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 2025  giugno 01 Domenica calendario

L’attrazione fatale di Fedez sul palco dei giovani di FI “La sinistra non si confronta”

Forse l’epilogo politico di Federico Lucia si poteva intuire dal nome scelto per il cane (“Silvio”), o per la cover del cellulare, con il Cavaliere nel gesto di fare le corna. Attrazione fatale o sindrome di Stoccolma, sta di fatto che ieri Fedez ha preso un treno da Milano a Roma – accompagnato da Giuseppe Cruciani – per chiudere dal palco il congresso di Forza Italia giovani. Una provocazione per attirare l’attenzione, questo il progetto di Maurizio Gasparri, che in passato si è regalato sanguinosi scontri con il «coso dipinto». Alla fine della giornata, a dire il vero, quelli più a sinistra sono apparsi i giovani forzisti, scavalcati a destra dal rapper milanese ormai perfettamente “crucianizzato”.
In teoria l’intervento era stato concepito per parlare di periferie e salute mentale, ma Cruciani è il primo a sollevare il velo d’ipocrisia. «Chiedetegli di Berlusconi dai, lui è venuto qui a parlare della sua depressione ma tanto tutti vogliono sapere che ne pensa di Berlusconi». Fedez però ci gira intorno, la prende alla larga. Ci tiene a dare fondamentali consigli alla politica quali ad esempio «creare centri di aggregazione per i giovani nelle periferie», oppure «fare qualcosa di più per la salute mentale, curarsi non può essere un lusso per pochi». Cose così, i ragazzi sbadigliano un po’, molti smettono di fare video. Poi, d’improvviso, l’atmosfera si scalda.
I primi colpi sotto la cintura se li prende Beppe Sala, che ha pure consegnato a Fedez (e Ferragni) l’Ambrogino d’oro. A dimostrazione, come diceva il saggio Andreotti, che la gratitudine è il sentimento della vigilia, il rapper non la manda a dire: «A Milano mancano due anni per votare e l’ottima notizia è che chi è in carica adesso non si può ricandidare. È una cosa buona che il sindaco-influencer non si ricandidi». Poi si passa a Silvio Berlusconi e la platea finalmente si scioglie in un lungo applauso. Per parlar bene del Cavaliere – spesso insultato in passato – senza contraddirsi, Fedez usa un artificio retorico: parlare male di Marco Travaglio. «Io ho sentito Santoro dare l’onore delle armi a Berlusconi dopo che è morto. Quando io purtroppo vedo Marco Travaglio fare un libro su Berlusconi postumo e fare la promozione pulendo la sedia, ecco, quello mi sembra totalmente inutile, se non utile alle tasche di Travaglio per racimolare qualche soldino in più. E lo trovo veramente spiacevole». La platea tributa un lungo applauso,tutti in piedi, il colpo a effetto è riuscito.
Cruciani, che conosce i suoi polli, lo segue sulla stessa linea. E racconta di quel primo voto per Forza Italia. «Io Berlusconi l’ho sempre votato, a partire dal 1994, quando abitavo a via del Governo vecchio e Berlusconi si candidò in centro a Roma contro Silvio Spaventa. Un serio professore di sinistra contro il populista di destra. Io ruppi amicizie, quando dichiarai che avrei votato Berlusconi anche con il sangue, tagliandomi le vene in cabina». I nipotini di Silvio applaudono, ridono ancora quando Cruciani racconta che lui e Fedez hanno attraversato a piedi il corteo a Roma dei «comunisti» contro il decreto sicurezza e il giornalista si è beccato qualche urla di «infame». Tuttavia, mentre passano i minuti, l’impressione è che siano molto più moderati loro, i baby berluschini, rispetto alla coppia Fedez&Cruciani. Sono ragazzi che a vent’anni sivestono in doppiopetto blu e dal palco lodano «la forza propulsiva del nostro leader Tajani». Che fanno la standing ovation al loro segretario uscente, Simone Leoni, quando attacca il generale Vannacci, il «generale della codardia che se la prende con i più deboli, con i gay e i disabili: vergogna!». Quello stesso generale che Fedez, richiesto di scegliere tra Vannacci e Elly Schlein, ricoprì di apprezzamenti.
Il Congresso è alle ultime battute, Fedez continua ad attaccare la sinistra. «La mia esperienza con i podcast è che ogni volta che ho portato persone con idee di destra, tipo Vannacci, da sinistra si rifiutano di confrontarsi. È un atteggiamento che non condivido».
Gasparri, per mettere a tacere i critici del partito sull’invito a Fedez, due giorni fa aveva rassicurato: «Nell’ultimo periodo è molto cambiato». Nemmeno lui poteva immaginare quanto.