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 2025  maggio 30 Venerdì calendario

Leone XIV e il nodo Castelgandolfo, come ripristinare la tradizione ora che la residenza papale è un museo?

L’estate si avvicina e Leone XIV è di fronte ad un bivio, se ripristinare o meno la tradizione delle vacanze a Castel Gandolfo, come hanno fatto finora tutti i pontefici, eccetto Francesco. La gita fuori porta (a fini ispettivi) nelle ville pontificie di ieri stavolta è stata fatta non solo per trascorrere una giornata nei ’suoi’ possedimenti ma per rendersi conto di persona di come stanno le cose. Con l’arrivo di Papa Francesco la prassi di utilizzare il castello’ è stata completamente stravolta, così come è stata stabilmente alterata l’antica residenza papale, oggi museo permanente sia al primo piano (detto di rappresentanza) che al secondo. Così come sono state modificate le Fattorie pontificie per creare un progetto sociale, a metà strada tra il turistico e l’educativo, ancora in fase di realizzazione ma che finora pare sia costato alle casse vaticane, secondo le malelingue, una autentica fortuna. Fatto sta che nei 55 ettari, tra i meravigliosi giardini all’italiana e le ex aree agricole, il Centro di Alta Formazione dedicato all’enciclica green Laudato Sì ha preso il posto di tutte le attività agricole che c’erano e che fornivano latte e ortaggi al supermercato vaticano (nel frattempo chiuso da mesi).
L’IMPROVVISATA
La visita improvvisa di Leone XIV ha fatto decollare immediatamente le speranze degli abitanti di Castel Gandolfo che sognano di vedere ripristinate le antiche tradizioni, e vedere il nuovo Papa abitare di nuovo in quell’immensa area piena di storia per trascorrervi, già da quest’estate, un periodo di vacanze proprio come hanno sempre fatto da secoli e secoli tutti i pontefici. L’orientamento di Papa Prevost sembrerebbe proprio questo, tuttavia vi sono parecchi nodi logistici di non poco conto da sciogliere.
Forse anche per questo la scorsa settimana il suo segretario personale, il peruviano don Edgard, si è visto fare un sopralluogo, esattamente come hanno fatto anche, alcuni giorni dopo, i vertici del Governatorato dai quali dipende la responsabilità complessiva della gestione di Castel Gandolfo. Negli ultimi quattro anni a vari livelli sono state autorizzate le novità più radicali che hanno portato all’attuale assetto museale con lo smantellamento, per esempio, della parte di rappresentanza della residenza pontificia. Cosa che potrebbe forse creare problemi di riconversione della struttura. La grande sala dei Pontefici, per esempio, ora serve ad accogliere mostre temporanee, per esempio quella degli antichi arazzi dei Musei Vaticani. Per esporli, dato il loro consistente peso, è stata persino costruita una specie di parete attrezzata. Senza contare che il posto di guardia medica, situato nel cortile (dove Giovanni Paolo II ma pure Benedetto XVI tenevano le udienze e gli Angelus) è stato trasformato in un bar turistico.
Solo l’appartamento privato del Papa, invece, situato al piano di sopra, e interamente visitabile (eccetto il bagno), è sostanzialmente rimasto tale e quale. Tecnicamente potrebbe essere abitabile da Leone XIV ma essendo ormai privo del piano di rappresentanza al piano di sotto, non consentirebbe di alloggiare il segretario o altri assistenti, come accadeva in passato. Gli spazi adesso sembrano mancare, a meno che non si vogliano di nuovo riconvertire, sopportando altri costi. Il museo attualmente è diretto da Andrea Tamburelli, un ex funzionario della Peroni (riconfermato nel suo ruolo per un altro quinquennio alla fine del 2024). In passato era salito alle cronache per avere sradicato la famosa Vigna di Papa Ratzinger, una sorta di reliquia, dono d’inizio pontificato, alla quale lui teneva molto. Fu estirpata per avere più spazio, salvo poi impiantarvi sopra delle rose. I motivi di questa scelta non sono mai stati resi noti e costituiscono uno dei tanti misteri legati alla nuova versione di Castel Gandolfo.