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 2025  maggio 30 Venerdì calendario

Scivoli e carovita: dalla Lombardia al Veneto i docenti vanno via per tornarsene al Sud

Fine anno, è tempo di migrare: e tra i risultati delle richieste di trasferimento dei docenti permane il solito triste dato: in migliaia chiedono di lasciare le città del Nord per tornare al Sud, a casa loro. Emblema di questa dinamica è la città di Milano dove 4.621 docenti si apprestano a lasciare la scuola anche in provincia, 13 mila in tutta la Lombardia. Il numero arriva da una elaborazione di Cisl Scuola su dati del ministero dell’Istruzione. Il sindacato ha calcolato le cattedre vacanti al netto di pensioni e trasferimenti. Si vede qualche passo in avanti: diminuisce, lievemente, il numero di cattedre di sostegno vuote, ma nonostante i vari concorsi, restano migliaia i posti vacanti. La situazione più difficile alle primarie con almeno 2500 posti, a cui seguono le superiori con 992 uscite, poi le medie con 612 e l’infanzia con 373. Stessa classifica in Lombardia: dei 13 mila docenti in partenza o in pensione, oltre la metà, ovvero 6.763, insegnano alle primarie di cui 4.069 sono di sostegno. Seguono le superiori, con 3.689 cattedre, le medie con 1.724 e infine l’infanzia con 785.
Da un lato c’è il tema delle cattedre coperte da forza lavoro del Centro Italia e del Sud, dall’altro la progressiva insostenibilità del costo della vita a fronte dello stipendio base che va tra i 1.300 e i 1.500 euro dei docenti neoassunti o con anzianità di servizio inferiore che non permette loro di integrarsi in modo efficiente, soprattutto in città che stanno diventando simbolo del carovita come Milano. In particolare, poi, chi ha una formazione tecnica preferisce fare carriera e più soldi nel privato. A questo, si aggiunge il fatto che le ultime modifiche normative hanno ampliato le possibilità di trasferimento per il personale, con punteggio maggiore per chi ha figli fino a 16 anni (invece che 14) o per l’assistenza ai genitori over 65 o familiari disabili.
Qualche mese fa, infatti, un allarme simile era arrivato anche da Treviso e da Padova. Qui le domande di trasferimento inviate entro il 25 marzo erano state 1.005 su un totale di 9.147 docenti di ruolo, pari all’11%. Uno su dieci. “A parità di stipendio – spiegava ad esempio Orizzonte Scuola – il potere d’acquisto cambia radicalmente tra una città del Nord come Milano o Padova e una del Mezzogiorno come Napoli o Palermo. Mentre al Nord gli affitti assorbono fino al 50% dello stipendio, al Sud la stessa cifra garantisce una qualità della vita migliore, con costi per abitazioni, servizi e beni di prima necessità sensibilmente più bassi”.