La Stampa, 31 maggio 2025
Il balletto della manutenzione stradale: Salvini fa dietrofront sui tagli per il Ponte
Marcia indietro di Matteo Salvini che si prepara a restituire i soldi tagliati alle Province e alle Città metropolitane, almeno nel biennio 2025-26. Martedì prossimo gli amministratori locali sono stati invitati al ministero delle Infrastrutture «nell’ottica di una proficua e leale collaborazione», si legge nella lettera di convocazione.
Sul tavolo le risorse per la manutenzione straordinaria delle strade che per quest’anno e il prossimo sono state ridotte del 70%. Su 500 milioni di euro ne sono stati sforbiciati 385, così che alle Province e alle Città metropolitane sono rimasti solo 165 milioni per gestire tutte le opere preventivate.
I tagli, in realtà, ammontano a 1,7 miliardi di euro e si applicheranno fino al 2036, risorse che sono state trasferite ad alcune opere del Pnrr (tra cui il Terzo Valico) e anche al Ponte sullo Stretto nell’ambito di una complessa partita di giro che riguarda il Fondo sviluppo e coesione.
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I presidenti delle Province e i sindaci delle città metropolitane, che hanno denunciato il caso, chiedono al governo di recuperare subito i fondi per il 2025-26 perché sono già stati impegnati. Dopo l’interessamento della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che nei giorni scorsi ha incontrato il numero uno dell’Upi Pasquale Gandolfi, ora si è mosso direttamente Salvini.
Qualche giorno fa, però, in una risposta scritta al Question time, il ministro delle Infrastrutture, oltre a ribadire che i tagli non alimenteranno i lavori per il Ponte sullo Stretto, ha giustificato la scure sulla manutenzione delle strade per la ridotta capacità di spesa delle Province.
Secondo i dati del Mit, nel 2021 sono stati utilizzati solo il 39% dei fondi disponibili; nel 2022 il 28%. Quindi, è il ragionamento messo per iscritto da Salvini, «siamo a disposizione per verificare forme di reintegro dei finanziamenti stanziati per il 2025-2026», ma con l’impegno che le risorse che si renderanno disponibili dovranno essere accompagnate da misure che impegneranno gli enti locali alla spesa effettiva dei fondi erogati.
Una ricostruzione non condivisa dal presidente dell’Upi Pasquale Gandolfi: «Al ministro porterò i risultati di un monitoraggio che stiamo facendo per verificare lo stato della spesa delle Province sulle risorse che ci sono state assegnate, perché su questo occorre fare chiarezza. Da questa analisi risulta che a livello nazionale le Province hanno impegnato circa il 95% delle risorse che ci sono state assegnate e hanno speso oltre l’80% del totale».
Gandolfi tiene a precisare che ciò che non è stato speso dipende da «diversi cantieri complessi ancora in corso» e che tutto avviene con le Province costrette a lavorare con un personale che è stato dimezzato nel 2015.
Gandolfi ricorda al ministro che «è essenziale promuovere iniziative per incidere sugli stili di vita dei giovani, ma noi abbiamo anche il dovere di rispondere ai cittadini che si aspettano strade sicure, è un obiettivo che stiamo portando avanti e che non deve essere interrotto». La priorità, ribadisce il presidente della provincia di Bergamo, «è uscire dall’incontro al ministero con la certezza dell’azzeramento dei tagli per il 2025 e il 2026, e l’apertura di un confronto sulle risorse per i programmi futuri».
Nel corso dell’evento “La Stampa è con voi” a Imperia, il sindaco Claudio Scajola ha accusato Salvini del taglio alle strade provinciali, rivelando di aver parlato con il vice ministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi, il quale ha scaricato le responsabilità su un dirigente del dicastero.
Lo stesso Rixi ha confermato in un’intervista a questo giornale che le risorse alle Province saranno reintegrate interamente e ha attaccato il funzionario del Mit che due settimane fa ha inviato la lettera agli enti locali intimando il blocco immediato dei cantieri: «Una comunicazione così dura di cui non sapevamo nulla, curiosamente a una settimana dalle elezioni».
Senza un intervento del governo l’impatto dei tagli avrà un effetto devastante per la messa in sicurezza della rete italiana. La scure ha colpito 120 mila chilometri di vie che collegano il Paese, bisognose di assistenza e riparazione. Asfaltatura, barriere paramassi, segnaletica, opere su ponti, viadotti e gallerie sono le misure necessarie a cui pensano gli amministratori. Al momento, le risorse a disposizione riusciranno a coprire a malapena la manutenzione di 25 mila chilometri, ovvero il 21% del totale