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 2025  maggio 27 Martedì calendario

Tutti i record della Capitale della Cultura: indagati, errori di grammatica e dimissioni

L’inchiesta sul direttore artistico del Teatro Pirandello, Francesco Bellomo, incrina l’ultimo pilastro della Capitale della Cultura. Finora le sciagure avevano risparmiato l’istituzione, mentre intorno infuriava la bufera. Il 28 dicembre, il sito dell’evento è vuoto, con la scritta: “Presto on line”. Né il programma, né l’organigramma, né l’amministrazione trasparente sono ancora disponibili. Il 31 dicembre una gaffe d’autore chiude l’anno. Lungo la Strada degli scrittori spunta un cartellone con due errori grammaticali in quattro righe: “Valle di Templi” (anziché “dei”) e “Casa Pirandello contrata Caos” (invece di “contrada”). A gennaio, l’arrivo di Mattarella è uno psicodramma. Il 18 il presidente è atteso al Teatro Pirandello, ma sette giorni prima la pioggia cade dal tetto sulla platea. Per celare le voragini nelle strade, una colata di bitume lungo le vie agrigentine copre pure i tombini: per liberarli arrivano gli operai pochi giorni dopo, impugnando i metal detector. Intanto, il programma non decolla. A gennaio la critica d’arte Helga Marsala su Artribune sottolinea il “riciclo” di sagre e feste locali previste ogni anno: il Mandorlo in fiore, la festa di San Calogero, la celebrazione della Vergine patrona dell’Arma dei carabinieri, il Carnevale di Sciacca, le Giornate europee del patrimonio. Pesaro, Capitale della cultura 2024, aveva ospitato Marina Abramovic.
Invece Agrigento, nell’anno clou, il 2 aprile ha chiuso la tomba di Pirandello per lavori ordinati dalla sovrintendenza. Il direttore Roberto Sciarratta, neppure avvisato, si è infuriato. Anche grazie al Fatto e alla testata locale Reportsicilia.it, tre giorni dopo la tomba è stata riaperta alle visite. Nel frattempo, la Fondazione è falcidiata da dimissioni. Il 25 gennaio lascia il presidente Giacomo Minio. Il direttore generale Roberto Albergoni abbandona la nave il 25 marzo. Il primo è sostituito dall’ex prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta. Il secondo lascia il posto a Giuseppe Parello, assunto l’8 aprile senza gara pubblica. Un bando è stato indetto dalla Fondazione il 4 aprile per selezionare un consulente giuridico, malgrado quattro avvocati in Consiglio d’amministrazione. Eppure la Fondazione dichiara “di non disporre di personale con esperienza nella gestione dei procedimenti amministrativi”. In Cda c’è anche il dermatologo Giuseppe Ferro, in voga tra le signore desiderose del “ritocchino”, mentre latitano gli esperti di cultura. Di fatto, la fondazione è stata “commissariata” dalla Regione a trazione Forza Italia, con Schifani presidente. Da lì arrivano i soldi, gestiti dalla stazione appaltante del Parco archeologico.
Tra imprevisti ed eventi di scarso appeal, arrivano gli arresti in provincia e le indagini sui “pezzi da 90”. L’inchiesta della Procura di Agrigento, su tangenti e appalti pilotati, dal 15 maggio ha portato a 14 indagati e sei arresti. Sotto inchiesta Roberto Di Mauro (Mpa) ex assessore regionale all’energia vicino al sindaco di Agrigento Franco Miccichè (estraneo al fascicolo). Il procuratore Giovanni Di Leo ha lanciato un appello contro l’omertà, “in nome di quella cultura di cui Agrigento quest’anno è capitale italiana, in cui dovrebbe rientrare anche il senso civico”.