la Repubblica, 1 giugno 2025
Torturato a New York s’indaga su un agente della scorta del sindaco
Ci sono anche due poliziotti fra gli indagati per il sequestro del giovane italiano torturato per tre settimane a New York per fargli dire la password del suo conto Bitcoin. È il nuovo tassello che si aggiunge al giallo di Michael Valentino Teofrasto Carturan, il torinese di 28 anni al centro della drammatica e sempre più misteriosa vicenda. Indiscrezioni pubblicate dalNew York Postrivelano che tra i sospettati figurano due detective del New York Police Department, uno dei quali farebbe parte della scorta di Eric Adams, il sindaco della metropoli americana. Un portavoce del sindaco ha confermato che due agenti sono stati temporaneamente sospesi dal servizio, esprimendo «profondo turbamento» per le accuse nei loro confronti. E ha aggiunto una frase sibillina: «Ogni dipendente pubblico è tenuto a rispettare la legge, compresi i poliziotti, sia quando sono in servizio, sia quando non lo sono».
Gli altri indagati sono John Woeltz, l’imprenditore milionario di criptovalute arrestato in accappatoio dopo la fuga della vittima, e William Duplessie, 33 anni, fondatore del Pangea Digital Asset Group e del Pangea Blockchain Fund, due società con sede a Lugano, in Svizzera, insieme al padre James e al fratello Stephen.
Poi c’è il ruolo da chiarire di Beatrice Folchi, l’italiana di 24 anni fermata e subito rilasciata dalla polizia, sospettata di avere fatto da tramite, attirando Carturan in una trappola: ma avvicinata dai cronisti americani sotto casa non è apparsa pernulla preoccupata, assicurando che è «tutto un equivoco». Ora pure due detective sono accusati di complicità nel sequestro e nelle torture per costringere il rapito a parlare.
Carturan, che con le criptovalute si è arricchito, era arrivato a New York il 6 maggio. Per tre settimane è rimasto prigioniero dei suoi rapitori. Il dramma è venuto alla luce solo dopo che il giovane torinese è riuscito a fuggire, una settimana fa, insanguinato e scalzo, e ha raccontato alla polizia di essere stato picchiato duramente, drogato, colpito con fili elettrici e minacciato di morte. Ma ci sono vari punti oscuri in tutta questa storia. Uno è cosa fa veramente la vittima: sembra che Carturan, dalla sua casa di Rivoli, ai sobborghi di Torino, avesse accumulato una fortuna di 30 milioni di dollari in criptovalute. Come l’ha realizzata?
La seconda stranezza è che nei diciassette giorni del sequestro, fra il 6 maggio e il 23 quando sarebbe riuscito a fuggire, nessuno ha dato l’allarme sulla sua scomparsa. La terza è perché, dopo avere approcciato il primo poliziotto in cui si è imbattuto per strada, non si è fatto vivo con le autorità diplomatiche italiane.
Appreso l’accaduto, il console italiano di New York si è precipitato nell’ospedale dove Carturan era stato ricoverato, ma il giovane era già andato via. Soltanto il giorno dopo i familiari in Italia si sono messi in contatto con la Farnesina. Anche sul principale accusato non mancano gli interrogativi: Woeltz, di cui Beatrice Folchi è l’assistente, non è scappato dopo la fuga del prigioniero, facendosi trovare tranquillamente in accappatoio quando la polizia ha suonato il campanello dell’attico da lui affittato a 40 mila dollari al mese. Nelle ore successive i tabloid newyorchesi avevano ipotizzato un intreccio a sfondo sessuale. Poi è venuta fuori la pista dei soldi.