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 2025  maggio 29 Giovedì calendario

In famiglia vince la sostenibilità I nuclei poveri tra i più virtuosi

La sostenibilità, l’attenzione per l’ambiente e la cura pianeta, parte dalla famiglia. È da qui infatti che nascono i comportamenti virtuosi, che possono plasmare i più piccoli che saranno gli adulti di domani. Dalla raccolta differenziata al riciclo dei beni, dalla mobilità alternativa al consumo responsabile, dai gruppi di acquisto solidale, alla produzione di energia in proprio.
«Le famiglie italiane stanno già iniziando a costruire, spesso in silenzio, una nuova cultura della sostenibilità» sottolinea Pierangelo Milesi, vicepresidente nazionale delle Acli durante la presentazione della ricerca “Abitare un mondo sostenibile”, promosso dalle Acli per indagare il rapporto tra famiglia e stili di vita sostenibili. «Dobbiamo però costruire politiche e strumenti che consentano di scegliere la strada della sostenibilità a tutte le famiglie, non solo a quelle più benestanti». L’indagine, realizzata dall’Iref (l’Istituto di ricerche educative e formative) per conto delle Acli si è rivolta ad un campione di 1.052 nuclei familiari, rappresentative delle famiglie italiane.
L’analisi dei dati ha evidenziato che la sostenibilità è ormai una sensibilità diffusa tra le famiglie ed è oggetto di discussione nella maggioranza delle famiglie (75,8%). La maggior parte delle famiglie del campione (70,8%), inoltre, ritiene che stili di vita sostenibili siano da adottare sempre. Sul fronte dei comportamenti non si registrano famiglie completamente estranee a stili di vita sostenibili: tutte le condotte sostenibili indagate sono frequentate dalle famiglie, per le quali rappresentano una nuova normalità. Tuttavia, l’adesione a comportamenti sostenibili varia di intensità all’interno dei nuclei intervistati, consentendo di rintracciare tre tipi di famiglie: quelle eco-minimali (14,7%), un gruppo minoritario che si limita ai comportamenti sostenibili obbligatori, stabiliti per legge; le famiglie eco-realiste (50%), che attuano pratiche di sostenibilità compatibilmente con l’impegno che queste richiedono; le famiglie eco-radicali (35,3%), che abbracciano questi stili di vita in modo integrale.
L’indagine ha sondato anche le emozioni legate alla sostenibilità, come l’eco-ansia da trauma climatico: i sentimenti che scaturiscono possono essere diversi e variare dall’indifferenza al panico. «Tuttavia, è il mix di preoccupazione e ottimismo/fiducia a rendere le famiglie più attive in questo campo verso scenari di sostenibilità» sottolineano i ricercatori. Con riferimento alle risorse culturali-economiche e contro ogni aspettativa, ad essere più disponibili ed attive verso tali pratiche sono le famiglie con maggiore disagio economico (44% nel gruppo, rispetto al 35,3% della media totale). «Anche elaborando un più articolato indice socio-economico si nota la medesima tendenza, quasi che le famiglie più vulnerabili rintracciassero nelle pratiche sostenibili una forma di “autodifesa” dalla precarietà economica e dall’esclusione sociale» sottolineano i ricercatori. Al contrario, i ceti più abbienti mostrano una certa riluttanza verso un maggior impegno negli stili di vita sostenibili, all’apparenza percepiti come un ostacolo alla possibilità di liberare la propria capacità di spesa e di mostrare il proprio status sociale.
«La famiglia – ha dichiarato Lidia Borzì, responsabile Famiglia e stili di vita delle Acli nazionali – è il primo luogo dove si formano i valori e le pratiche del vivere sostenibile. Lo studio suggerisce che la sostenibilità è oggi la nuova frontiera della questione sociale, un campo su cui si gioca il futuro dell’equità, della giustizia intergenerazionale e della cittadinanza attiva, temi cruciali per le Acli».
I contenuti del percorso di ricerca, insieme a contributi di esperti interni ed esterni alle Acli, e alla lettura critica della ricerca ad opera del Professor Matteo Colleoni dell’Università Milano Bicocca, sono presenti nel volume edito da Rubbettino.