La Stampa, 3 giugno 2025
Dazi, l’ultimatum di Trump "Fateci una vera offerta per accelerare i negoziati"
Washington invia una lettera ai partner commerciali, fissa in domani (mercoledì) l’ultimatum per presentare la miglior offerta possibile in materia di tariffe e barriere non tariffarie così da consentire uno sblocco e un’accelerazione dei negoziati e trovare un punto di contatto. È una mossa inaspettata quella statunitense che giunge a 5 settimane dalla fine della pausa dei 90 giorni per i dazi reciproci e mentre gli Usa possono vantare appena un accordo stipulato in due mesi, quello con il Regno Unito. Trump ha sempre detto di avere la fila di Paesi stranieri alla porta, quasi a implorarlo di fare un accordo. Ma ai numeri delle Nazioni interessate a un’intesa non sono mai corrisposti accordi chiusi.La materia è complessa e i pronunciamenti della Corte sul Commercio Internazionale, mercoledì scorso, che ha messo in pausa (poi sospesa) l’applicazione di parte dei dazi, non fanno gli interessi degli Usa, è la tesi di Donald Trump.Domenica negli show televisivi il team economico – Scott Bessent, Howard Lutnick e Kevin Hassett – aveva lanciato un messaggio univoco: niente retromarce sulle tariffe, l’Amministrazione va avanti. Così la lettera spuntata ieri su Reuters mostra che anche sul fronte Usa c’è una certa urgenza. Ai partner – non si sapeva ancora ieri sera a chi la proposta era stata inviata – è chiesto di offrire idee su tariffe e quote di mercato per l’acquisto di prodotti agricoli e per la sicurezza americani nonché soluzioni per risolvere le dispute sulle barriere non tariffarie.Washington attende le proposte e poi si prenderà fino a lunedì per rispondere e avviare contatti per trovare un eventuale punto di caduta. Nel frattempo, domani scatteranno i dazi al 50% su acciaio e alluminio, raddoppiati da marzo. Mossa che ha fatto infuriare la Ue che l’ha giudicata come minimo intempestiva poiché piombata nel mezzo dei negoziati. Bruxelles è pronta a replicare. «Nel caso in cui i nostri negoziati non portino a un risultato equilibrato l’Ue è pronta a imporre contromisure, anche in risposta a questo ultimo aumento tariffario. Stiamo attualmente ultimando le consultazioni per un elenco ampliato di contromisure», ha avvertito il portavoce dell’esecutivo comunitario Olof Gill.Domani a Parigi, a margine del summit dell’Ocse, si vedranno Maros Sefcovic e Jamieson Greer, rappresentante Usa per il Commercio. «Restiamo ottimisti su un accordo con l’Unione europea sul commercio», ha detto comunque Karoline Leavitt, portavoce di Trump ieri dalla Casa Bianca.I cinesi invece, dopo due giorni di silenzio, hanno replicato alle accuse Usa di non rispettare l’intesa del 12 maggio raggiunta a Ginevra. Sono gli Usa «a minare i commerci con il loro comportamento». Secondo Pechino è «l’atteggiamento unilaterale americano a creare frizioni economiche e commerciali». Ieri Leavitt ha detto che «probabilmente Xi e Trump parleranno questa settimana». Washington tratta ma guarda anche all’impatto delle tariffe sulla sua economia e sulla sua stabilità finanziaria. Secondo JP Morgan non c’è ancora stato l’impatto sul Pil da parte dei dazi.L’incertezza incide sui mercati e sulla fiducia degli americani. L’Indice Manifatturiero delle imprese ieri ha segnato la fiducia al 48,5%: è sotto il 50% e significa che c’è una contrazione. Evidenziata nel mese di aprile e maggio nel declino degli ordini e dell’import. L’altro fronte è rappresentato dai rendimenti dei bond, quelli decennali sono al 4,4%, e il differenziale fra quelli di 5 anni e 30 anni ha superato i cento punti base per la prima volta dal 2021. Male anche il dollaro, arrivato a 1,1431 sull’euro, quota sfiorata in aprile ma che ormai da 4 anni non si vedeva. Le attenzioni di investitori ed economisti sono ora rivolte a tre date: venerdì saranno diffusi i dati sull’occupazione; l’11 giugno invece ci saranno quelli del Personal Consumer Expediture, l’inflazione. Infine, il 17-18 giugno c’è il meeting del Board della Federal Reserve. Non sono attesi tagli ai tassi di interesse.