repubblica.it, 28 maggio 2025
Fausto Brizzi: “Sono io il primo fan di Silvia Salis, a casa nostra vige il matriarcato”
«A casa nostra vige già un matriarcato puro», sorride senza scherzare Fausto Brizzi, tra i registi sceneggiatori di maggior successo nel cinema italiano, da lunedì first gentleman – si autodefinisce – della neo sindaca di Genova, la moglie Silvia Salis.
«Nostro figlio porta il cognome della madre, e quando andiamo a una prima teatrale o cinematografica capita di ritrovarmi indicato sul pass come “Fausto Salis”», prova a spiegare a suo modo parte del fenomeno dell’ex atleta olimpica che ha riportato la città a sinistra dopo dieci anni.
E nonostante le abbia fatto da regista, primo consigliere, narratore della campagna elettorale, per lui un ritorno allo storytelling in politica dopo aver messo la firma sulle prime Leopolde dell’ascesa del politico storyteller per definizione, Matteo Renzi, come «premio per la vittoria» – dice – le ha promesso «una serata tutta nostra sul mare, noi due, senza parlare di politica né di futuro».
Non il massimo, come inizio, per una neo sindaca. Teme cambierà la storia della famiglia, la politica?
«Ma no, la nostra vita è sempre stata complessa, divisa tra le città in cui ci portano i nostri lavori. Silvia sarà pure più sedentaria, io venderò la mia casa di Roma, farò più smart working e il papà di Eugenio».
Ce ne sarà più bisogno, con una madre sindaca in casa? Non ce ne sono tante, in questo Paese.
«Mia moglie potrebbe rubarmi il mestiere in cinque minuti, ha la capacità di imparare qualsiasi cosa alla velocità della luce. È una madre instancabile, non so dove trovi le energie, ma ci sarà un motivo se lei ha fatto le Olimpiadi e io no».
È mai stato geloso, di sua moglie?
«Mai, anche per sopravvivenza. Né degli sportivi che ha frequentato, compenso con altro. Né dei successi professionali. Il mio l’ho fatto, i David li ho vinti, sono suo fan: un regista non è mai geloso dell’attore protagonista del suo film».
Da destra hanno accusato sua moglie di recitare una parte, in campagna elettorale. Vi hanno dato persino dei “Ferragnez”.
«Beh, un caso comunque di successo. Non mi dà fastidio».
Come ci si difende, come coppia, da vite di successo come le vostre?
«Ma guardi che noi siamo una coppia normale, frequentia momondi anche diversissimi dai nostri, andiamo ancora a cena fuori e invitiamo gli amici a fare giochi da tavola. È da sette anni così».
Da quando?
«Dalla festa di Natale organizzata dalla Federazione di Atletica in cui ci siamo conosciuti, io invitato come pseudo vip con un lontano passato da centometrista, lei al Coni. Tempo tre minuti e ho detto ai presenti che l’avrei sposata. Tutti pensavano scherzassi, lei mi prese per il classico millantatore romano, invece è andata bene. Ora iniziamo insieme una nuova avventura».