Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  maggio 27 Martedì calendario

Panahi in Iran, la folla lo acclama: “Donna, vita, libertà”

Occhiali scuri e la Palma d’Oro tra le mani, Jafar Panahi aveva salutato il Festival di Cannes con un appello agli iraniani: «Mettiamo da parte tutte le differenze. Ciò che conta di più è il nostro Paese e la sua libertà. Fino a quandonessuno ci dirà più cosa indossare, cosa fare, come comportarci».
È arrivato a Teheran all’alba di ieri, imbracciando il premio più prestigioso del cinema internazionale vinto dal suo It was just an accident e una buona dose di coraggio per tornare nel Paese che l’ha già costretto in carcere due volte, vietandogli di fare film per vent’anni. Quel bando ora è caduto, ha raccontato il regista, ma la possibilità di finire di nuovo intrappolato nelle maglie della censura è alta. All’aeroporto Imam Khomeini è stato accolto da una folla in festa, applausi, sorrisi e quelle grida che risuonano nella coscienza di tutti gli iraniani: “Donna, vita, libertà”, lo slogan del movimento pro-democrazia nato dopo la morte di Mahsa Amini. «È arrivato sano esalvo a Teheran e ha saputo di aver ottenuto un visto per recarsi a un festival a Sydney tra dieci giorni», ha fatto sapere il produttore cinematografico francese Philippe Martin.
Panahi è una delle stelle brillanti del cinema iraniano, un firmamento con molti astri. Insieme a tanti registi e attori si batte per fare film in Iran senza cedere alla censura. Li ha diretti dal carcere grazie all’aiuto dei suoi collaboratori o interamente a casa sua, evitando lo sguardo delle autorità. Gli orsi non esistono, premio della giuria al festival di Venezia del 2022, l’ha girato da un paesino sulle montagne del nord dell’Iran coordinando la troupe che nel frattempo era in Turchia. Si scambiavano i materiali online. It was just an accident è la storia di cinque iraniani che affrontano un uomo che credono li abbia torturati in prigione, ispirata al periodo che il regista ha passato in carcere, nel 2022, dopo aver protestato per l’arresto di un altro grande regista iraniano, Mohammad Rasoulof, che ha deciso di lasciare l’Iran. La premiazione di Panahi è diventata motivo di ennesimo scontro tra la Francia e l’Iran. «In un gesto di resistenza contro l’oppressione del regime iraniano, Jafar Panahi vince una Palma d’Oro che ravviva la speranza per tutti i combattenti per la libertà, ovunque nel mondo», aveva scritto il capo della diplomazia di Parigi, Barrot. Teheran ha convocato l’incaricato d’affari francese: «Commenti offensivi e accuse infondate».