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 2025  maggio 29 Giovedì calendario

Cedric Lorenzen, da lavapiatti a influencer: «Il food porn? Mi vergogno ma funziona, ho milioni di follower. Se fossi una donna mi insulterebbero»

A chi, sui social, segue un po’ di creatori di ricette sarà capitato di imbattersi nel suo profilo: un ragazzo muscoloso, spesso a torso nudo, che fa sostanzialmente tre cose. Pulisce in modo ossessivo la cucina, prepara con nonchalance piatti difficilissimi e manipola il cibo con continue allusioni sessuali. Questa formula è valsa a Cedrik Lorenzen, cuoco autodidatta classe 1992, oltre 5 milioni di follower in quattro anni e un business basato sugli abbonamenti ai suoi contenuti. Insomma, un re del «foodporn» – quell’estetica in cui il piacere fisico viene associato al cibo attraverso immagini succulente di cose da mangiare – in versione (molto) più spinta. Altro che i garruli versetti di soddisfazione di Nigella Lawson quando assaggiava la crema pasticcera nel suo show sulla Bbc: nel caso di Lorenzen i rimandi alla sfera sessuale sono decisamente più espliciti. Movimenti della bocca e delle mani, occhiolini, schiaffi, sputi... Il sottotesto è: «Cara donna (la community che lo segue è “al 90 per cento femminile”, parola di Cedrik) che mi stai guardando, immagina di essere questo impasto, questa salsa, questo cestino di fragole. Ti tratterei così». Ora, la questione si potrebbe liquidare velocemente: un bellimbusto che, con la scusa di cucinare, fa vedere i muscoli. Eppure, i piatti che escono dai suoi reel di un minuto sono pazzeschi. Per complessità, equilibrio ed estetica sono a tutti gli effetti pietanze da ristorante, raccontate, però, in un modo così efficace da sembrare (facilmente?) riproducibili. Allora uno pensa: c’è del talento. E poi si chiede: ma chi è davvero Cedrik Lorenzen? La domanda l’abbiamo fatta a lui.
Cedrik, ci racconti il suo percorso.
«Sono nato in Svizzera e da ragazzino mi sono trasferito in Australia con i miei genitori. Non sono mai andato bene a suola, perciò lavorare nella ristorazione sembrava la cosa più naturale per uno come me. Ho cominciato come lavapiatti, poi sono diventato cameriere: ho girato caffè, ristoranti e club anche molto reputati, come il RockPool Bar&Grill di Melbourne, l’Aubergine Restaurant e il Silo Bakery a Canberra. Ho visto come funzionavano le cucine di questi posti e ne sono rimasto affascinato. Quando sono tornato in Svizzera, a 26 anni, ho frequentato la Hospitality business school di Losanna: studiavo e cucinavo, tutto quello che so di cucina l’ho imparato da autodidatta».
Oggi ha un profilo Instagram da 5 milioni di follower in cui posta video di ricette. Come ha cominciato sui social?
«Fino a pochi anni fa non avevo nemmeno lo smartphone, vivevo con un Nokia. Poi ho scoperto TikTok e Instagram e ho pensato “io qui cosa potrei fare?”. Poiché mi sono sempre allenato, ho cominciato a girare la preparazione di ricette fit per uomini sportivi come me. Un giorno ho deciso di fare qualcosa di più forte, per allargare la mia community».
Foodporn, molto esplicito.
«Sì: mi piaceva l’idea di concentrarmi su piatti adatti a una cena romantica. Tutte le mie ricette sono pensate per prendere per la gola: filetto di anatra in crosta, dessert ricercati, pasta fresca, carni e verdure laccate... Per essere più accattivante ho cominciato a creare allusioni e rimandi a un immaginario molto sexy. Ha funzionato: da dopo il Covid a oggi ho accumulato molti follower, al 90 per cento donne».
Non si sente mai imbarazzato da quello che fa nei video?
«A volte, sì. Quando per la prima volta ho sputato nel lavandino mi sono vergognato. Ma poi vedo come reagisce la community...».
Come reagisce?
«Mi scrivono, si abbonano... Tante fan mi chiedono se sono fidanzato, ma della mia vita privata non parlo».
Ha ricevuto commenti negativi?
«Molto pochi».
Ha scelto, come sua cifra, di sfruttare la sua fisicità, di rendersi «oggetto del desiderio». Se al suo posto ci fosse una donna secondo lei verrebbe più accusata che ammirata?
«Assolutamente sì, e di questo tema parlo spesso con le mie tre sorelle: se gli stessi miei video li facesse una donna verrebbe accusata di essere una poco di buono, verrebbe criticata e insultata. Non è affatto giusto e io, in qualche modo, beneficio di questo doppio standard tra uomini e donne. Sono consapevole di avere un privilegio. Ma faccio tutto questo per un fine ultimo per me importantissimo».
Cioè?
«Aprire un ristorante mio. Infatti ultimamente sto diminuendo un po’ il lato sexy dei video per concentrarmi molto di più sulle ricette. Voglio che siano originali, perfette, golose. Per decidere cosa cucinare e come cucinarlo studio tantissimo, anche 15 ore a piatto».
Lavora da solo?
«Ho poco aiuto, solo per filmare. Tutto quello che riguarda la cucina lo seguo personalmente, dalla spesa alla realizzazione dei vari passaggi. Poi c’è l’editing, che faccio sempre e solo io: per ogni video impiego anche 15-20 ore. Lavoro tanto, ma mi piace, soprattutto in nome del mio obiettivo finale».
Cosa ama della cucina italiana?
«Tutto, ma se devo scegliere la pasta (di ogni tipo) e il tira