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 2025  maggio 30 Venerdì calendario

Un doppio dramma nel destino di Biden

Oltre mezzo secolo da protagonista della politica Usa: una vita di successi, amarezze (come Obama che nel 2016 gli preferì Hillary Clinton per la corsa alla Casa Bianca) e drammi: la prima moglie e una figlia morti in un incidente stradale, il figlio prediletto, Beau, ucciso da un tumore al cervello, l’altro, Hunter, sprofondato nella droga, travolto da problemi legali e sospetti di corruzione, usati dai repubblicani per colpire anche lui. Non c’è pace per Joe Biden nemmeno dopo la fine di una vita pubblica passata a remare controcorrente. Non si tratta solo dei libri (Original Sin di Jake Tapper il più noto) che accusano lui e il suo team per l’insistenza nel puntare a un secondo mandato presidenziale nonostante le precarie condizioni di salute o della recente diagnosi di un cancro alla prostata già diffuso alle ossa: la missione di ogni ex presidente, lasciare un segno nella storia degli Stati Uniti fissando la sua eredità politica in libri di memorie ma soprattutto con la costruzione di una library nella quale conservare i documenti e ricostruire la storia di una presidenza, per Biden si sta rivelando un impegno proibitivo, quasi una mission impossible. Queste library (come quella di Kennedy a Boston o quella di Reagan in California) sono gestite dagli Archivi Nazionali (quindi dallo Stato), ma scelta del luogo e costruzione spettano all’ex presidente che deve anche raccogliere le donazioni necessarie per finanziare privatamente l’opera: contributi dei finanziatori democratici o fondi raccolti pronunciando discorsi a pagamento. Obama ha messo insieme così parecchi milioni, ma Biden (che chiede 300 mila dollari, molto meno di Obama) fin qui ha pronunciato uno solo di questi discorsi. Molti non lo chiamano perché temono di irritare Trump, altri perché delusi dal suo comportamento. La sorella di Biden, Valerie, impegnatissima nell’attività di fundraising, ha trovato molte porte chiuse. Si era parlato di Filadelfia, ma coi democratici che, ancora in crisi profonda, colpevolizzano Biden, con le casse vuote e la consapevolezza che il vecchio Joe difficilmente vivrà fino all’inaugurazione di un monumento presidenziale ancora nemmeno progettato, la sua legacy è appesa a un filo: magari si finirà per trasformare in library il piccolo istituto dell’università del Delaware che già conserva il suo archivio.