sei anni per sistemare ogni dettaglio: si erano dati questo obiettivo. È un programma che parte da lontano: sacrificio, dedizione, investimenti giusti, anche sui piloti».
Qual è il segreto?«Hanno scelto le persone giuste e le hanno motivate, un lavoro incredibile. Merito di un leader come Zak Brown, bravissimo nel comunicare con le nuove generazioni. Ha creato uno spirito vincente, e Zak è molto diverso dai capi della mia era».
Ha messo un italiano, Andrea Stella, a dirigere la squadra.«Andrea è fantastico, anche lui ha uno spirito vincente e lo diffonde».
Le piace come è cambiata la F1 negli anni?«Sì, ora i fan hanno più opportunità di scoprire le personalità dei piloti. La F1 è sempre stata una sfida nel rendere le corse più competitive, con più sorpassi, ma adesso i tifosi hanno molto più accesso. Con Drive to Survive (la serie Netflix, ndr), sono arrivati nuovi appassionati: oggi più del 40% del pubblico alle gare è spinto da questo motivo».
Cosa le manca del passato?«Mmm, è difficile dirlo, c’è sempre qualcosa che ti manca. Un motore V10 che urla è fantastico da ascoltare. Ma il mondo è cambiato: dobbiamo rispettare l’ambiente, ridurre l’inquinamento. Servono compromessi per andare avanti con consapevolezza. Il passato è grandioso, ma il presente è ancora meglio».
Trent’anni fa, in un incidente ad Adelaide, lei finì in coma. Non solo è tornato a guidare, ma ha vinto due titoli. Cosa si porta dietro di quella rinascita?«Quell’incidente mi ha insegnato tanto. Abbiamo una sola vita e un obiettivo da inseguire. Bisogna lavorare duramente per raggiungerlo. Le corse sono pericolose, e ai miei tempi lo erano di più. Desideravo guidare in F1, fare pole, vincere Gp e diventare campione del mondo. Lo sono stato due volte. Ma dopo i due titoli, ho avuto un paio di guasti meccanici ad altissima velocità. Sono finito contro il muro, sentivo dolore e ho cominciato a farmi domande».
Quali?«Mi dicevo: “Mika, hai iniziato a correre a sei anni. Hai rischiato di morire, sei tornato e hai raggiunto l’obiettivo. Cosa succederebbe con un altro incidente?”. Allora ho capito che la vita è la cosa più importante, insieme a famiglia, amici e tifosi. Era il momento di prendere un’altra direzione. Sai quando cadi dalla bici e ti fai male? Guarisci, non ci pensi più e rimonti in sella. Ma se dopo una caduta finisci in coma, prima di andare di nuovo in bici in mezzo al traffico, ci pensi su e magari decidi di andare a piedi».
Una lezione di vita.«La vita può essere durissima, ma l’atteggiamento positivo dà forza. Ho cinque figli, e con la mia energia cerco sempre di trovare la soluzione per accontentare tutti. La forza interiore (Inner Strength è stato anche il claim di una famosa campagna pubblicitaria di Tag Heuer del 1999 di cui Hakkinen è stato il volto, ndr) è questa: andare avanti e affrontare i problemi, uno per uno».