il Fatto Quotidiano, 29 maggio 2025
Israele, il governo non si sfila: ok al patto militare con Bibi
Gli orrori a Gaza non fermano gli accordi militari tra Italia e Israele. Nel 2005 Roma ha infatti ratificato un memorandum sulla cooperazione nel settore della Difesa con Tel Aviv, accordo che è stato rinnovato varie volte. Adesso, complice il massacro in corso e le contestatissime politiche di Netanyahu, l’opposizione e un gruppo di giuristi avevano chiesto al governo di fermarsi e di non rinnovare l’accordo, prossimo alla scadenza. Invece, intervenendo al question time, il ministro per i Rapporti col Parlamento Luca Ciriani ha assicurato che tutto andrà avanti come prima: “Il rinnovo del memorandum of understanding tra il governo della Repubblica italiana e il governo dello Stato di Israele sulla difesa e cooperazione militare è, come segnalato dal ministro della Difesa, previsto per l’aprile del 2026. Per far prevalere le ragioni della diplomazia, è necessario costruire canali di interlocuzione, non reciderli”.
Avanti così, dunque, nonostante le proteste politiche e le richieste formali dei giuristi. I quali avevano ricostruito il contenuto del memorandum e l’iter della sua ratifica, fino a ipotizzare che il rinnovo dovesse avvenire a giugno 2025, essendo previsto ogni cinque anni e avendo l’Italia approvato la legge di ratifica nel 2005. Secondo fonti di governo, l’ultima “notifica di ratifica” risale però all’aprile 2016 e dunque per questo motivo la data slitterebbe di un anno. Nulla cambia dal punto di vista politico: la linea del governo è quella di confermare la collaborazione.
Eppure, secondo 10 noti giuristi tra cui Domenico Gallo, Veronica Dini e Fabio Marcelli, quell’accordo violerebbe la Costituzione italiana e le norme internazionali, tanto che gli esperti hanno scritto una lettera di diffida alla Farnesina e alla Difesa per scongiurare il rinnovo.
Due le illegittimità costituzionali individuate. La prima: “l’applicazione del Memorandum ha operato, sino a oggi, in uno stato permanente di violazione della Costituzione, impedendo ai cittadini italiani, nonostante gli oneri a carico del bilancio dello Stato, di essere informati sul suo utilizzo, (e sui costi del suo utilizzo) in conformità con l’art. 1 della legge n. 185/1990, con conseguente violazione del diritto all’informazione ex art. 21 Cost. e del diritto umano alla pace, e del combinato disposto degli art. 1, 2, 3, 10, 11, 28, 54 e 117, comma 1, della Costituzione italiana”.
Traduzione. La 185/1990 vieta “la fabbricazione, l’importazione, l’esportazione e il transito di armi biologiche, chimiche e nucleari, nonché la ricerca preordinata alla loro produzione o la cessione della relativa tecnologia”. Ma a causa della segretezza che circonda il Memorandum, gli italiani sono sempre rimasti all’oscuro di cosa sia stato fatto sulla base di quell’accordo.
La seconda: l’imminente rinnovo del Memorandum “rischierebbe di coincidere non più semplicemente con uno stato permanente di incostituzionalità interna, ma addirittura con una palese, deliberata, sistematica e intersezionale violazione del diritto internazionale generale, del diritto internazionale pattizio e del diritto umanitario”.
In questa fase di occupazione violenta e sterminio della popolazione civile a Gaza e in Cisgiordania da parte delle Idf, le armi oggetto di quell’intesa potrebbero essere (state) impiegate per commettere abusi del diritto internazionale e in violazione di pronunciamenti della Corte Penale Internazionale, come il mandato di arresto per Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant. Per il governo, non è abbastanza per fermarsi.