ilsole24ore.com, 29 maggio 2025
Rapporto Eurispes: per il 72% vivere in Italia è una fortuna, giù la fiducia nelle istituzioni, crescono truffe ad anziani
Più di sette italiani su dieci, la maggioranza (72%, erano il 62,9% nel 2011), considerano, nel 2025, una fortuna vivere in Italia. Le bellezze naturali (21,6%), la tradizione artistica e culturale (19,6%) e la buona cucina (14,8%), la libertà d’opinione ed espressione (13,2%) e il clima favorevole (12%) sono i primi cinque motivi che rendono una fortuna il vivere in Italia. Lo dice il rapporto Eurispes, giunto quest’anno alla 37a edizione. Tra chi invece considera il vivere in Italia una sfortuna le condizioni economiche generali (23,2%) e la precarietà lavorativa (22,7%) occupano i primi posti tra le ragioni indicate. Negli ultimi dieci anni, secondo i dati dell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire), oltre 1,2 milioni di cittadini hanno lasciato il Paese. Nel 2025, secondo la rilevazione dell’Eurispes, quasi quattro italiani su dieci (39,5%, erano il 40,6% nel 2011) affermano che si trasferirebbero all’estero se ne avessero la possibilità, a fronte di un 60,5% che preferirebbe restare. I motivi per trasferirsi sono soprattutto: la ricerca di maggiori opportunità lavorative (29,8%), il minore costo della vita (17,1%) e il desiderio di offrire maggiori opportunità ai figli (13,9%).
Giù la fiducia nelle istituzioni
Diminuisce la fiducia dei cittadini nei confronti del sistema delle Istituzioni (ad indicare una diminuzione erano il 33,1% nel 2024, oggi sono il 36,5%). Questo andamento negativo non è però riscontrabile in tutte le Istituzioni osservate singolarmente. Infatti, vediamo crescere sempre più la fiducia dei cittadini nei confronti del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dal 60,8% del 2024 al 63,6% del 2025. Giù invece i consensi nei confronti del Parlamento (dal 33,6% al 25,4% di quest’anno); in misura minore per l’Esecutivo (dal 36,2% del 2024 al 30,2%), in linea con il trend degli ultimi anni; cala anche la fiducia nella magistratura (dal 47% al 43,9%)
Tra le altre istituzioni considerate con tassi al di sotto del 50% dei consensi troviamo: i partiti politici (dal 29,8% del 2024 al 21,1% del 2025); le confessioni religiose diverse da quella cattolica (dal 34,5% al 31,1%); i sindacati (38,6% dei fiduciosi nel 2025 contro il 42,7% del 2024); la Pubblica amministrazione (in calo dal 44,4% al 36,3%); le Associazioni degli imprenditori (dal 46% al 42,5%).
Aumentano le truffe agli anziani
Secondo i dati del Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale della Polizia Criminale del Ministero dell’Interno, il numero delle vittime di truffa ha fatto registrare un incremento pressoché costante dal 2015 al 2023 ed una flessione nel 2024. Di contro, il numero delle vittime di truffa over 65 registra nel 2024 un sensibile aumento (+5.782 casi), passando dai 37.108 casi del 2023 a 42.890 (+15,58%). La fascia più colpita è quella tra i 65 e i 70 anni di età. Sono in costante aumento le vittime di truffe online che riguardano gli over 65 (fino a 25.440 nel 2024). L’indagine campionaria realizzata nell’àmbito del protocollo sottoscritto dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale del Ministero dell’Interno e dall’Eurispes, fa emergere, stando all’esperienza diretta o indiretta degli intervistati, quasi 3 casi su 10 nei quali si è verificato il reato di truffa a danno di anziani. Risultano molto praticate le truffe telefoniche (indicate dal 71% di chi denuncia la conoscenza diretta o indiretta di truffe contro gli anziani) e le truffe di persona (6 casi su 10 tra quelli segnalati). In percentuale più ridotta, ma non per questo meno preoccupante, si sono verificate truffe telematiche attraverso Internet (43,9%).
Fara: siamo ancora di fronte al bivio
Le considerazioni generali a firma del presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, offrono una lettura di alcuni dei processi di cambiamento in atto. «Siamo ancora di fronte al bivio delle scelte di fondo, personali e collettive, che occorre compiere in risposta alle nuove sfide determinate dai cambiamenti, spesso sorprendenti e radicali. Questa affermazione non è il frutto di un esercizio di retorica, ma trova giustificazione nelle analisi, nella valutazione dei processi di trasformazione della nostra società». Per Fara «quando dalla superficie proviamo ad andare in profondità, quando decidiamo di alzare il velo delle apparenze, allora emerge in tutta la sua gravità la portata della crisi attuale, una crisi che intacca e deprime i valori e i fattori fondamentali sui quali si sono basati e organizzati i nostri sistemi di convivenza, i nostri processi di crescita e di sviluppo. Lo stato di incertezza coinvolge, ad esempio: la nostra idea di pace, come condizione imprescindibile della convivenza tra i popoli e gli Stati»