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 2025  giugno 02 Lunedì calendario

Corea del Nord, la censura di Kim svelata da uno smartphone: «Il telefono corregge in automatico "Corea del Sud" in "Stato fantoccio"»

In Corea del Nord perfino lo smartphone ti “corregge” per restare fedele a Kim. Un telefono nordcoreano finito all’estero rivela fino a che punto arriva la censura del regime: ogni parola è sorvegliata, ogni frase manipolata. La strategia del regime di Kim Jong Un raggiunge nuovi livelli, trasformando la tecnologia in uno strumento capillare di sorveglianza e indottrinamento. Le modalità? Censura e correzione automatica di ogni termine digitato sullo smartphone ritenuto (potenzialmente) pericoloso. 
Da «Corea del Sud» a «Stato fantoccio»
Secondo un’indagine della BBC, il dispositivo – all’apparenza identico a qualsiasi smartphone commerciale – monitora costantemente le attività degli utenti, correggendo parole considerate pericolose o inaccettabili.
Tra le funzioni più disturbanti, quella che trasforma automaticamente la dicitura «Corea del Sud» in «Stato fantoccio». Il sistema rileva anche l’utilizzo di parole dello slang sudcoreano, segnalandole all’utente. Ad esempio, se si prova a digitare la parola “oppa” – termine comunemente usato nella Corea del Sud per riferirsi affettuosamente al “fidanzato” – il telefono la sostituisce automaticamente con “compagno”, termine in linea con l’ideologia comunista. Un messaggio di avviso specifica che “oppa” può essere utilizzato solo in riferimento a un fratello maggiore.Sorveglianza invisibile
Oltre alla correzione linguistica, il telefono scatta di nascosto uno screenshot ogni cinque minuti, archiviando le immagini in una cartella nascosta non accessibile all’utente. Questa funzione, verosimilmente accessibile dalle autorità, consente una sorveglianza passiva ma pervasiva su ogni attività compiuta con il dispositivo.
Le rivelazioni sono emerse grazie a Daily NK, testata indipendente con sede a Seul, che è riuscita a far uscire clandestinamente dal Paese il dispositivo incriminato a fine 2024. Una volta in mani sicure, gli esperti hanno potuto analizzare il software, rivelando l’estensione del controllo digitale esercitato da Pyongyang.Il potere del regime sulla tecnologia
«Gli smartphone sono ormai parte integrante del modo in cui la Corea del Nord cerca di indottrinare la popolazione», ha spiegato Martyn Williams, ricercatore senior presso lo Stimson Center di Washington DC, specializzato in tecnologia nordcoreana. Secondo Williams, il regime sta iniziando a prevalere nella guerra dell’informazione: «La Corea del Nord sta ora cominciando ad avere la meglio». Nel 2023, Kim Jong Un ha rafforzato ulteriormente il controllo sulla comunicazione: l’utilizzo di espressioni o accenti sudcoreani è stato dichiarato ufficialmente reato di Stato. Nelle strade del Paese sono apparse le cosiddette “squadre repressive giovanili”, incaricate di vigilare sul comportamento e sull’abbigliamento dei cittadini, in particolare dei giovani.Vita sotto controllo
La dissidente nordcoreana Kang Gyuri, 24 anni, ha raccontato alla BBC di essere stata fermata e rimproverata per essersi vestita come una sudcoreana. Kang è riuscita a fuggire via mare nel 2023 e ora vive in Corea del Sud. «Mi sentivo soffocare e all’improvviso ho sentito il bisogno di andarmene», ha raccontato. «Pensavo fosse normale che lo Stato ci limitasse così tanto. Pensavo che altri Paesi vivessero con questo controllo. Ma poi ho capito che succedeva solo in Corea del Nord». Le squadre di controllo, ha aggiunto, le confiscavano il telefono per leggere i messaggi e verificare l’uso di termini proibiti.L’informazione clandestina
Nonostante il divieto assoluto di media stranieri, alcune emittenti radiofoniche riescono a trasmettere clandestinamente nel Paese a tarda notte, sfruttando onde corte e medie. Inoltre, ogni mese migliaia di chiavette Usb e schede micro sd contenenti serie sudcoreane e musica K-pop vengono contrabbandate oltre confine, spesso nascoste dentro cassette di frutta. Una parte significativa di questa operazione è finanziata dal governo statunitense, anche se alcuni osservatori mettono in guardia: i tagli agli aiuti decisi dall’ex presidente Trump potrebbero aver favorito il regime di Kim.«Una mitologia costruita sulle bugie»
«Il motivo di questo controllo è che gran parte della mitologia che circonda la famiglia Kim è inventata. Molto di ciò che raccontano alla gente sono bugie», ha dichiarato Martyn Williams. Ed è proprio questa costruzione propagandistica che il regime cerca di preservare a ogni costo, perfino manipolando gli strumenti quotidiani della comunicazione come i telefoni.
Per dissidenti come Kang, il primo contatto con il mondo esterno è avvenuto proprio attraverso contenuti proibiti: drama, radio e musica che hanno aperto una breccia nel muro di menzogne del regime. Una finestra che, per molti nordcoreani, resta l’unica via verso una realtà diversa.