corriere.it, 30 maggio 2025
Pil pro capite, l’Italia raggiunge la Francia: ecco com’è stato possibile e quali fattori hanno inciso
Il Pil pro-capite dell’Italia continua a crescere, malgrado la crescita dell’economia italiana rispetto a quelle delle altre maggiori economia europee sia rallentata. È quanto emerge dalle previsioni di crescita dell’economia europea pubblicate nei giorni scorsi dalla Commissione Ue. In particolare nel 2025 l’Italia ha raggiunto la Francia in termini di Pil pro capite a parità di potere d’acquisto, cancellando un divario che nel 2020 era del 10,1% e che nel 2015 si attestava ancora all’8,8%, come evidenziato dal Sole 24 Ore che ha confrontato le dinamiche dei diversi Paesi. La Penisola inoltre è riuscita a dimezzare il divario con la Germania, dal 24,3% di cinque anni fa al 13,9%. Anche la distanza dalla media dell’Eurozona si è ridotta in modo significativo, passando dal 10,7% del 2020 al 5,9%.
Perché cresce il Pil pro capite
Ma a cosa è dovuto questo recupero? L’aumento dell’occupazione ha giocato un ruolo importante, ma ci sono anche altri fattori di cui tenere conto. «L’economia italiana cresce poco ma ha dei vantaggi rispetto a quelle di altri Paesi che crescono di più- spiega Carlo Altomonte, docente di politica economica dell’Università Bocconi di Milano -. Al Sud la dinamica dei prezzi tende a essere molto più moderata che al Nord perché l’economia cresce meno e anche nelle aree più periferiche i prezzi sono più bassi che nei grandi centri. Considerato che la densità di popolazione dei piccoli centri e delle aree più periferiche è superiore alla media di quella di altri grandi Paesi europei, questo significa che in Italia c’è un numero più alto di persone che hanno accesso a beni che costano relativamente meno».
Il peso della crisi demografica
Un altro aspetto di cui tenere conto per capire perché il Pil pro capite cresce è l’andamento demografico. «L’Italia è un paese in decrescita demografica – sottolinea Altomonte - Quindi, se dividiamo il Pil per numero di abitanti, il dato pro capite aumenta perché cala il denominatore. Ma questo non significa necessariamente che l’economia stia crescendo». Che l’economia italiana continui a essere più debole della media europea lo confermano anche i dati della serie storica. Il Pil per abitante oggi è inferiore del 5,9% alla media dell’Eurozona, mentre vent’anni fa era in linea con quello della zona euro. A spiegare il peso delle dinamiche demografiche è anche il rapporto annuale dell’Istat dove si legge che nel periodo 2000-2024: «la popolazione residente in Italia è aumentata del 3,6 per cento, con una riduzione negli anni più recenti e il Pil pro capite in volume del 5,5 per cento. In Francia e Spagna, la struttura per età meno anziana e la maggiore attrattività migratoria hanno determinato aumenti della popolazione assai più elevati, attenuando il divario dell’Italia con questi paesi in termini di Pil pro capite».
Il Pil per occupati è inferiore a quello di Francia e Germania
Inoltre se si guarda al Pil per occupati, che è un indicatore utile per capire il grado di produttività di un’economia, il dato italiano è inferiore a quello delle principali economie Ue. «Nonostante la performance economica molto più modesta e la contrazione della popolazione tra i 15 e i 64 anni, diminuita in Italia e Germania del 2,5 e del 3,9 per cento rispettivamente, e
cresciuta in Francia e Spagna del 6,2 e del 16,9 per cento, in Italia la dinamica dell’occupazione interna stimata stata comparabile a quella di Francia e Germania – si legge nel rapporto Istat _. Per conseguenza, però, in Italia il Pil per occupato nello stesso periodo si è ridotto del 5,8 per cento, mentre nelle altre principali economie è cresciuto approssimativamente tra l’11 e il 12 per cento».