Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  giugno 03 Martedì calendario

Spagna, al via la disconnessione tecnologica da Israele: stop all’acquisto di 1680 missili anticarro

Il tema delle armi di produzione, o tecnologia, israeliana torna a essere centrale nel dibattito politico spagnolo. Dopo le tensioni per la fornitura prima autorizzata, poi annullata sull’orlo di una crisi di governo, di proiettili israeliani, la Spagna prende di nuovo posizione contro il Paese in guerra con Gaza, secondo quanto rivelato prima da Cadena Ser e poi confermato da El País.
Il ministero della Difesa ha scelto di annullare l’acquisto di 168 lanciatori e 1.680 missili anticarro Spike LR2, per un valore di 287,5 milioni di euro. L’accordo prevedeva la produzione in Spagna su licenza dell’azienda israeliana Rafael, ma è stato cancellato, come anticipato da Cadena Ser e confermato da fonti del governo a El País.
Le stesse fonti precisano che proseguirà invece lo sviluppo del sistema di lanciarazzi multiplo Silam. Tuttavia, il progetto non includerà più la tecnologia della società israeliana Elbit, puntando invece su una soluzione “completamente spagnola”.
La decisione rientra nel piano di “disconnessione tecnologica” dall’industria militare israeliana annunciato nei giorni scorsi dalla segretaria di Stato alla Difesa, Amparo Valcarce, che ha spiegato come la Spagna abbia interrotto l’acquisto e la vendita di armi a Israele dopo il 7 ottobre rimanendo però legata ad “alcuni programmi del ministero che dipendono ancora tecnologicamente da aziende israeliane”.
Al momento, sempre secondo quanto riportato dalla stampa spagnola, sarebbe però ancora in vigore il contratto del ministero della Difesa per l’acquisto di 46 designatori laser, per circa 207,1 milioni di euro, sempre dalla società Rafael.
Il governo Sánchez continua così l’impegno a favore di Gaza manifestato con una delle prese di posizione più forti da parte di un Paese europeo. Nelle scorse ore il premier era intervenuto dopo lo smantellamento dell’ultimo ospedale operativo nel nord della Striscia invitando a interrompere le “barbarie a Gaza per umanità, per decenza, per giustizia”.
Sempre nei giorni scorsi il ministero degli Esteri aveva condannato anche la recente approvazione da parte di Israele di 22 nuovi insediamenti in Cisgiordania, denunciando in una nota una violazione del diritto internazionale. “Gli insediamenti in Cisgiordania sono illegali secondo il diritto internazionale, compromettono la fattibilità della soluzione dei due Stati e rappresentano una minaccia per la pace”.