repubblica.it, 2 giugno 2025
Londra, il grande riarmo: flotta nucleare potenziata, più munizioni, cyberdifesa e mobilitazione
È il riarmo più significativo del Regno Unito dalla Guerra Fredda. Del resto, la minaccia della Russia oramai viene considerata permanente ed epocale. Dunque, Londra rinnova la sua flotta nucleare, aumenta la produzione locale di munizioni e di armi a lungo raggio, affinerà le sue armate cyber, mobiliterà cittadini per difendere le infrastrutture strategiche. Perché ormai bisogna essere pronti a qualsiasi evenienza. Anche alla guerra in casa.
Il primo ministro Keir Starmer dirà oggi dalla Scozia: “Così renderemo sicuro il futuro del Regno Unito e della Nato per i prossimi decenni. Dalle linee di approvvigionamento al fronte, questo governo sostiene con forza gli uomini e le donne che difendono la libertà e la sicurezza nazionale. Questa riforma assicurerà che il Regno Unito sia all’altezza delle sfide e che le nostre Forze Armate abbiano l’equipaggiamento necessario per proteggerci in patria e creare opportunità per ingegneri, costruttori navali e tecnici del futuro”.
Starmer si riferisce alla Strategic Defence Review, una disamina indipendente della Difesa britannica che in questi mesi è stata guidata dall’ex segretario della Nato, Lord Robertson, e che sarà pubblicata integralmente questo pomeriggio. Saranno 62 punti di analisi e raccomandazioni per una riforma radicale del settore, consegnate ufficialmente al governo laburista, che dovrebbe accettare in toto le richieste. Una riforma che dovrebbe generare, secondo le stime del governo, almeno 30mila nuovi posti di lavoro.
Tra le novità: 12 nuovi sottomarini di attacco a propulsione nucleare che nel prossimo decennio sostituiranno l’attuale flotta; 15 miliardi di sterline di investimento nel deterrente nucleare vero e proprio “Trident”; un altro miliardo e mezzo per la produzione “continua” di munizioni; costruzione in patria di oltre 7000 armi a lungo raggio e droni utilizzati dalle forze armate britanniche; istituzione di un comando speciale per le sfide “cyber ed elettromagnetiche”; e altri 1,5 miliardi per ammodernare gli alloggi dei militari. Mentre il corpo dei soldati non dovrà assolutamente scendere sotto le 73mila unità a tempo pieno di oggi, numero già in forte declino negli ultimi decenni.
I 12 nuovi sottomarini d’attacco andranno a sostituire quelli attuali della classe Astute della Royal Navy, dotati di propulsione nucleare e armati con siluri e missili convenzionali. Oltre a proteggere i gruppi operativi marittimi e a raccogliere informazioni di intelligence, questi sommergibili difendono la classe Vanguard, che trasporta i missili nucleari Trident del Regno Unito.
La nuova generazione di sottomarini d’attacco che li sostituirà è denominata Ssn-Aukus, come l’accordo del Regno Unito con Usa e Australia per la costruzione e lo sviluppo di questo tipo di sommergibili di ultima generazione. Nel caso specifico, la progettazione dei nuovi sottomarini è avvenuta proprio con la Marina di Canberra, in base all’intesa siglata nel 2023 dal governo conservatore di Rishi Sunak.
Nel frattempo, sono già in corso i lavori di modernizzazione delle testate atomiche britanniche trasportate dai missili Trident. L’investimento di 15 miliardi di sterline sosterrà gli impegni del governo a mantenere la deterrenza nucleare continua in mare. La nuova flotta “Dreadnought” di sottomarini armati con testate atomiche sostituirà la flotta obsoleta di classe Vanguard a partire dal prossimo decennio.
Ma ci sono polemiche oltremanica, soprattutto da parte dei tabloid e dai giornali di destra, perché il governo Starmer non sembra aver stanziato i fondi necessari per una vera riforma della Difesa. Dunque, questi annunci potrebbero rivelarsi una “farsa”, come scrive oggi il Daily Mail. Inoltre, il ministro della Difesa britannico John Healey, in alcune interviste tv di ieri, non ha confermato l’aumento al 3% del Pil destinato alla Difesa, se non entro il 2034, non andando oltre la vecchia promessa del 2,5% entro il 2027.