Avvenire, 31 maggio 2025
Acquisti su internet e ricette false: gli psicofarmaci la nuova droga
In fondo, la questione ha sfumature antiche. Con una sola parola, «pharmakon», i greci indicavano al tempo stesso la «medicina» e il «veleno». Oggi, inconsciamente, il disagio dei giovani percorre questa stessa frontiera: i farmaci che diventano droghe, da acquistare in maniera apparentemente legale in farmacia, ma attraverso ricette contraffatte. L’ultima allerta s’è accesa nei giorni scorsi ed è riportata in una circolare della Federazione degli ordini dei farmacisti diramata a tutti gli iscritti – e visionata da Avvenire – per «richiamare nuovamente l’attenzione sull’acquisto di psicofarmaci da parte di minori attraverso ricette mediche falsificate». Accanto alle sostanze stupefacenti classiche, oggi l’esperienza oltre il limite passa infatti anche da questi medicinali, un ventaglio ampio capace di generare gli effetti più diversi, a seconda che si tratti di antidepressivi o stimolanti, di ansiolitici o antipsicotici. Non è un fenomeno nuovo; nuove sono le proporzioni, sempre più ampie. Un’altra circolare della Federazione degli ordini dei farmacisti, risalente solo a fine marzo, metteva nero su bianco il «dilagare dell’acquisto» – così veniva definito – di psicofarmaci tra i giovanissimi con tale metodo: «Considerata la gravità dei rischi legati all’abuso degli psicofarmaci – proseguiva la nota -, si invitano tutti i farmacisti a verificare, con la massima attenzione, le prescrizioni mediche all’atto della dispensazione, adoperandosi per assicurare lo scrupoloso rispetto della normativa vigente in materia. Si chiede altresì di comunicare eventuali rilevazioni di prescrizioni illegittime, in modo da garantire la massima diffusione informativa tra gli iscritti e prevenire la circolazione delle stesse sul territorio». In diverse parti d’Italia gli Ordini provinciali stanno redigendo dei vademecum per riconoscere tempestivamente le ricette fraudolente.
Ma gli adolescenti come riescono a entrarne in possesso? Le modalità illustrate dai farmacisti nella circolare sono due: da un lato si sfruttano prescrizioni «modificate artatamente», per esempio tramite la sottrazione di ricettari e di timbri dagli ambulatori dei medici e la successiva compilazione “fai da te”, oppure create al computer con software di ritocco grafico fino a farle apparire indistinguibili da quelle reali; dall’altro lato le ricette possono essere «acquistate online», spiega l’Ordine, confermando di fatto l’esistenza di un mercato nero che corre sul Web, soprattutto su Telegram, come emerso anche in alcune indagini. Una volta che si entra in possesso delle ricette e si acquistano i farmaci, si aprono due strade: c’è chi si “limita” all’uso personale, spesso associato all’alcol, e chi invece li rivende esattamente come si fa con gli stupefacenti. Un business carsico tanto semplice quanto rischioso.
È come se si fosse spalancato un nuovo segmento di “domanda”. Gli ultimi dati Espad, la ricerca periodica del Cnr sugli stili di vita degli adolescenti italiani, segnalano che il 2,4% dei 15-19enni ha provato almeno una volta il mix di psicofarmaci e alcol. Una «combinazione potenzialmente pericolosa con conseguenze negative per la salute», la definisce il Cnr: «Gli psicofarmaci, come gli antidepressivi, gli ansiolitici e gli antipsicotici, agiscono sul sistema nervoso centrale e, quando vengono assunti insieme all’alcol, i loro effetti possono essere notevolmente amplificati, portando a un aumento del rischio di sedazione profonda, perdita di coordinazione, confusione, e potenzialmente overdose».
Le evidenze della cronaca, consolidate dai racconti dei professionisti sanitari, danno forma alla lista degli psicofarmaci maggiormente usati come droghe: i più ricercati sono il Rivotril, un antiepilettico della classe delle nitrobenzodiazepine, e il Lyrica, un altro antiepilettico usato anche per il trattamento del dolore, che negli ultimi anni ha rappresentato una criticità anche per la sua diffusione nelle carceri, in particolare tra i giovani adulti e i minori stranieri, mentre tra gli oppioidi legali preoccupa l’Oxycontin, l’ossicodone, in grado di produrre reazioni simili all’eroina, e non a caso l’utilizzo di questo farmaco è stato intercettato anche nei “boschi della droga” che raccolgono il disagio più profondo. In parallelo, rileva l’Espad, si aggiunge un elemento di ulteriore preoccupazione: «Il fenomeno dell’uso di psicofarmaci senza prescrizione medica», dunque ancora più accessibili, «ha raggiunto i livelli più alti di sempre, con una prevalenza in continua crescita, specialmente tra le ragazze».