la Repubblica, 1 giugno 2025
Tra Egitto e Grecia la lite del monastero
Il più antico monastero cristiano ancora esistente, alle pendici del monte dei Dieci comandamenti, è ora al centro di un’aspra diatriba tra Grecia ed Egitto. Una sentenza del tribunale egiziano di Ismailia ha stabilito che il monastero greco-ortodosso di Santa Caterina, fondato 1500 anni fa e patrimonio dell’Unesco, si trova su territori di proprietà statale. I timori del governo greco sul rispetto dello status religioso del sito erano stati inizialmente fugati da una telefonata tra il primo ministro Kyriakos Mitsotakis e il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, che aveva assicurato che ne sarebbe stata preservata la sacralità.
Secondo la Chiesa greco-ortodossa la situazione è un’altra. Per l’arcivescovo di Atene Ieronymos le proprietà del monastero saranno confiscate e i monaci espulsi, in quella che definisce «una dura prova che evoca tempi molto più bui della storia». Ai religiosi sarebbe già stato vietato l’accesso ad alcune aree. «Non solo viola le libertà religiose, ma mette anche in pericolo un sito di immensa importanza storica e culturale», ha dichiarato Elpifodoro d’America, arcivescovo degli Stati Uniti, invitando l’Egitto a rispettare l’autonomia del monastero. Il Cairo assicura che la decisione consolida, enon mina, la sacralità del luogo. Secondo l’archeologo Abdel Rahim Rihan sottoporre il sito alle leggi sui beni culturali sarà un beneficio «per i monaci e per il patrimonio mondiale». La sentenza arriva alla fine di una battaglia iniziata nel 2012 dal governo dei Fratelli musulmani, e alcuni utenti ortodossi sui social sostengono sia motivata dal fondamentalismo islamico. Ma il motivo potrebbe essere un altro: l’area di Santa Caterina, che comprende l’omonima città e una riserva naturale, è al centro di un progetto governativo di sviluppo edilizio per rendere la zona un’attrazione turistica di massa e tra gli obiettivi ci sarebbe anche fare della casa dei monaci un museo.
La fondazione del monastero sotto il monte Sinai, il luogo biblico dove Mosè ha parlato con Dio e ricevuto il decalogo, viene fatta risalire a Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, nel 328. Ma ad ampliarlo sono stati i bizantini con l’imperatore Giustiniano, motivo per cui ospita la più vasta biblioteca di manoscritti bizantini, dopo quella vaticana. Anche Maometto in persona, secondo un manoscritto a lui attribuito, è stato accolto tra le mura di Santa Caterina, motivo per cui sopravvisse anche sotto la dominazione araba. A chiarire il fato del millenario monastero sarà una delegazione del governo greco, attesa in Egitto la prossima settimana.