Corriere della Sera, 30 maggio 2025
Il corrotto, il gangster: i 25 perdoni di Trump
Dimmi chi vuoi perdonare e ti dirò chi sei. In un solo giorno Donald Trump ha concesso il perdono presidenziale a 25 persone e commutato le pene ad altre 9. E se c’è un’indicazione da dedurne, è che il capo della Casa Bianca ama evasori, bancarottieri fraudolenti, ladri di beni pubblici, politici corrotti. Soprattutto quelli che lo sostengono e finanziano le sue campagne. Tant’è. Fra i graziati spiccano i nomi dell’ex rappresentante repubblicano di New York Michael Grimm e dell’ex governatore del Connecticut, John G. Rowland, entrambi condannati per frode fiscale. Ancora, quelli di Jeremy Hutchinson, condannato a 4 anni per aver accettato mazzette quando era senatore in Arkansas, e dei coniugi Julie e Todd Chrisley, due star televisive che avevano truffato fisco e banche per 30 milioni di dollari per sostenere il loro tenore di vita. Quanto a Earl Lamont Smith, altro graziato, è sergente della riserva e fervente trumpiano, che nel 2010 rubò migliaia di computer di proprietà del governo, per rivenderli e intascare il guadagno. Dulcis in fundo, grazia anche per Imaad Zuberi, grande donatore di Trump, condannato a 12 anni per violazione della legge sul finanziamento elettorale e ostruzione della giustizia. Un caso a parte e molto controverso è la commutazione di sei ergastoli decisa da Trump per Larry Hoover, già fondatore e capo della Gangster Disciples, banda criminale di Chicago che negli Anni Settanta arrivò ad avere 30 mila membri. In carcere dal 1997, condannato per omicidio, estorsione, riciclaggio e spaccio, Hoover, che ora ha 74 anni, non uscirà di galera perché deve ancora scontare 200 anni di condanna statale in Illinois. Uno dei più ferventi sostenitori del suo perdono, è il rapper Kanye West, che quando alla Casa Bianca ha perorato la sua causa, si è sentito rispondere da Trump: «Chi è? Cosa ha fatto?».