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 2025  giugno 01 Domenica calendario

Allerta Aiea sul nucleare in Iran “Uranio arricchito a livelli alti”

Nel mezzo dei negoziati con gli Stati Uniti per trovare una via di uscita diplomatica alla crisi nucleare con l’Iran, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica accende un faro sulle attività di arricchimento della Repubblica islamica e rivela che tra febbraio e maggio Teheran ha aumentato di circa il 50% le scorte di uranio arricchito al 60% – un livello di purezza di poco inferiore al 90% necessario per un’arma atomica. Si tratta di una quantità sufficiente, se ulteriormente arricchita, a produrre nove armi nucleari, secondo l’agenzia. Sebbene Teheran abbia sempre smentito di volersi dotare della bomba atomica, rivendicando il suo diritto al nucleare civile, l’Aiea definisce questi sviluppi «seriamente preoccupanti», perché l’Iran è l’unico Paese senza armi atomiche ad arricchire l’uranio al 60%.
Ma l’agenzia ha anche approfondito le indagini sulle attività nucleari che la Repubblica Islamica ha condotto in passato, confermando che fino almeno al 2003 il Paese ha effettuato sperimentazioni coordinate e segrete, alcune delle quali «rilevanti per la produzione di armi nucleari» e che la collaborazione con i propri ispettori continua ad essere «meno che soddisfacente» sotto «diversi aspetti».
L’Aiea ribadisce che mancano ancora spiegazioni credibili sulle tracce di uranio trovate anni fa in tre località – Lavisan-Shian, Varamin e Turquzabad – che «facevano parte di un programma nucleare strutturato non dichiarato condotto dall’Iran fino all’inizio degli anni 2000». L’agenzia ha prove che «esista un programma nucleare strutturato non dichiarato in Iran», ma si dice «preoccupata» per le ripetute dichiarazioni di ex alti funzionari iraniani che rivendicano la capacità del Paese di produrre, se lo volesse, armi nucleari.
Il rapporto ha riacceso lo scontro diplomatico con Israele, da tempo convinto che l’unica opzione per bloccare il programma iraniano sia quella militare, una linea che non convince il presidente americano, Donald Trump, che vorrebbe evitare l’apertura di un nuovo fronte diguerra, dopo quello di Gaza, e con le difficoltà in cui è impantanato il negoziato russo-ucraino. Le trattative con Teheran però si sono arenate proprio sulla questione dell’arricchimento: gli americani chiedono uno stop totale, per l’Iran è una richiesta irricevibile e oltraggiosa.
In questo stallo, Netanyahu chiede alla comunità internazionale di agire per «fermare l’Iran», mentre il ministero degli Esteri iraniano denuncia come «politiche» le conclusioni dell’Aiea basate su «informazioni inaffidabili fornite dal regime israeliano» e contrarie ai principi di «verifica professionale». Ora Usa, Gran Bretagna, Francia e Germania potrebbero chiedere al consiglio direttivo dell’Aiea una mozione di censura dell’Iran perché in violazione dei suoi obblighi di non proliferazione: sarebbe la prima volta in 20 anni. Negli ultimi incontri tra Usa e Iran, i mediatori hanno proposto una sospensione dell’arricchimento in cambio della rimozione parziale delle sanzioni: si tratta di capire ora se il rapporto dell’Aiea favorirà questo compromess o e contribuirà a far saltare il banco, con il rischio di un nuovo conflitto.