il Fatto Quotidiano, 27 maggio 2025
“Cristagram”, la disco di De Michelis, Moana filosofa e “Il tromba”
Auroro Borealo (al secolo Francesco Roggero) è il più grande collezionista italiano di libri brutti, “forse l’unico”. La sua pagina Instagram, diventata un podcast, censisce le pubblicazioni più stravaganti della pseudo-letteratura tricolore. E da qui muove il suo Il libro brutto dei libri brutti, scritto con Davide Rossi, pubblicato da Blackie Edizioni e prefato da Elio.
È impagabile lasciarsi sommergere da questa cornucopia all’incontrario, un’alta marea di testi alle volte talmente improbabili da rasentare il sublime. Non a caso l’epigrafe è per Tommaso Labranca, il teorico del trash. Opere oramai di culto e irreperibili a buon mercato come Dove andiamo a ballare questa sera?, scritto nel 1988 per Mondadori dall’allora vicepresidente socialista del governo Gianni De Michelis: una guida sudaticcia e ultraedonista, se non reaganiana, alle migliori 250 discoteche dell’Italia da bere. “L’idea mi era venuta per caso – spiegò, irridendo le anime belle, il capelluto plenipotenziario craxiano, poi finito nella cenere di Tangentopoli – Era tarda notte e dopo una riunione desideravo andare a ballare per distrarmi. Per me era come una sorta di training autogeno, che mi aiutava a dimenticare le fatiche della politica. Chiesi ai compagni socialisti dove si potesse trascorrere qualche ora di relax, ma nessuno seppe indicarmi un posto preciso”. La prima presentazione naturalmente a Rimini, e poi tutti a scatenarsi al Bandiera Gialla. All’evento parteciparono quasi settemila persone, e “tantissimi ragazzi fecero a gomitate per assicurarsi una copia del libro con dedica”. La mattina seguente, un rovente 19 luglio alle 11 di mattina, Gianni stava puntuale a Roma al Consiglio dei ministri.
Il viaggio prosegue con Il leghista (1997, Squalo Comics), nel tempo d’oro delle fregole secessioniste: a sceneggiare questi albi a fumetti giammai sofisticati fu tal Errebi, ossia Renzo Barbieri, già deus ex machina di classici come Miliardi (da cui il film di Carlo Vanzina), Villa orgasmo e le strisce soft-porno Il tromba, Zora e Sukia. Da asta infiammata il gadget “durassegno padano”, con cui pagare Roma ladrona. Ma passiamo alla religione con Cristagram. 365+1 stories di salvezza (2021, Edizioni Paoline). Artefice il “Catech-Insta” Matteo Bergamelli, “influencer dell’Altissimo” che scolpì: “Signore, manda lo Spirito Santo perché queste Stories mostrino che ci sei, perché chi legge possa scoprire che sei stra-power e che stare con te è #TantaRoba… senza il cielo, s-clero”.
Amore o meglio, sesso. Calisutra (Castelvecchi, 2006) ci restituisce un Franco Califano in purezza, mentre conobbero l’onta del self-publishing La filosofia di Moana (1991), col suo sillabario di voti di letto a personaggi eccellenti, e Come fare l’amore senza farlo di Giuseppe Cirillo, alias “Dr. Seduction”. E poi Tutti alla pellicceria Settepiù (1992, Studio Clap): al centro della scena, la parabola in quel momento ascendente di Franco Squicciarini, titolare di una catena di empori del Nord. Una delle sezioni si intitola “Dicono di lui” (Squicciarini): “In America avrebbe scalato vette di successo ancora più alte. Lo stimo molto” (avrebbe commentato Frank Sinatra…). Memorabile pure lo spin-off Settepiù all’italiana, in onda sulle tv locali: in una puntata standard del programma, “si potevano trovare contemporaneamente Brigitte Nielsen, Giorgio Mastrota, Gigi Sammarchi, Mal, Sabrina Salerno e i Dik Dik”.
Altro giro, altro capolavoro auto-pubblicato, Come ho sedotto 11 mila donne di Revel Morelli (2014). Il famigerato schema Morelli: spacciarsi per uno 007 e spedire centinaia di annunci matrimoniali. Della serie, “Mark Caltagirone spostati”. La sua arma super-segreta? Un vomere nasale come quello degli uomini primitivi, capace di intercettare i feromoni del desiderio. “Una lunga serie di reati che confessa con candore, il primo dei quali è aver scritto 114 pagine con migliaia di refusi”. Sempre dal sottosuolo di una realtà (editoriale) parallela, riecco a voi Yo, brothers and sisters. Siamo o non siamo un bel movimento di Jovanotti, il Costantino Desnudo di Alfonso Signorini e le Poesie cinesi selezionate di Licio Gelli (il mefistofelico “gran maestro” della P2 in vita ne vergò ben 2.500, con titoli Harmony come Trucioli di sogno).
Un capitolo a parte merita Gianni Gargione. “In un mercatino trovo un libro usato a un euro. Stampa approssimativa, font dozzinale, impaginazione non presente: il tipo di libro che piace a me”. Gargione di libri ne scodellò una quarantina, vendendo tre milioni di copie sulle bancarelle d’Italia. Dal Manuale della coppia moderna a Come diventare miliardario, da pamphlet sull’eiaculazione precoce al prontuario Come farla impazzire a letto (autrice una fantomatica Monica Levinskhy). “I libri brutti ci parlano di noi, ci dicono chi siamo, ci raccontano la nostra società molto più dei libri belli”.