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 2025  maggio 31 Sabato calendario

Il blitz di Trump: tassare chi usa il dollaro come valuta di riserva

Finora le relazioni degli Usa col resto del mondo sono state terremotate dai dazi. Adesso può aprirsi un nuovo fronte con la legge di bilancio Usa per il 2026, la “big, beautiful bill”, come l’ha ribattezzata Donald Trump: circa mille pagine approvate dalla Camera dei Rappresentanti e ora in discussione al Senato, già contestate per i tagli alla spesa sociale, l’aumento di quella militare e gli sgravi fiscali ai più ricchi. Il guaio si annida nella “sezione 899”, intitolata “Applicazione di rimedi contro le imposte estere ingiuste”, e subito ribattezzata “la tassa della vendetta”. Permette al Tesoro Usa di sanzionare persone o società di “paesi discriminatori” nei confronti degli Usa aumentandogli le tasse federali sul reddito (o le ritenute alla fonte) fino al 20% sui loro investimenti in asset statunitensi.
A chi si riferisce?
In teoria nessuno lo sa, perché il Tesoro Usa non specifica come sarà definito un “paese straniero discriminatorio”. È probabile che nel mirino ci siano Ue, Canada e Gran Bretagna, che applicano tassazioni speciali sul settore digitale o, come nel caso dell’Ue con il Digital service act, regolamenti stringenti che i colossi Usa, da Meta a Google, considerano dannosi e contro cui Trump si è già scagliato. È anche vero, però, che al momento di emanare i dazi “reciproci”, ha accusato decine di Paesi di trattamenti iniqui verso gli Usa, quindi nessuno è davvero al sicuro.
Secondo un centro studi vicino a Trump, la norma potrebbe fruttare 2 mila miliardi di dollari di entrate. Vero o falso, pare ispirarsi alle posizioni dell’economista Stephen Miran, oggi a capo dei consulenti economici della Casa Bianca, che a novembre aveva ipotizzato di applicare commissioni sugli investitori stranieri in titoli di Stato Usa come un modo per deprezzare il dollaro e riequilibrare il deficit commerciale americano (una valuta più debole, infatti, riduce le importazioni). D’altronde la Casa Bianca ha più volte fatto trapelare di voler far pagare anche a chi utilizza il dollaro come valuta di riserva, come fosse un servizio reso. Sembrava una boutade, e invece la sezione 899 ne è l’applicazione pratica, tanto più che un’alternativa al dollaro al momento non c’è.
È scontato che Trump la usi come minaccia per ottenere concessioni dai Pesi che stanno negoziando per evitare i nuovi dazi. La speranza di molti investitori è che alla fine non verrà applicata e forse è per questo che non si vedono crolli in Borsa. La stampa Usa parla di panico a Wall Street. “Militarizzare il mercato dei capitali Usa” (definizione degli analisti di Deutsche Bank) aumenta infatti il costo di detenere attività Usa e quindi ne deprezza il valore. Insomma, può aumentare la pressione sui titoli di Stato Usa, già oggetto di forti vendite per la guerra commerciale (cosa che rende più costoso per gli Usa indebitarsi), o innescare una fuga dagli asset americani (cioè dal dollaro). Quanto grossa, dipenderà da come e se sarà applicata.