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 2025  giugno 02 Lunedì calendario

Ora i dazi colpiscono i vettori. Ita-Lufthansa fanno peggio di tutte

Lufthansa pensa a un’Alitalia-bis mentre i dazi con l’elastico annunciati da Donald Trump hanno creato un’incertezza che potrebbe complicare il risanamento della compagnia italiana. L’aviolinea più grande d’Europa, che possiede il 41% di Ita Airways, vuole far tornare in volo il marchio Alitalia, che ha cessato di esistere il 15 ottobre 2021, quando sotto il governo Draghi è decollato il primo volo di Ita, creata un anno prima dal governo Conte. “C’è la prospettiva di un ritorno del marchio Alitalia, sarebbe sbagliato se avessimo l’idea di non farlo tornare, ma non sappiamo ancora come e quando”, ha detto il 28 maggio Joerg Eberhart, Ad di Ita, spiegando che “avere due marchi è abbastanza impegnativo, serve investire su entrambi i marchi”. Ma “il marchio Alitalia è molto conosciuto all’estero, mentre il nome Ita è molto tecnico”. Ancora non c’è una decisione.
Il dilemma principale per il manager tedesco scelto da Lufthansa, che dal 17 gennaio è ai comandi di Ita contestualmente all’ingresso del vettore di Colonia nel capitale, previo bonifico di 325 milioni di euro, però è un altro. È quello di raggiungere un utile operativo in linea con le compagnie del gruppo Lufthansa e un utile netto di bilancio. Ita è stata l’unica compagnia europea con i conti in rosso nel 2024. Malgrado abbia agguantato un piccolo utile operativo, di 3 milioni (-75 milioni nel 2023), il bilancio consolidato si è chiuso con una perdita netta di -227 milioni, rispetto ai -5,1 milioni del 2023, quando aveva però beneficiato di operazioni cosmetiche, senza le quali la perdita sarebbe stata di -133 milioni. I ricavi sono aumentati del 26% a 3,1 miliardi per la crescita della flotta con nuovi Airbus (in totale 99 aerei a fine 2024).
Ita rimane la Cenerentola dei cieli. C’è attesa per capire se, dopo il flop dei patrioti berlusconiani e della gestione Etihad nella vecchia Alitalia, funzionerà la cura tedesca. Ita ha circa 5.000 dipendenti e restano deluse le aspettative degli ex lavoratori Alitalia di essere assorbiti, oltre 2.000 sono in cigs, che scadrà a fine ottobre. Intanto, come ha scritto il Fatto, con una leggina il governo Meloni (che possiede il 59% di Ita) ha messo in sicurezza lo stipendio – pari a 500.000 euro lordi annui – del presidente Sandro Pappalardo, gradito a FdI, che non avrebbe avuto diritto a compensi in base alla legge Madia perché pensionato. Riflettori puntati anche sull’assemblea della Iata, l’associazione mondiale delle compagnie, che comincia oggi a Nuova Delhi. Il dg Willie Walsh aggiornerà le previsioni sui conti. In dicembre la Iata aveva previsto un miglioramento degli utili netti aggregati di tutte le compagnie mondiali a 36,6 miliardi di dollari per il 2025, rispetto ai 31,5 miliardi stimati nel 2024. La Iata aveva stimato per quest’anno un incremento dei ricavi di tutte le compagnie a 1.007 miliardi (+4,4%), ma a metà maggio ha preannunciato una riduzione delle previsioni sui ricavi a causa di fattori geopolitici.
Bisogna fare i conti con le sparate di Trump sui dazi e le possibili conseguenze, cioè la recessione mondiale, che ridurrebbe la domanda di viaggi. Il 22 aprile S&P ha chiamato in causa i dazi: “Nel settore aereo globale stanno emergendo trend divergenti a fronte dell’aumento delle incertezze geopolitiche e macroeconomiche, in un contesto di intensificazione dei conflitti commerciali e di volatilità dei mercati. Il mercato aereo statunitense registra un andamento della domanda più debole del previsto. S&P rileva inoltre segnali di un calo generale delle prenotazioni di viaggi aerei in entrata negli Stati Uniti. S&P ritiene che i rischi al ribasso siano aumentati in modo sostanziale per il settore”.
A mitigare l’impatto del calo del traffico c’è la riduzione del prezzo del petrolio, ma per sostenere la redditività molte compagnie hanno pianificato una riduzione dei voli nel secondo semestre tra Europa e Stati Uniti. Ita subirà anche la maggior pressione di Emirates, che programma una crescita delle frequenze tra l’Italia e Dubai da 42 a 49 voli la settimana da luglio, con l’aggiunta di un nuovo Airbus 350-900 tra Roma e Dubai. Nei primi tre mesi di quest’anno sono migliorati i risultati di Iag (176 milioni di utile netto, rispetto a -4 milioni nel 2024) e Air France-Klm (perdita netta di -249 milioni, in miglioramento di 231 milioni), mentre sono peggiorati quelli del gruppo Lufthansa, la perdita netta è aumentata da -734 a -885 milioni. Poi, il 2 aprile, è cominciata la guerra tariffaria di Trump.