Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  giugno 01 Domenica calendario

La quarta generazione si prende De Agostini

Le famiglie Boroli Drago si apprestano a celebrare il passaggio alla quarta generazione del gruppo De Agostini. All’assemblea per l’approvazione del bilancio 2024 in agenda per il 26 giugno, Enrico e Nicola Drago, attuali vice presidenti del gruppo, prenderanno le redini della holding di Novara. Si tratta di un passaggio di testimone in continuità, che è stato preparato da anni, e che sarà suggellato a breve con il probabile passo indietro di Lorenzo Pellicioli, attuale presidente di De Agostini e manager che ha guidato un trentennio di diversificazioni del gruppo di Novara al fianco del presidente onorario Marco Drago.
Il gruppo nasce nel 1919, quando Marco Adolfo Boroli rileva l’istituto geografico De Agostini, ma la vera diversificazione risale alla fine degli anni Novanta quando Marco Drago, figlio di Giuliana Boroli Drago, diventa presidente e diversifica su Seat Pagine Gialle, poi su Lottomatica, sulle tv spagnole di Antena 3 e così via. Enrico e Nicola Drago, tra tutti gli eredi della dinastia che ormai sono una quarantina, si sono guadagnati questo riconoscimento non solo per essere figli del presidente onorario. Con una laurea e un Mba ciascuno, dopo aver maturato importanti esperienze manageriali in altri gruppi esterni alle aziende di famiglia (tra cui Inditex Enrico e McKinsey Nicola), e dopo esser rientrati a lavorare nella rete di controllate del gruppo – che spazia dall’editoria ai giochi, dai media alla finanza, fino al pharma con l’ultimo investimento in Content Group hanno dimostrato di avere la stoffa per proseguire il percorso di crescita di una holding che ha circa 4 miliardi di attività, e che continua a investire sia nelle aziende partecipate, sia a ruotare e diversificare il portafoglio. Chi conosce da vicino Enrico e Nicola Drago li definisce «due manager seri, preparati e con quella dose di umiltà e tenacia tipica degli imprenditori piemontesi».
Dopo aver ceduto la divisione De Agostini Scuola a Mondadori (per 157,7 milioni compresi i debiti) e l’1,44% in Generali (per circa 450 milioni), De Agostini ha rilevato il collirio e i prodotti oftalmici di Content Group (azienda da 100 milioni di ricavi) e il 10,2% del cioccolato Venchi. La filosofia, come detto dallo stesso Marco Drago, è quella di puntare sulle aziende «buy Italy», ovvero scegliere gli investimenti partendo dall’Italia, puntando su marchi e attività che possono essere esportati a livello internazionale. Come è stato fatto con la ex Lottomatica, poi Gtech, che ha rilevato le slot machine e i casinò di Las Vegas diventando Igt (International Game Technology), pur continuando a investire nei giochi tricolori. Igt ha infatti appena puntato una fiche da 2,23 miliardi di euro sulla concessione del gioco del Lotto per altri 9 anni, consolidando la forza del gruppo dei giochi nel Belpaese e alzando la sfida.
Ora toccherà a Enrico e Nicola investire sulle scommesse online e su nuovi giochi (come fatto con il 10eLotto), per aumentare la raccolta che a fine 2024 era di circa 8 miliardi. Migrare le puntate del Lotto, dal canale fisico a quello internet, significa infatti incassare una commissione di 14 euro su 100, contro un aggio fisso del canale fisico che invece è fissato a 6 euro. Ma Enrico e Nicola, insieme all’attuale ad del gruppo Marco Sala, dovranno vincere anche un’altra scommessa. Quella per il rinnovo della concessione del Gratta & Vinci, che va in gara il prossimo anno, sapendo che con la discesa in campo in Italia del gruppo Flutter (padrone di Snai e Sisal),il contesto competitivo dell’arena dei giochi nazionali si fa sempre più agguerrito. Oltre agli investimenti, il nuovo corso dovrà gestire la rotazione del portafoglio esistente. In settimana l’advisor Mediobanca recapiterà a Novara le offerte raccolte per DeA Capital Alternative Funds, sgr che gestisce una ventina di fondi, che spaziano dalle attività agricole alle special situation, con investimenti nelle cartolerie della Legami e in Costa Edutainment. Banca Finnat, Green Arrow e Anthilia si sfidano per conquistare le attività di DeA Capital. Al di là dell’incasso (stimato in decine di milioni), cedere questo ramo d’azienda permette al gruppo di concentrarsi sulle attività immobiliari, l’altra attività core di DeA Capital.