repubblica.it, 29 maggio 2025
Studio ovale, “dorato inferno rococò”: la stampa Usa demolisce la ristrutturazione di Trump
Ori, orpelli e sovrabbondanza. Sono gli ingredienti del nuovo stile con cui Donald Trump ha arredato la Casa Bianca, in particolare l’Ufficio Ovale in cui lavora e riceve i leader stranieri. Il New York Times definisce il risultato dei cambiamenti apportati dal presidente, rispetto a com’era sotto il predecessore Joe Biden, “un dorato inferno rococò”. Il modello a cui il tycoon sembra ispirarsi è Mar-a-Lago, il suo resort di lusso e residenza privata in Florida, afferma il quotidiano americano. Con un tocco di opulenza da antica Roma, corte di Versailles, “viva Las Vegas” e sorelle Kardashian, dove la ricchezza sbandierata senza ritegno si sposa con il kitsch più spudorato.
Sulla mensola del caminetto dell’Oval Office, spesso fotografato alle spalle dei divani dove siedono gli ospiti di riguardo, spicca in bella evidenza una parata di oggetti d’oro: coppe, vasi, statuine. Le pareti della stanza sono ornate da composizioni floreali dorate. Un lucido dorato fa risplendere perfino il sigillo presidenziale sul pomello della porta. Oro e orpelli, dovunque si posi lo sguardo: come nella sala da pranzo di Mar-a-Lago. E come nella penthouse della Trump Tower che è la residenza del tycoon a New York, usata per una scena del film del 1997 “L’avvocato del diavolo”, quando il protagonista visita un miliardario a lui ispirato.
Sopra il camino, Trump ha fatto affiggere una tale numero di ritratti di presidenti degli Stati Uniti che non rimane un centimetro vuoto: e ogni quadro ha un’imponente cornice d’oro. Stessa tonalità per le cornici di due grandi specchi, altra novità recentemente introdotta, appesi ai lati del caminetto, in cui Trump può riflettersi in mancanza di una propria immagine sul muro. Appena fuori dall’ufficio, peraltro, è appesa una copertina del New York Post che lo ritrae con lo sguardo truce nei giorni in cui, fra la prima e la seconda presidenza, era sotto processo per corruzione, abusi sessuali e reati vari: anche questa incorniciata in oro splendente.
Con Trump, del resto, tutto deve essere dorato. Il suo nuovo programma da 175 miliardi di dollari per difendere l’America dai missili nucleari, che quando lo progettava Ronald Reagan si chiamava Scudo Spaziale, ora è denominato Golden Dome: Cupola d’Oro. La carta di credito da 5 milioni di dollari, con Trump raffigurato sopra, che consente a chi investe una cifra simile negli Usa di ricevere un visto a tempo indeterminato? La Casa Bianca l’ha soprannominata Golden Card. Il mese scorso, quando ha invitato una reporter di Fox News a riprendere le ristrutturazioni nell’Ufficio Ovale, il presidente ha sottolineato la sua passione per tutto ciò che luccica: “La gente prova da un pezzo a creare una vernice che somiglia all’oro ma nessuno ci è mai riuscito”, le ha detto. “Perché non c’è niente come l’oro”.
Peter York, un giornalista che scrive sulla rivista dell’aristocrazia inglese Harpers & Queen, ha definito lo stile estetico di Trump “uno chic da dittatore”, paragonando la sua penthouse newyorchese alle fastose residenze dei rais mediorientali. Altri ritengono che il presidente prediliga l’eccesso di barocco perché lo considera appropriato per un re o un imperatore: non per nulla è un fan della monarchia britannica. Donald Trump, sostiene la scrittrice comica americana Fran Lebowitz, incarna “l’idea che i poveri hanno del ricco”: per questo, probabilmente, piace alle classi meno abbienti, che si rivedono nei suoi abiti, nei suoi gusti, nelle sue case. E, adesso, nel suo ufficio da “inferno rococò”.