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 2025  giugno 03 Martedì calendario

Blitz della destra sul paesaggio, tagliati i poteri dei soprintendenti

Silenzio-assenso sulle autorizzazioni paesaggistiche anche per i progetti dei privati. Niente parere della Soprintendenza ma solo dei Comuni per “piccoli” lavori che tanto piccoli poi non sono: aumenti di volumetria fino al 10 per cento, abbattimenti e ricostruzioni di edifici non storici, installazione di dehors di bar e ristoranti. E ancora: competenze spostate sulle direzioni ministeriali e non più in mano alle Soprintendenze per i permessi relativi a «infrastrutture strategiche e di preminente interesse nazionale».
Sulla riforma delle Soprintendenze la maggioranza sembra ora aver trovato una quadra. Dopo un primo tentativo di blitz molto spinto dal Carroccio nei mesi scorsi – che finì per irritare FdI e lo stesso ministro Alessandro Giuli – e un paio di bozze poi ritirate, adesso il centrodestra ha presentato un nuovo testo all’esame delle commissioni cultura e ambiente del Senato. Primo firmatario il senatore leghista Roberto Marti, relatori il senatore Andrea Paganella, capo di gabinetto di Salvini ai tempi del Papeete, e la senatrice friulana di Fratelli d’Italia Francesca Tubetti. Si tratta di una delega perché sia il governo a mettere le mani alla norma tramite un decreto legislativo. Ci vorrà tempo, si stimano 6 mesi-un anno. Ma gli indirizzi ci sono già: ridurre il potere di veto delle Soprintendenze sui pareri paesaggistici; incrementare i progetti per cui vale il criterio del silenzio-assenso dopo 45 giorni con la possibilità di includere nell’elenco gli interventi dei privati; bypassare del tutto gli enti per la tutela nel caso di grandi opere. Inoltre si dà mandato al ministero della Cultura di scrivere entro 60 giorni linee guida uniformi per la tutela sul territorio nazionale, stabilendo quali progetti saranno esenti dall’autorizzazione paesaggistica.
«Si svuotano le sovrintendenze. Senza dare un euro per i controlli. E con le Regioni prive di piani paesaggistici. Una deregulation», attacca Barbara Floridia, M5S. Anche il Pd è pronto a dare battaglia. La preoccupazione principale del centrosinistra è che estendendo il silenzio assenso, con i dipendenti delle Soprintendenze all’osso, progetti impattanti come parchi eolici e fotovoltaici o grosse rigenerazioni urbane passino senza esame.
«La tutela è sacrosanta ma spesso diventa un alibi per i dirigenti per non firmare gli atti» spiegano da FdI senatori informati sul dossier. Va detto che non è la prima volta che la politica prova a riformare le Soprintendenze, da Renzi al Conte bis, per ridurre lungaggini e rimpalli. Ora le destre tentano un colpo che secondo le opposizioni rischia di azzoppare la tutela. Una sentenza della Consulta attesa a giorni sul caso dell’esportazione di una tela di Vasari all’estero potrebbe rovinare i piani della maggioranza: se stabilisse che nel caso del patrimonio culturale non possono esser posti inderogabili limiti temporali dalle amministrazioni la norma sul silenzio assenso potrebbe saltare.